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Andreotti: “Poteva capitare a me invece che a Moro… e a piangere sarebbero stati Livia e i miei figli”

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Viterbo - I diari degli anni di piombo di Giulio Andreotti

I diari degli anni di piombo di Giulio Andreotti


Viterbo – “Potevamo fare diversamente e di più? Posso obiettivamente escluderlo. Poteva capitare a me, invece che a Moro e la strada sarebbe stata la stessa. A piangere sarebbero Livia e i figli miei”. 9 maggio 1978, dai Diari di Giulio Andreotti, all’epoca presidente del consiglio dei ministri ed esponente di spicco del partito di governo della Democrazia cristiana. 

Uno dei giorni più drammatici della storia della repubblica italiana. Quel giorno, in via Caetani a Roma, viene ritrovato il corpo di Aldo Moro, presidente della Dc e artefice, assieme al segretario del Partito comunista Enrico Berlinguer, del compromesso storico. Aldo Moro viene ucciso dalle Brigate rosse 55 giorni dopo la strage di via Fani, in cui venne rapito e tutti gli uomini della sua scorta uccisi. 


Giulio Andreotti con Aldo Moro

Giulio Andreotti con Aldo Moro


I diari degli anni di Piombo di Giulio Andreotti, pubblicato da Solferino. La presentazione, il 7 ottobre alle ore 18, Sala conferenze Unindustria a Valle Faul, Viterbo. Partecipano Stefano e Serena Andreotti, i figli. Interviene Rodolfo Gigli e modera Carlo Galeotti, direttore di Tusciaweb. Sarà presente Renzo Trappolini, già segretario provinciale della Dc.

L’iniziativa è una partnership. Lezioni di democrazia in collaborazione con i Pirati della bellezza-Festival della parola e del pensiero. Il tutto con il patrocinio di regione Lazio, comune di Viterbo e Compagnia del teatro. Media partner Tusciaweb e l’agenzia di stampa Dire.


Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani nella Renault rossa

9 maggio 1978 – Roma – Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani nella Renault rossa


I diari, semplicemente un oggetto. Un moleskine per gli appunti. Chi crede di trovarci spiegazioni resterà deluso. Troverà invece punti di riferimento. D’arrivo, cioè della giornata appena trascorsa, e di partenza. Per ragionamenti futuri, già dall’indomani. Vi si possono invece rintracciare dei percorsi. Non solo politici. Così come le cose lasciate indietro, quelle dimenticate oppure messe in coda o sminuite. Un insieme di cose, come appunto un insieme con le cose a fare da puntini al suo interno. Come un codice che va saputo leggere e interpretare, sempre con altre parole. 


Giulio Andreotti, Attilio Jozzelli e Renzo Trappolini

Viterbo – Giulio Andreotti, Attilio Jozzelli e Renzo Trappolini


“‘Abbiamo trovato Moro’. Per un attimo spero che sia vivo – scrive Andreotti il 9 maggio 1978 – ma mi dice subito che hanno trovato la salma. In una Renault a pochi passi dal Gesù e dalle Botteghe Oscure. Sospendiamo la seduta e Fanfani va a casa di Moro. Esigono che si rispetti la sua volontà, niente lutto ufficiale. Fanno anche un comunicato. Consiglio dei ministri straordinario. Donat-Cattin chiede che prima che si vada a rispondere alla Camera si abbia un dibattito in Consiglio. Della parte riguardante il ricordo di Moro, per rispettare la volontà della famiglia, non si fa al- cun comunicato, Cossiga dà notizia delle misure prese a tutela dell’ordine pubblico. Mi telefona Macchi. Il Papa piange. Proprio stamane do- vevano avere una risposta forse definitiva e che egli sperava buona. Fra i carcerieri di Aldo ci sono state evidentemente due tendenze contrapposte. Nell’ultima lettera Moro ha detto: ‘Il Papa ha fatto pochino'”.

Daniele Camilli


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