Vetralla – “Era un tipo dalla birra facile”. Lo descrivono così in paese Mirko Tomkow, l’uomo arrestato ieri. Nel pomeriggio l’omicidio del figlio, Matias, di appena 10 anni, con una ferita alla gola. Accanto lui il coltello con cui sarebbe stato ucciso. “L’ennesima vittima della violenza maschile”, come ha detto la responsabile del centro antiviolenza “Battiti”, Giulia Ragonese.
Matias Tomkow con il padre Mirko
In tarda serata la decisione. In accordo con il procuratore della Repubblica di Viterbo, come fanno sapere carabinieri e procura – il padre del bambino ucciso a Cura di Vetralla nel pomeriggio di ieri é stato tratto in arresto per l’omicidio del figlio, ed é attualmente piantonato all’ospedale di Belcolle.
Poche parole, quelle di un puzzle che si dispone e poi compone nei punti di vista attorno alla piazza da cui parte stradone Luzi, la piccola via dove ieri pomeriggio alle 4 è stato ucciso un bambino, forse dal padre. Sarebbe stata poi la madre, Mariola Rapaj, a scoprire il tutto e a dare l’allarme con le sue urla. E’ in stato di shock, ma come detto anche dal comandante dei carabinieri Antonazzo, non è ferita e non avrebbe assistito ai fatti.
Lì, a pochi metri di distanza, la scuola dove andava il figlio. E le prime ad arrivare a ridosso dell’area delimitata da Polizia locale e carabinieri, sono le madri che tutte le mattine accompagnano a scuola figli e nipoti che ricordano bene la madre di Matias, descritta come sorridente e silenziosa. Piuttosto isolata. In un contesto, come quello di Cura di Vetralla, cresciuto a vista d’occhio nel corso degli ultimi 20 anni sotto la spinta dell’area metropolitana romana.
Vetralla – Bimbo ucciso
A Mirko Tomkow era stato notificato dai servizi sociali un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dal figlio. Pare che il divieto risalga a pochi giorni fa. Da qualche tempo era pure ricoverato per Covid e sarebbe fuggito dalla struttura dove si trovava.
“Ho parlato con lui alcune volte in un bar del paese – dice un uomo che non vuole comparire -. Lui era strano. Questa era l’idea che avevo ogni volta che ci parlavo. Era un tipo dalla birra facile”. Secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, durante la mattinata Tomkow sarebbe stato visto aggirarsi avanti e indietro vicino alla scuola del figlio.
La tragedia poco prima delle 16, quando, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la mamma di Matias è rientrata a casa e si è trovata di fronte il corpo riverso a terra di Matias con una ferita alla gola. Accanto a lui il coltello con cui sarebbe stato colpito. A terra, svenuto, anche il padre, Mirko Tomkow, 44 anni, di origine polacca. Sul posto sono arrivati subito carabinieri, polizia locale, vigili del fuoco e 118. Con loro anche il comandante dei carabinieri Andrea Antonazzo, rimasto fino all’ultimo. C’è anche la responsabile del centro antiviolenza di Vetralla “Battiti”, Giulia Ragonese. “Una vicenda terribile – ha detto la responsabile del centro – a una settimana dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La madre di Matias non si era rivolta al nostro centro antiviolenza. Abbiamo saputo del provvedimento di allontanamento. Ci siamo subito in formate, e pare risalga a pochissimi giorni fa”.
Vetralla – Bimbo ucciso
Cura un tempo era una piccola frazione del comune di Vetralla che si sviluppava un po’ tutt’intorno alla chiesa di Santa Maria del Soccorso. A breve distanza gli uni dagli altri, i negozi. Poco più avanti un cinema. Infine le scuole e le poste. Adesso Cura conta più abitanti della stessa Vetralla, oltre 5 mila, e più che a una frazione, somiglia a un quartiere della periferia romana, con un’area industriale sviluppata, contraddizioni e composizioni sociali tipiche di una zona metropolitana. Gli immigrati, qui, sono una presenza forte e radicata, integrata e in buoni rapporti con la gente del posto. Molti lavorano nelle campagne, Vetralla fa anche parte dei comuni con i noccioleti, l’olio e gli agriturismi, altri nelle imprese di pulizie o come badanti.
Vetralla – Bimbo ucciso – Giulia Ragonese del centro antiviolenza
“La conoscevo di vista – racconta Gina Olimpieri parlando della madre del bambino ucciso -. La vedevo quando portava a scuola il figlio e ci incrociavamo. Io porto spesso mia nipote. Una bella signora, sempre ben vestita. Di lui so solo che aveva l’allontanamento dalla moglie”.
Vetralla – Bimbo ucciso
“Ho visto spesso il bambino – dice invece Andrea Cianotti -. Con la madre, quando andava a scuola. Era una bambino che si divertiva e che stava sempre molto volontari assieme agli altri”. Un bambino che molti ricordano giocare con gli altri coetanei nel piccolo parco vicino alla piazza dove ieri sera s’erano radunati a un certo punto in tanti rimpallandosi l’un l’altro che notizie che intanto stavano venendo fuori da strada Luzi.
“Una vicenda che ci ha lasciato attoniti e sconvolti”, ha commentato il sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani, eletto poche settimane fa con l’ultima tornata di amministrative -, invitando poi tutti “alla riflessione, al raccoglimento e alla preghiera”.
Vetralla
Si tratta adesso di capire come mai Matias fosse solo a casa con il padre. E’ stato il bambino ad aprirgli la porta oppure il padre a prenderlo a scuola?
“L’impressione, per non dire la certezza – ha detto a caldo ieri sera Giulia Ragonese di “Battiti” – è che siamo di fronte all’ennesima vittima della violenza maschile contro cui ci battiamo ogni giorno. Ci uniamo al dolore della donna, vittima due volte. Chiediamo con forza ai nostri concittadini e alle istituzioni di collaborare con noi. E’ importante saper cogliere i segnali della violenza e ancora di più fare rete per garantire l’aiuto necessario alle donne e ai minori vittime di violenza. Perché ogni donna del nostro territorio possa rivolgersi ad un centro antiviolenza e ricevere il supporto necessario. Perché nessuna sia lasciata sola o pensi di esserlo in questa battaglia quotidiana. Alle donne diciamo questo: non siete sole, chiamate il 1522, numero antiviolenza nazionale. Alla donna che ha perso suo figlio, se vuole – ha poi concluso Ragonese – potremmo fornire l’assistenza legale necessaria e un sostegno, anche psicologico, quando lei stessa lo vorrà. Siamo a sua disposizione”.
Daniele Camilli
Articoli: Il piccolo Matias ucciso con una coltellata alla gola, arrestato il padre, di Elisa Cappelli – Il sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani: “Una vicenda che ci lascia attoniti e sconvolti” – Il comandante dei carabinieri Antonazzo: “La madre è tornata a casa e ha trovato il figlio di dieci anni morto” – Ucciso bimbo, preso il presunto omicida
Media: Fotocronaca: Omicidio in strada Luzi – Bambino ucciso a Vetralla – Video: Il comandante dei carabinieri Antonazzo: “La madre è tornata a casa e ha trovato il bimbo morto” – Bimbo di ucciso, l’intervento delle forze dell’ordine
Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.