Viterbo – Colorati e dolci, di cioccolato ma anche in marzapane. Nella notte tra il 29 e il 30 novembre i più piccoli, ma ormai anche i non più bambini, a Viterbo ricevono il tradizionale pesce di sant’Andrea.
Una tradizione molto sentita nel capoluogo, ma pure in alcuni centri della Tuscia come Latera, Canino, Marta o Tessennano.
Pesci di Sant’Andrea
Nel piattino lasciato fuori dalla finestra, il mattino successivo si trova la la dolce sorpresa. Magari oggi non tutti metteranno fuori il piatto, ma la tradizione è ancora molto sentita e attesa da tutti.
Già da giorni le pasticcerie mettono in mostra il dolce in tutte le dimensioni e nei colori più svariati. E ovviamente, in grado d’accontentare tutti i gusti, fondente o al latte, ma ce ne sono anche di marzapane e a ben guardare nei vari negozi, non mancano varianti originali, come quello fruttato.
Una ghiotta consuetudine cui non deve rinunciare neppure chi è intollerante al latte. Ce ne sono anche per loro, così come tra gli esperti pasticceri c’è chi ne prepara pure gluten free.
L’usanza ha origini antiche e parte proprio dalla chiea di sant’Andrea al quartiere di Pianoscarano.
Qui, si narra che il parroco, per la ricorrenza era solito lasciare nell’acquasantiera pesciolini di cioccolato per i sacrestani. Uno ciascuno e poi anche per il vescovo.
Un’idea che in breve si è diffusa anche al di fuori della chiesa, in tutte le famiglie viterbesi, in quella che è una sorta d’anticipazione del clima festivo del Natale.