Roma – Rave party di Valentano, Lamorgese ha iniziato il suo intervento alla Camera smontando “alcune ricostruzioni giornalistiche che hanno definito il monitoraggio dei camper come una scorta”. La ministra dell’Interno ha spiegato che il termine, “contenuto in un rapporto di polizia e poi replicato in una successiva nota del prefetto di Viterbo diretta al mio ufficio di gabinetto, usato impropriamente nell’occasione, definisce un dispositivo di tutela ravvicinata a persone esposte a rischio. Un misura, quindi, che ha finalità del tutto opposte a quelle del dispositivo preventivo e investigativo posto in essere nelle circostanze del rave”.
“Il ministro ho smentito queste ricostruzioni giornalistiche e ciò non può che farci piacere”, ha detto il deputato della Lega Riccardo Molinari. “Quel quotidiano ha raccontato che sarebbe arrivato un ordine alle forze di polizia volto a scortare questa colonna di camper e auto. Ci fa piacere che non sia stato così”, ha aggiunto l’esponente del Carroccio.
Lamorgese ricostruisce le fasi del rave
“Verso le 20,45 del 13 agosto, sull’Aurelia tra Livorno e Cecina, sono stati controllati dalle forze dell’ordine circa 40 camper con a bordo una cinquantina di persone che non hanno fornito indicazioni sul luogo in cui erano diretti, limitandosi a fare vaghi cenni alla Puglia. Alcuni dei fermati sono risultati gravati da precedenti di polizia, tra cui l’invasione di terreni o edifici, reato tipicamente contestato a organizzatori e partecipanti di rave. Tale sospetta circostanza ha indotto ad attuare un articolato servizio di osservazione e di monitoraggio per accertare quale effettivamente fosse il loro luogo di destinazione. È stato informato il dipartimento della pubblica sicurezza che ha chiesto di essere costantemente aggiornato. Il gruppo, giunto a ridosso della provincia di Viterbo, si è disperso in numerose strade sterrate prive di illuminazione, per poi ricompattarsi presso il lago di Mezzano”.
La segnalazione ai carabinieri: “Stanno per organizzare un rave”
“A mezzanotte e trenta del 14 agosto alla compagnia carabinieri di Tuscania è pervenuta la telefonata di un giovane, qualificatosi come ex frequentatore di rave, che ha riferito di un possibile rave nei pressi di un lago, senza essere in grado di indicare esattamente il luogo dell’evento che sarebbe stato indicato dagli organizzatori solo dopo il posizionamento dei mezzi e l’avvio della musica. Solo un minto prima dell’una, in una successiva telefonata, ha indicato le coordinate del rave”.
L’intervento dei carabinieri
“All’1,05 la compagnia di Tuscania ha inviato una pattuglia della stazione carabinieri di Valentano in perlustrazione nella zona del lago. Dopo circa 40 minuti di ricerche sono riusciti a individuare in aperta campagna l’area segnalata, riscontrando la presenza già di moltissime persone, in numero non inferiore a diverse migliaia, nonché di impianti di diffusione installati. Le forze dell’ordine locali hanno provveduto a una parziale chiusura della vasta zona”.
“Per la cinturazione inviate fino a 900 unità”
“La cinturazione è stata successivamente rafforzata con l’invidio di ulteriori contingenti disposti dal dipartimento di pubblica sicurezza con lo scopo di impedire, pur nelle difficoltà del contesto, l’arrivo sia dal Grossetano che dal Viterbese di altri partecipanti. I rinforzi arrivati tra il 14 e il 19 agosto ammontano complessivamente a circa 900 unità. Nella sola giornata conclusiva erano presenti 300 unità aggiuntive”.
“Previste 30mila persone, ne sono arrivate massimo 8mila: la cinturazione ha funzionato”
“Alle prime luci del 14 agosto il personale operante ha quantificato il numero delle presenze: oltre 4mila persone, comprese famiglie con bambini. I servizi di controllo e cinturazione hanno sconGiurato che nell’area si concentrasse un numero di persone ben superiore, ipotizzato fino a 30mila. Il mancato raggiungimento delle presenze preventivate dagli organizzatori sarebbe proprio da ricondurre all’attività svolta in quelle ore dalle forze di polizia che avrebbero fatto recedere numerose persone, in particolare giovani, dall’iniziale intento di partecipare al rave. Le difficoltà di controllo dell’area non hanno potuto impedire l’afflusso consistente di partecipanti al rave, che nella sua punta massima ha contato tra le 7 e le 8mila persone”.
La strategia
“Nella mattinata del 14 agosto è stata convocata una prima riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. È stata messa a punto la più idonea linea di azione, effettuandone una ponderata valutazione. Atteso l’elevato numero di soggetti coinvolti, tra cui anche minori, le caratteristiche dell’area, la consistente presenza di mezzi anche di grandi dimensioni, è stato valutato opportuno avviare da subito un’attività dissuasiva e di pressione sui partecipanti, ravvisando come controindicata un’azione di forza. Un intervento di sgombero dell’area, col ricorso a idranti e lacrimogeni, avrebbe potuto determinare rischi di ordine pubblico nonché seri pericoli per l’incolumità pubblica”.
La morte del 24enne Gianluca Santiago Camassa
“Nel corso del rave si è verificata la morte di un giovane partecipante, allontanatosi dal luogo dell’evento per immergersi nelle acque del Mezzano. Alcuni suoi compagni ne hanno denunciato la scomparsa, a cui hanno fatto immediatamente seguito le attività di ricerca che hanno portato, a opera dei sommozzatori dei vigili del fuoco, al recupero del corpo. Sono in corso indagini per appurare le cause del decesso”.
“Gli organizzatori hanno aggirato i meccanismi di prevenzione”
“L’iniziativa è stata organizzata sul web attraverso l’uso di canali privati su cui è stato condiviso solo l’invito alla partecipazione, evitando di indicare dettagli utili all’individuazione precisa di località e tempi dell’evento. Tale escamotage ha consentito di far convergere, più o meno contemporaneamente da più direzioni, migliaia di persone. Gli organizzatori del rave hanno messo in campo un metodo capace di aggirare i meccanismi di prevenzione”.
“Nessuna polizia europea ha fornito indicazioni o informazioni sul rave”
“I controlli effettuati lungo l’Aurelia nella tarda serata del 13 agosto non hanno riguardano la maggioranza dei partecipanti o una grande quantità, ma un numero esiguo. Viene a essere fugato l’assunto secondo cui le forze dell’ordine non abbiamo percepito lo spessore del rischio per l’adozione di conseguenti iniziative. Nessuna polizia europea ha fornito indicazioni ovvero informazioni relativa alla programmazione dell’evento”.
Raffaele Strocchia
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