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“In sette aree della Tuscia c’è il rischio che arrivi il deposito di rifiuti radioattivi…”

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Viterbo – “In sette aree della Tuscia c’è seriamente il rischio che si possa fare il deposito di rifiuti radioattivi. Cinque di queste sono considerate molto buone e due buone”. Ciò significa che per la carta nazionale delle aree idonee al deposito previste da Sogin per conto del governo considera questo pezzo di Tuscia più buono degli altri per poter realizzare il contenitore di scorie e rifiuti. Ad evidenziare il rischio sono stati comitati e realtà del territorio che ieri mattina hanno organizzato l’incontro in provincia sul “deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia. Una scelta impossibile”. Palazzo Gentili, via Saffi, Viterbo.

Le aree in questione ricadono nei comuni di Montalto (4 aree), Tarquinia (1) e Corchiano (1), e rappresentano il 30% delle aree cosiddette di Classe A a livello nazionale. Ci sono poi le Classi B e C.


L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia

L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia


Nella sala del consiglio provinciale, assieme a comitati e sindaci, ci sono anche il presidente della Tuscia, Pietro Nocchi, il senatore Umberto Fusco e il consigliere regionale Enrico Panunzi, il sindaco di Viterbo Giovanni Arena e Coldiretti. In video conferenza il deputato Mauro Rotelli e l’assessore regionale alla transizione energetica Roberta Lombardi. In strada ci sono invece i comitati con gli striscioni contro il deposito nucleare e qualche bidone fac simile della scorie lasciato sulla porta di palazzo Gentili. A promuovere l’incontro a palazzo Gentili, con la provincia di Viterbo, sono stati invece 4 comitati, due associazioni, il Sovrano militare ordine di Malta, la Pro loco di Gallese e il Biodistretto della via America e delle Forre. Tra i relatori anche rappresentanti dell’università di Foggia, della sovrintendenza, Confagricoltura col suo presidente Remo Parenti e Federalberghi.

L’incontro è stato l’occasione per fare il punto della situazione in vista della sessione del seminario nazionale dedicata al Lazio e prevista per il 9 novembre. “Una riunione – spiegano gli organizzatori dell’incontro di ieri – che chiediamo si svolga a Viterbo. Primo perché si parla sostanzialmente solo di Tuscia, poi per dare a comitati e associazioni la possibilità di essere presenti direttamente a far sentire da vicino al propria voce. All’incontro del 9 novembre interverranno Mario Dionisi dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), Matteo Passoni e Andrea Pola del Dipartimento di energia del politecnico di Milano, e il direttore Deposito nazionale e Parco tecnologico di Sogin, Fabio Chiaravalli.

“Il Seminario nazionale – spiega il sito internet dedicato – rappresenta il primo momento di confronto pubblico nell’ambito della procedura per la localizzazione del Deposito nazionale e Parco tecnologico. Si tratta della prima consultazione pubblica in Italia relativa a un’infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà di ottimizzare la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi già presenti o prodotti nel nostro paese”.


L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia

L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia


Il punto della situazione. “Settant’anni dopo l’inizio dell’era nucleare – ha detto Angelo Di Giorgio del comitato Montalto Futura – non  esiste nel mondo alcun deposito geologico per rifiuti ad alta attività in funzione. L’Europa ha ventilato l’ipotesi della realizzazione di un deposito unico europeo. Soltanto la Finlandia sta realizzando un deposito geologico. I tempi previsti per la localizzazione e la realizzazione di un deposito geologico sono superiori a 100 anni. L’Italia non ha in programma un deposito geologico di profondità”. Dopo la pubblicazione a gennaio della Cnapi, la Carta nazionale della aree potenzialmente idonee, i territori hanno potuto avanzare le proprie osservazioni contro l’individuazione dell’area in questione. A novembre sarà la volta del seminario nazionale con sessioni dedicate alle varie zone del paese individuate. Dopodiché verrà fatta un’ulteriore scrematura delle aree idonee fino all’individuazione del sito che ospiterà il deposito e il polo tecnologico collegato su un’area di 150 ettari complessivi. Il governo, in caso di opposizione da parte del territorio, cercherà di raggiungere un accordo. Se questo non sarà possibile, il governo deciderà per conto suo. Le aree di Classe A ovviamente sono in pole position rispetto alle altre e, tenuto conto delle percentuali, la Tuscia ha il 30% di buone possibilità di essere scelta.


Deposito rifiuti radioattivi - In rosso le aree più idonee della Tuscia

Deposito rifiuti radioattivi – In rosso le aree più idonee della Tuscia


La scelta delle aree. La Cnapi ha individuato 67 aree idonee su tutto il territorio nazionale, 22 sono nella Tuscia dove ad essere coinvolti sono 14 comuni. Tuscania con 7 aree, Canino 5, Montalto di Castro 4, Arlena di Castro 4, Vignanello 3, Corchiano 3, Piansano 2, Tessennano 2, Ischia di Castro 2, Soriano nel Cimino 2, Gallese 2, Cellere 1, Tarquinia 1, Vasanello 1. Le aree sono state poi suddivise dalla Cnapi in aree di Classe A1 (molto buone), 12 in tutta Italia, di cui 5 in provincia di Viterbo, Classe A2, 11 in tutta Italia, 2 a Viterbo, Classe B, insulari, 12 aree, e Classe C, zona sismica, 29 aree.


L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia

L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia


Le ragioni dell’opposizione al deposito di rifiuti radioattivi nella Tuscia. “La maggior parte dei 60 Comuni della Provincia ha prodotto delibere di opposizione – ha detto Angelo Di Giorgio di Montalto futura -. Tra gli 11 e i 14 comuni coinvolti nella Cnapi hanno presentato osservazioni per il Seminario nazionale. Regione Lazio e provincia di Viterbo hanno espresso parere negativo e partecipato alle osservazioni. Nove associazioni e Comitati hanno investito risorse per opporsi nel Seminario”.


L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia

L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia


I motivi dell’opposizione. “I motivi dell’opposizione all’individuazione delle aree idonee nella Tuscia – ha commentato Di Giorgio – sono diverse: incoerenza fra quadro normativo e progettualità della Sogin, errori metodologici nella elaborazione della Cnapi, assenza di valutazione dei rischi per la salute e assenza di valutazione dei danni di natura economica. Inoltre l’incidenza e la tipologia di tumori nella provincia di Viterbo rendono incompatibile il territorio con il rischio di dispersione ambientale ‘acuta’ o ‘cronica’ da parte di un deposito nucleare di superficie contenente rifiuti radioattivi ad alta attività”.


L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia

L’incontro contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la Tuscia


L’analisi fatta dai comitati assieme a regione e provincia ha evidenziato anche come tutte e 22 le aree della Cnapi sono “suscettibili di rivalutazione relativamente ai criteri di esclusione previsti. Ben 12 su 15. Per citarne alcuni, le aree territoriali individuate – fanno notare i comitati – non sono rispondenti ai criteri di stabilità geologica, geomorfologica e idrogeologica, tutela del patrimonio naturale e culturale, isolamento da insediamenti antropici ed attività umane, isolamento da risorse naturali del sottosuolo”.

Sarebbero poi inadeguate la distanza dalle aree protette, il 90% delle aree dovrebbe essere escluso in base al criterio della distanza minima di 3 km, e dai centri abitati, con il 100% delle aree che dovrebbe essere escluso in base al criterio della distanza minima di 1 km. 

Daniele Camilli


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