Roma – In diretta dalla Camera dei deputati, dalle 16, l’informativa urgente della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sul rave party svoltosi tra il 13 e il 19 agosto a Valentano, davanti al lago di Mezzano.
La responsabile del Viminale fa il punto su quanto accaduto nella Tuscia a cavallo di Ferragosto.
Ore 16,08 – Lamorgese: “Verso le 20,45 del 13 agosto sulla strada statale Aurelia, tra Livorno e Cecina, è stato controllato dalle forze dell’ordine un gruppo di camperisti, circa 40 camper con a bordo una 50ina di persone, che non hanno fornito indicazioni circa il luogo in cui erano diretti, limitandosi a fare vaghi cenni alla Puglia.
Durante il controllo non è stata riscontrata a bordo dei veicoli la presenza di materiale ovvero la presenza di strumenti per la diffusione sonora non emergendo evidenze circa forme di illegalità che legittimassero misure restrittive o di carattere cautelare non è stato possibile adottare provvedimenti che ne impedissero il proseguimento del viaggio.
Alcuni dei soggetti fermati risultavano gravati da precedenti di polizia, invasione di terreni o edifici, reato che è tipicamente oggetto di contestazione nei confronti di organizzatori e partecipanti a rave party.
Tale sospetta circostanza induceva ad attuare un articolato servizio di osservazione e di monitoraggio allo scopo di accertare quale effettivamente fosse il loro Lugo di destinazione. Di tale dispositivo è stata informata la sala situazione del dipartimento della pubblica sicurezza, la quale ha chiesto di essere costantemente aggiornata su consistenza gruppo e sulla sua destinazione.
Alcune ricostruzioni giornalistiche, nel riprendere un’espressione contenuta in un rapporto di polizia e poi replicata in una successiva nota del prefetto di Viterbo diretta al mio ufficio di gabinetto, hanno definito tale dispositivo di sequele e monitoraggio come una scorta. Tale termine, usato impropriamente nell’occasione, definisce un dispositivo di tutela ravvicinata a persone esposte a rischio, riguardano quindi una misura che ha finalità per nulla attinenti e del tutto opposte a quelle del dispositivo preventivo e investigativo posto in essere in quelle circostanze.
Alle 0,30 del 14 agosto alla compagnia di Tuscania è pervenuta la telefonata di un giovane qualificatosi come ex frequentatore di rave party che riferiva di un possibile rave nei pressi di un lago senza essere in grado di indicare esattamente il luogo dell’evento che sarebbe stato indicato ai partecipanti dagli organizzatori solo dopo il posizionamento dei mezzi e l’avvio della diffusione sonora della musica. Solo un minto prima dell’1, in una successiva telefonata, indicava coordinate del rave.
All’1,05 la compagnia di Tuscania ha inviato una pattuglia della stazione cc di Valentano in perlustrazione nella zona del lago, allo scopo anche di verificare se fosse in movimento verso quell’area mezzi pesanti e camper provenienti da arterie circostanti.
All’1,55, dopo circa 40 minuti di ricerca la pattuglia dei cc è riuscita a individuare in aperta campagna l’area segnalata riscontrando la presenza già di moltissime persone non esattamente quantificabili per il buio ma certamente in numero non inferiore a diverse migliaia nonché di impianti di diffusione installati.
Il gruppo di camperisti precedentemente individuato, giunto a ridosso del confine della provincia di Viterbo, si disperdeva frazionandosi in numerose strade sterrate prive di illuminazione, utili a raggiungere diverse località per poi ricomparsi presso il lago di Mezzano.
L’area interessata dal rave è vasta ed estesa: 80 ettari ubicati in aperta campagna, priva di recinzione, accessibile da numerose strade poderali sterrate, priva di illuminazione. Queste caratteristiche hanno contribuito a celare l’iniziativa.
