Montefiascone – (sil.co.) – Schianto sulla Commenda, a distanza di undici anni dall’incidente la corte d’appello di Roma ha accolto il ricorso della procura e dei familiari della vittima contro l’assoluzione di un automobilista accusato di omicidio colposo per la morte di un 84enne deceduto dopo due giorni di agonia all’ospedale di Belcolle.
Contro la sentenza emessa a marzo 2019 dal tribunale di Viterbo hanno chiesto la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, relativamente ai periti, sia il pubblico ministero Paolo Conti, sia il difensore di parte civile Fausto Barili.
La richiesta è stata accolta e la causa sarà discussa il prossimo mese di dicembre.
L’avvocato di parte civile Fausto Barili
Era il primo pomeriggio del 5 novembre 2010 quando l’imputato, alla guida della sua Polo sulla Commenda, si scontrò con una Fiat Panda che si immetteva sulla provinciale da una strada laterale, condotta dall’anziano.
Secondo l’accusa l’imputato avrebbe percorso la provinciale Commenda con la sua Polo a velocità troppo elevata: 85 chilometri orari a fronte di un limite di 70. Il che gli avrebbe impedito di frenare in tempo all’uscita del pensionato da strada Vallalta. Per la difesa, invece, sarebbe stata la Panda a non rispettare lo stop.
L’84enne avrebbe goduto di ottima salute, gli avevano rinnovato la patente a luglio e, il giorno dell’incidente, dopo avere pranzato, stava andando in campagna a raccogliere le olive. E’ morto a causa delle gravissime lesioni riportate. Ma anche se fosse sopravvissuto, sarebbe finito sulla sedia a rotelle. E la moglie, per il dolore, se ne è andata a tre mesi di distanza. Parte civile il figlio, cui l’assicurazione non avrebbe riconosciuto alcun risarcimento.
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