Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – E’ stato da voi recentemente dato ampio risalto alla morte di un giovane uomo, sottolineando ripetutamente come questa sia avvenuta breve tempo dopo l’inoculazione del vaccino anti Covid.
Augusto Achilli
Da parte mia voglio invece fare presente che questo tipo di eventi viene definito in medicina come “morte improvvisa” che è dovuta, nella maggior parte dei casi, ad una aritmia maligna del cuore perlopiù scatenata da una ischemia cardiaca (insufficiente apporto di sangue al cuore attraverso le arterie coronarie).
La morte improvvisa non è rara come potrebbe sembrare, infatti in Italia se ne verificano circa 150 casi ogni giorno.
Pertanto, pur non potendo escludere in assoluto una correlazione tra la vaccinazione ed il decesso, a mio parere appare fuorviante e fonte di confusione per i non addetti ai lavori, enfatizzare, come è stato fatto, la successione di eventi vaccino-morte.
Sarebbe per esempio stato più utile accertare se il soggetto in questione avesse fumato una sigaretta o fosse stato sottoposto ad uno stress importante prima dell’evento, infatti queste condizioni molto più facilmente del vaccino possono innescare la sequenza di eventi che conducono alla morte improvvisa.
A mio parere pertanto sarebbe stato più opportuno associare la morte al vaccino soltanto dopo l’esecuzione dell’autopsia completa di esame istologico degli organi interni.
Ciò per non aggiungere benzina al fuoco delle terapie negazioniste.
Augusto Achilli
medico cardiologo
Articoli: Trentenne muore tre giorni dopo il vaccino anti Covid, lascia moglie e due bambini – Muore dopo il vaccino, l’autopsia: “Organi interni indenni da patologie” – Trentenne muore tre giorni dopo il vaccino anti Covid, la procura dispone l’autopsia
In primo luogo la ringraziamo per il suo intervento, e la invitiamo a intervenire ogni volta che la sua competenza nel suo campo può essere utile per tutti i lettori. La ringraziamo anche per la pacatezza dei toni, anche critici, che in questo tempo sono una rarità.
Pare chiaro poi che se si vaccinano milioni di persone, non può non esserci il caso di chi muore dopo la vaccinazione. Il dato interessante scientificamente sarebbe confrontare due campioni ugualmente vasti e stocastici, e vedere la differenza di quantità e tipologia di persone morte.
Come abbiamo scritto, si tratta in questo caso di un post hoc e non di propter hoc. Non c’è nessuna evidenza, per ora, di un rapporto di causa ed effetto, cioè. Non c’è nessun “ergo” insomma tra le due locuzioni. Non abbiamo affermato: “post hoc, ergo propter hoc”. Nessun sofisma quindi.
Se qualcuno fraintende non dipende certo da noi, ma dalla scuola italiana. Da tempo penso che un po’ di logica elementare dovrebbe essere introdotta fin dalla scuola primaria, e poi essere presente in tutte le fasi della formazione.
Va detto inoltre che in questo caso non abbiamo enfatizzato proprio nulla. Il fatto è che su questo caso specifico c’è una inchiesta della magistratura. E noi, come sempre, abbiamo riportato i fatti. Non spetta a noi appurare le cause del decesso, lo farà appunto la magistratura che ha disposto l’autopsia. Non spetta a noi fare pedagogia attraverso il giornale. Tacendo fatti che di tutta evidenza sono significativi.
Come dire è opportuno che in questa nazione si torni a parlare delle cose di cui si è competenti. Senza nessuna acribia maniacale, ma senza deflettere dalle proprie competenze. E le posso assicurare che i giornalisti che mi onorano nel collaborare con me e questa testata sono attentissimi agli slittamenti deontologici e semantici. Ma va detto: non è questo il caso. Tutti possono sbagliare, perfino il grande Galileo lo fece nella sua opera più nota, pensi se non possiamo sbagliare noi piccoli giornalisti. Ma non mi pare questo il caso.
Ringraziandola ancora per il suo, per altri versi, prezioso intervento, buon lavoro.
Carlo Galeotti