Una volta individuata l’area, le ffoo locali hanno provveduto a una parziale chiusura della vasta zona. La cinturazione è stata successivamente rafforzata con l’invidio di ulteriori contingenti dispositivi dal dipartimento di pubblica sicurezza con lo scopo di impedire, pur nelle difficoltà del contesto, l’arrivo sia dal Grossetano che dal Viterbese di altri partecipanti al rave. I rinforzi arrivati tra il 14 e il 19 agosto sul luogo del rave ammontano complessivamente a circa 900 unità. Nella sola giornata conclusiva erano presenti 300 unità aggiuntive.
Solo alle prime luci del 14 agosto il personale operante ha potuto effettivamente quantificare il numero delle presenze che ammontavano ad oltre 4mila persone, comprese famiglie con bambini. I servizi di controllo e cinturazione hanno scongiurato che nell’area si concentrasse un numero di persone ben superiore, ipotizzato fino a 30mila. Il mancato raggiungimento delle presenze preventivate dagli organizzatori, sarebbe proprio da ricondurre all’attività svolta in quelle ore dalle forze di polizia che avrebbero fatto recedere numerose persone, in particolare giovani, dall’iniziale intento di partecipare al rave.
Le difficoltà di controllo dell’area non hanno potuto impedire l’afflusso consistente di partecipanti al rave che nella sua punta massima ha contato tra le 7 e le 8mila persone.
Nella mattinata del 14 agosto è stata convocata una prima riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Viterbo. È stata messa a punto la più idonea linea di azione, effettuandone una ponderata valutazione. Atteso l’elevato numero di soggetti coinvolti, tra cui anche minori, le caratteristiche dell’area, la consistente presenza di mezzi anche di grandi dimensione, è stato valutato opportuno avviare da subito un’attività dissuasiva e di pressione sui partecipanti ravvisando come controindicata un’azione di forza. Un intervento di sgombero dell’area col ricorso a idranti e lacrimogeni, avrebbe potuto determinare rischi di ordine pubblico nonché seri pericoli per l’incolumità pubblica.
Linea di comando dettata dagli organi centrali del Viminale a prefettura e questura. Gli eventi e fatti locali che rientrano nella sfera dell’ordine e della sicurezza pubblica, rimangono nella piena e diretta responsabilità decisionale e gestionale dei prefetti e dei questori. Le valutazioni emerse nel corso dei comitati provinciali tenuti dal prefetto di viterbo sono state ampiamente condivise dal dipartimento della pubblica sicurezza ed io stessa ho seguito passo passo l’evolversi della vicenda rapportandomi con il capo della polizia, dg della pubblica sicurezza, con il prefetto di Viterbo e il sindaco di Valentano e ho ritenuto che la scelta operativa non avesse alternativa.
Rischioso il tentativo di una forzosa evacuazione dell’area, esercitata una continua e costante pressione per rompere il fronte dei partecipanti sollecitando un atteggiamento più resipiscente da parte della maggioranze e isolando la frazione più irriducibile i cui propositi erano di proseguire a oltranza il rave rispettando l’originario programma.
Tale strategia ha avuto l’effetto non solo di scongiurare il degenerare della situazione ma anche di evitare il proseguo del rave che avrebbe dovuto continuare fino al 23 agosto. Fino dalla sera del 18 agosto è iniziato il deflusso per proseguire nella mattina del 19, data in cui l’area è stata completamente liberata senza incidenti.
L’evento ha destato allarme sia sotto il profilo dei reati sia per i paventati danni ambientali sia per i rischi epidemiologici connessi a un possibile focolaio determinato dall’assembramento.
Nel corso del rave si è verificata la morte di un giovane partecipante allontanatosi dal luogo dell’evento per immergersi nelle acque del Mezzano. A seguito del suo allentamento, alcuni suoi compagni ne hanno denunciato la scomparsa a cui hanno fatto immediatamente seguito le attività di ricerca che hanno portato a opera dei sommozzatori dei vvff al recupero del corpo del giovane. Sono in corso indagini per appurare le cause del decesso.
