Viterbo – I ravers hanno abbandonato anche due auto al lago di Mezzano. L’altro ieri l’informativa della ministra Lamorgese (Interno) alla Camera e la sera, Chi l’ha visto è tornato in provincia di Viterbo, nel luogo dove per una settimana migliaia di persone hanno bivaccato.
La trasmissione Rai3 prova a fare chiarezza sulla giovane ragazza trovata morta il 20 agosto in Toscana, non troppo distante dal ritrovo clandestino. Capire se esistono connessioni.
Rave party – Chi l’ha visto al lago di Mezzano
Sul luogo del rave party, la troupe Rai ritrovano Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro e proprietario dell’azienda agricola occupata scelta per la megafesta.
Mostra al giornalista Rai3 una vettura abbandonata. Una Smart nuova, tenuta bene, come sottolinea Camilli. È pure aperta. “Non ci sono documenti – spiega Camilli – dalla targa risulta intestata a una donna di Seregno. Spetta alle forze dell’ordine eventualmente contattarla. È una bella macchina, nuova. L’hanno lasciata qui”. All’interno non ci sono le chiavi del mezzo, ma quelle di casa.
Rave party – Chi l’ha visto al lago di Mezzano – Una delle auto lasciate
È però su un’altra vettura che si concentra l’attenzione. Una Renault. “È francese”, osserva Camilli. Auto straniera, cui è stata tolta la targa.
A Chi l’ha visto? si domandano se possa avere una connessione con la ragazza deceduta e per questo chiedono aiuto a chi in quei giorni era in zona e magari può sapere qualcosa.
Camilli ha una sua idea: “Io credo nel collegamento. A un certo punto si è detto di un altro morto in modo insistente. Ma lì dentro non entravano nemmeno le forze dell’ordine, stavano a chilometri di distanza fuori dall’azienda”.
Nel suo intervento ha ripercorso i giorni del rave, a partire da quando è stato avvisato dell’invasione nei suoi terreni. “È un’azienda molto grande – spiega Camilli – 700 ettari, anche un po’ di più. Ero in Sardegna in vacanza e alle 9 mi ha chiamato il sindaco di un comune vicino e poi il fattore, dicendomi che era un casino, tutto invaso da camper”.
Si è fatto un’idea delle persone arrivate. “Avevano generatori – ricorda Camilli – attrezzature di valore, camper, camion grandi, container, sette palchi. Mezzi da centinaia di migliaia di euro. Quindi gente di livello alto. Livello economico, non morale secondo me”. Nonostante questo: “Si sono attaccati alla corrente elettrica, hanno preso l’acqua dai miei pozzi”.
In quei giorni, sono girati fiumi di droga, come ricordano nel servizio. “C’erano banchetti – spiega Camilli – con tariffe. Lsd un certo prezzo, poi altre. Di tutto. Associazioni controllavano le caratteristiche della droga, se fosse buona, tagliata bene e altro”.
Si è detto pure di cani morti, di una donna straniera che ha partorito. “Quest’ultima è una chiacchiera – sostiene Camilli – i cani morti invece non è vero. Sono state uccise 30 o 40 mie pecore, i cani stavano bene e hanno mangiato”.
Giuseppe Ferlicca