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Narcotraffico, chiede la libertà l’uomo catturato a Barcellona

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Viterbo – (sil.co.) – Traffico internazionale di cocaina, dopo due anni e due mesi tra carcere, domiciliari e obbligo di firma la difesa chiede la libertà per Erjon Collaku. Sarebbe stato il corriere della banda di spacciatori rivale a quella del boss Rebeshi.

Collaku, uno degli arrestati dell’operazione antidroga Underground del 13 giugno 2019 – catturato a luglio, a due mesi di distanza, all’aeroporto di Barcellona mentre cercava scampo in Spagna – è l’albanese 41enne rimasto a Viterbo solo pochi giorni, dal 10 al 14 giugno 2016, considerato il corriere della banda.

“Il nostro assistito è incensurato e non ha mai violato alcuna delle misure cautelare che gli sono state imposte, l’ultima delle quali è l’obbligo di firma tre volte la settimana che, seppur lieve, limita comunque la sua libertà e secondo noi, visto che i fatti contestati risalgono a oltre cinque anni fa, non è giustificata da esigenze cautelari”, ha detto l’avvocato Giuseppe Donadio, presente all’udienza di ieri davanti al collegio in sostituzione del difensore Angela Porcelli. 

Il pm Michele Adragna, presente per il procuratore antimafia Corrado Fasanelli della Dda di Roma, si è riservato il parere dopo avere sentito il titolare e lo stesso ha fatto di conseguenza la presidente Elisabetta Massini per la terna giudicante. E’ stata l’unica attività prima che il processo venisse rinviato al 30 marzo. 


Viterbo - Carabinieri - Operazione Underground - La droga sequestrata

Operazione Underground – La droga sequestrata


Tra il 2015 e il 2016 a Viterbo il traffico di cocaina sarebbe stato gestito da due bande di albanesi che all’epoca avrebbero collaborato e poi sono diventate rivali. Ai vertici ci sarebbero stati, rispettivamente, il boss di mafia viterbese Ismail “Ermal” Rebeshi e il connazionale Bledar “Bledi” Shtembari, 46 anni. Quest’ultimo tra gli arrestati dell’operazione Underground.

Collaku sarebbe giunto la sera del 10 giugno 2016 a Fiumicino su un volo da Tirana e ripartito dallo stesso scalo alla volta di Marsiglia il 14 giugno, con 5mila euro in più in tasca che, secondo gli inquirenti, gli erano stati dati quale ricompensa per la sua opera di corriere della droga.

A Viterbo l’imputato ha alloggiato nella casa-laboratorio al civico 11 di via Fernando Molini (tra viale Trento e via Garbini, vicino la stazione di Porta Fiorentina) dove abitavano il “boss” Shtembari, Julian Tare e Renato Hasa (di 46, 30 e 40 anni), noti in città come Bledi, Giulio e Meti.

La sera del suo arrivo, Collaku è stato “festeggiato” andando a occultare la droga dentro un tronco in strada Palanzanella. La banda girava abitualmente con una Ford Fiesta di colore grigio, su cui era stato installato un sistema di geolocalizzazione dai carabinieri. Cimici anche nella camera da letto e nel soggiorno dell’abitazione, grazie alle quali sono state captate le conversazioni tramite Skype e Whatsapp usando i quali i sodali pensavano di farla franca.

Il presunto corriere Collaku, fino a quel momento ignoto agli investigatori, è stato identificato tramite passaporto durante un “normale” controllo stradale, nei pressi di Porta Romana.


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