Riguardo al profilo penale dei fatti accaduti durante il rave. Iniziato il deflusso tutti coloro che si sono allontanati dall’area sono stati sottoposti a rigorosi controlli, attività di identificazione, a cui hanno fatto seguito i deferimenti all’ag. Complessivamente sono stati identificati 4mila 200 persone di cui 784 stranieri. Tutti sono stati segnalati all’ag e le loro posizioni saranno valutate per l’adozione di misure di prevenzione. Tra i reati contestati: manifestazione non autorizzata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, invasione di terreni ed edifici. Il ministero dell’Interno chiederà di costituirsi parte civile per i relativi procedimenti penali.
Sono stati controllati 1441 autoveicoli. Gli operatori di polizia hanno sequestrato di diverse casse acustiche, materiale per l’allestimento di concerti, successivamente dissequestrati su disposizione della ag. Per un furgone e un camion, entrambi con a bordo materiale per al diffusione sonora, sono stati sequestrati in quanto utilizzati nel tentativo di forzare un posto di controllo. L’evento ha fatto registrare anche un caso di denuncia per violenza sessuale sporta da una giovane italiana nei confronti di un concittadino con precedenti di polizia.
Impatto ambientale e sanitario, che il rave ha indubbiamente avuto sull’area rurale che ne è stato teatro informo che il sito è stato immediatamente sottoposto a verifica da parte dell’asl di Viterbo. All’esito delle attività di controllo, non sono stati riscontrati danni alla fauna non essendo state rinvenute carcasse né avvistati animali abbandonati. È stata eseguita una ripulitura del terreno a cui ha provveduto il comune di Valentano. È costato circa 30mila euro, ma ci si sta operando affinché il comune non sopporti gli effetti finanziari negativi che ne deriverebbero. Risulta poi una richiesta di risarcimento con riferimento a danni di natura ambientale presentata dalla società proprietaria della tenuta agricola interessata dall’evento. la stessa società ha sporto denuncia per il furto di 15 ovini, batterie elettriche, gasolio e latte in polvere.
Attività investigative ancora in corso.
L’iniziativa è stata organizzata sul web attraverso l’uso di canali privati su cui veniva condiviso solo l’invito alla partecipazione, evitando di indicare dettagli utili all’individuazione precisa di località e tempi dell’evento. Tale escamotage ha consentito di far convergere più o meno contemporaneamente da più direzioni migliaia di persone. I controlli effettuati lungo l’Aurelia nella tarda serata del 13 hanno riguardano non certo la maggioranza dei partecipanti o una grande quantità ma un numero esiguo. Questo dato è rilevante perché chiarisce che in occasione di quei controlli non è stato intercettato un imponente flusso di partecipanti e conseguentemente viene a essere fugato l’assunto secondo cui le ffoo non abbiamo percepito lo spessore del rischio per l’adozione di conseguenti iniziative. Nessuna polizia Europea ha fornito indicazioni ovvero informazione relativa alla programmazione dell’evento.
Gli organizzatori del rave hanno messo in campo un metodo capace di approfittare di tutte le circostanze favorevoli per aggirare i meccanismi di prevenzione.
Il temuto effetto focolaio, fortunatamente non si è visto. Sono questi gli esiti dell’indagine epidemiologica condotta a 20 giorni dalle conclusione del rave dalla Asl di Viterbo. Non si sono registrati casi di positività nelle persone che hanno aderito all’iniziativa tra cui figurano oltre a residente nella zona anche partecipanti all’evento.
In nessun rave si è mai deciso di intervenire con la forza, se non quando lo hanno potuto consentire le circostanze. La linea del Viminale sull’ordine pubblico non può essere ondivaga. L’amministrazione della pubblica sicurezza e gli organi che la rappresentano agiscono sulla base di criteri e linea d’azioni frutto di esperienze professionali, competenze tecniche consolidate, definite secondo criteri riconoscibili di comportamento e dunque non sono soggette a improvvisazioni o a ingiustificati e repentini cambiamenti e ciò avviene a garanzia di tutti: cittadini e ff.oo”.