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“Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi nella Tuscia è una scelta impossibile”

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Viterbo – “Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia. Una scelta impossibile”. E’ il tema dell’incontro previsto per il 15 ottobre nella sede della provincia a palazzo Gentili in via Saffi a Viterbo. Enti e associazioni insieme per dire no al deposito di rifiuti nucleari e radioattivi nel viterbese.


Scorie nucleari

Scorie nucleari


La carta nazionale del governo ha infatti individuato nella Tuscia 22 aree idonee alla realizzazione del deposito su 67 a livello nazionale, vale a dire il 32% dei territori intercettati lungo tutto il paese. Più di tutti. Una percentuale che arriva al 92% se si considerano le sole aree del centro Italia. Ventiquattro. Ventidue riguardano la provincia di Viterbo, una quella di Grossetto e l’ultima la provincia di Siena. Per quanto riguarda il resto del paese, a nord le aree ritenute idonee dalla carta nazionale sono 8, a sud 17 e nelle isole 18.


Deposito scorie radioattive - Le aree idonee nel Viterbese

Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese


A promuovere l’incontro del 15 ottobre, assieme alla provincia di Viterbo, anche 4 comitati, due associazioni, il Sovrano militare ordine di Malta, la Pro loco di Gallese e il Biodistretto della via America e delle Forre. Tra i relatori anche rappresentanti dell’università di Foggia, della sovrintendenza, Confagricoltura e Federalberghi. Prevista inoltre la partecipazione di sindaci, associazioni di categoria e sindacati.

Con loro dovrebbero esserci anche gli assessori regionali ai rifiuti e alla transizione ecologica, rispettivamente Massimiliano Valeriani e Roberta Lombardi, il sottosegretario alle politiche agricole del governo, Francesco Battistoni, il deputato Mauro Rotelli, il senatore Umberto Fusco e il consigliere regionale Enrico Panunzi.


depositonazionale.it - Il progetto di Deposito nazionale

depositonazionale.it – Il progetto di Deposito nazionale


Il programma dell’iniziativa va dai saluti di rito all’analisi della normativa nazionale, dalle osservazioni presentate agli effetti sull’economia.

L’incontro del 15 ottobre in provincia inoltre non è casuale. E’ in corso infatti il seminario nazionale, passaggio importante per l’individuazione del sito, uno soltanto, che ospiterà il deposito.

“Il Seminario nazionale – spiega il sito internet dedicato – rappresenta il primo momento di confronto pubblico nell’ambito della procedura per la localizzazione del Deposito nazionale e Parco tecnologico. Si tratta della prima consultazione pubblica in Italia relativa a un’infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà di ottimizzare la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi già presenti o prodotti nel nostro paese”.

Il 9 novembre è prevista la sessione dedicata alla regione Lazio, cioè alla Tuscia. All’incontro del 9 novembre interverranno Mario Dionisi dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), Matteo Passoni e Andrea Pola del Dipartimento di energia del politecnico di Milano, e il direttore Deposito nazionale e Parco tecnologico di Sogin, Fabio Chiaravalli. 


depositonazionale.it - Il progetto di Deposito nazionale

depositonazionale.it – Il progetto di Deposito nazionale


Nella Tuscia i comuni coinvolti sono 14, gli ettari di terreno più di 7500 distribuiti in due blocchi. Maremma e Monti Cimini. Due aree strategiche per lo sviluppo del territorio provinciale. Una provincia che ha inoltre, dati Istat, un numero di aziende agricole e di superficie agricola utilizzata tra i più alti a livello nazionale. 

I comuni interessati e il numero di aree in cui è inserito il loro territorio: Tuscania, il suo territorio è riportato in 7 distinte aree, Canino 5, Montalto di Castro 4, Arlena di Castro 4, Vignanello 3, Corchiano 3, Piansano 2, Tessennano 2, Ischia di Castro 2, Soriano nel Cimino 2, Gallese 2, Cellere 1, Tarquinia 1, Vasanello 1.

Daniele Camilli


– Quattordici comuni e oltre 7 mila ettari coinvolti, le aree della Tuscia idonee per il deposito nazionale


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