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Irruzione in ospedale con un coltello, ricoverato lo zio del piccolo Matias

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Ubaldo Marcelli, l'uomo vestito di blu

Ubaldo Marcelli, l’uomo vestito di blu


Viterbo – Sabato mattina al funerale del nipotino Matias era seduto tra i primi banchi della chiesa Santa Maria del Soccorso, a Cura di Vetralla. All’uscita, circondato dall’affetto dell’intera comunità, si è più volte piegato sulla piccola bara bianca per baciarla e accarezzarla. Niente avrebbe potuto far presagire quello che esattamente 24 ore dopo sarebbe successo. Ubaldo Marcelli, zio del piccolo Matias Tomkow, ieri mattina ha fatto irruzione al pronto soccorso di Belcolle armato di coltello.

Seminando il panico tra i corridoi affollati di pazienti e medici, stando a quanto ricostruito, avrebbe voluto raggiungere Mirko Tomkow, l’operaio 44enne arrestato per l’omicidio del figlio e tuttora piantonato dai carabinieri in ospedale nel reparto di medicina protetta. Forse per farsi giustizia da solo. 

“Dov’è il maledetto, datemi il maledetto, voglio ammazzare quel maledetto”, avrebbe urlato.


Lo zio di Matias bloccato all'ospedale di Belcolle

Lo zio di Matias  bloccato all’ospedale di Belcolle


Erano circa le 11 di ieri mattina quando un uomo, che immediatamente dopo si è scoperto essere lo zio del piccolo Matias, avrebbe inchiodato la macchina davanti all’ingresso delle ambulanze, prendendo qualcosa dal lato passeggero e facendo irruzione al pronto soccorso lasciando lo sportello aperto.

L’operatore addetto all’accoglienza e la guardia giurata che erano di turno, vedendolo oltrepassare la porta d’ingresso senza presentarsi e privo di mascherina, avrebbero tentato inutilmente di bloccarlo, seguendolo mentre si aggirava tra le sale del pronto soccorso per poi dirigersi verso medicina d’urgenza nei corridoi affollati di personale e pazienti.


Matias Tomkow con il padre Mirko

Matias Tomkow con il padre Mirko 


All’improvviso Marcelli avrebbe tirato fuori da sotto la giacca un grosso coltello da cucina, con la lama rettangolare lunga 15-20 centimetri. L’operatore che era con la guardia giurata ha così afferrato un bastone portaflebo e chiamato il 112, lanciando l’allarme e spiegando che al pronto soccorso aveva fatto irruzione lo zio di Matias e che era armato di coltello e cercava il padre del piccolo, Mirko Tomkow, piantonato in ospedale in attesa del trasferimento in carcere.

“Ditemi dov’è il maledetto, voglio ammazzare quel maledetto”, avrebbe urlato, riuscendo ad affacciarsi in un paio di stanze, mentre si sarebbe scatenato il fuggi fuggi tra i presenti corsi a barricarsi all’interno dei locali, tirandosi le porte dietro, in preda al terrore. 



Ci sarebbero stati momenti di paura quando lo zio di Matias si sarebbe fatto sotto la guardia di giurata che fortunatamente sarebbe stata abbastanza fredda da mantenere il controllo. Dopo di che assieme all’altro operatore, che lo guidava col bastone delle flebo, sarebbero riusciti a indirizzarlo verso l’uscita.

Sarebbe durato tutto non più di 10-15 minuti. Al tempestivo arrivo della prima pattuglia dei carabinieri, lo zio era stato già condotto all’esterno del pronto soccorso. Nel tragitto non avrebbe mai mollato il coltello. In pochi istanti i militari intervenuti lo avrebbero bloccato, disarmato e affidato ai medici, mentre sul posto sopraggiungeva una seconda pattuglia.

Da quanto si apprende Marcelli sarebbe stato in forte stato di shock e dopo aver dato in escandescenze avrebbe accusato un malore. Ora è ricoverato in ospedale per degli accertamenti. È stato denunciato a piede libero dai carabinieri. 


– Lo zio di Matias in ospedale con un coltello: “Ditemi dov’è Mirko! Lo ammazzo”


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