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Ricattano coppia di imprenditori: “Mettiamo vostra figlia sulla sedia a rotelle”

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Viterbo – Coppia di imprenditori viterbesi vitime degli strozzini, via libera al giudizio immediato per i cinque presunti estorsori e usurai arrestati lo scorso 26 aprile. Vittime i titolari di una pescheria e di un ristorante, difesi dagli avvocati Giovanni Labate e Enrico Valentini,  ricorsi agli indagati a causa delle difficoltà economiche inasprite dalla pandemia. 

“Violentiamo tua moglie e mettiamo tua figlia sulla sedia a rotelle”. Gli imputati per recuperare le somme avrebbero utilizzato prima le minacce poi le maniere forti.

Per intimidire le vittime avrebbero promesso loro di dare fuoco al ristorante. Si sarebbero appropriati di una vettura. Avrebbero picchiato il ristoratore nei pressi del suo locale. Sarebbero arrivati anche a minacce di violenza sessuale e altri mali fisici, nei confronti della moglie e della figlia.

Per ottenere i soldi, ma anche quote della società, avrebbero inoltre paventato contatti con una banda di albanesi: “Violentiamo tua moglie e mettiamo tua figlia sulla sedia a rotelle”

Il gip Savina Poli ha accolto il 21 ottobre la richiesta depositata appena due giorni prima dal pm Michele Adragna. I fatti risalgono al periodo che va dall’estate 2020 all’inverno 2021, subito dopo il primo lockdown a causa della pandemia di Coronavirus. 


Michele Adragna

Il pm Michele Adragna


La prima udienza del processo è stata fissata alla vigilia di Natale, il 15 dicembre, alle ore 13, davanti al collegio presieduto dal giudice Eugenio Turco, a latere Elisabetta Massini e Roberto Colonnello. 

Su richiesta del pm Adragna, sono stati arrestati due fratelli, di 51 e 43 anni, entrambi con precedenti, già finiti in manette nel 2012 nell’ambito dell’operazione Drago, e la compagna 42enne di uno di loro. Considerati dagli investigatori le tre figure chiave dell’inchiesta sono difesi dall’avvocato Domenico Gorziglia. Gli altri due sono un albanese di 28 anni residente a Terni e un italiano 48enne di Castel Giorgio. 

Dopo sei mesi di carcere, la coppia composta dal 43enne e dalla 42enne, ha ottenuto i domiciliari lo scorso 6 ottobre. A tutti e cinque gli imputati viene contestata a vario titolo l’estorsione e la tentata estorsione in concorso, mentre soltanto a quattro il reato di usura.

Per un prestito di 45mila euro, in sette giorni l’usurato ha dovuto restituire ben 60mila euro, oppure per un altro di 90mila, nel giro di poche settimane è stata intimata la somma di 230mila euro. Il gruppo si sarebbe “consorziato” con le vittime, con modalità apparentemente lecite, mettendo delle “quote” e pretendendo nel giro di pochi mesi tassi di interesse usurai fino al 250%.

Silvana Cortignani


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