Viterbo – “I leoni rimangono leoni e i cani restano cani”. Il primo messaggio in libertà di Rudy Guede che il 20 novembre ha finito di scontare la condanna a 16 di reclusione per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher uccisa a Perugia la notte del primo novembre 2007. Guede ha recentemente chiesto al magistrato di sorveglianza, che ha dato subito parere positivo, di anticipare di altri 45 giorni il fine pena rispetto ai 1100 già ottenuti durante la carcerazione. Per assoluta buona condotta che già nel 2020 gli aveva permesso di uscire da Mammagialla dove era detenuto, in affidamento ai servizi sociali e senza l’obbligo di tornare in cella la sera. Da quel momento, Guede vive a Viterbo e lavora al Centro per gli studi criminologici, dopo aver fatto volontariato alla mensa Caritas e nella parrocchia di Santa Maria della Verità.
Viterbo – Rudy Guede
“Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani… Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani”. Il messaggio scritto da Guede è sul suo profilo Facebook. Probabilmente da Roma, una città che non vede quantomeno dal 2007. Postate infatti foto e video del Colosseo e dei Fori. Così come le foto di Perugia e Assisi.
Ed è proprio in questi giorni che Guede ha rilasciato le sue prime dichiarazioni. “Amanda sa la verità – ha detto Guede al The Sun -. Il tribunale mi ha condannato per complicità in un omicidio semplicemente perché il mio Dna era lì, ma gli atti dicono che c’erano altri e che non ho inflitto le ferite mortali”. “Ho cercato di salvare Meredith, non di ucciderla”, ha aggiunto. E sempre rispetto a Meredith Kercher ha concluso: “La prima cosa che voglio dire alla famiglia Kercher è quanto sono dispiaciuto per la loro perdita. Gli ho scritto una lettera in cui gli spiego quanto mi dispiace, ma è troppo tardi per chiedere scusa per non aver fatto abbastanza per salvare Meredith”.
Fuori dal carcere, Guede sta poi affrontando il primo problema che gli si è fatto di fronte. Quello del rinnovo del permesso di soggiorno, col rischio di essere espulso dal paese. Un’ipotesi per il momento tenuta lontana grazie alla presentazione della domanda di protezione internazionale, in attesa che la Commissione territoriale risponda alla sua richiesta. Cosa che però gli ha già fatto guadagnare un permesso di soggiorno temporaneo. E se la Commissione dovesse respingere la richiesta, ci sarebbero comunque ulteriori tre gradi di giudizio cui poter ricorrere.
Il post di Rudy Guede su Facebook
Una battaglia importante, quella per la concessione dell’asilo politico a Rudy Guede che vive in Italia da quando aveva 5 anni e in Costa d’Avorio dove è nato e sostanzialmente non ha più nessuno. Se la richiesta fosse accolta, potrebbe infatti creare un precedente che si rifletterebbe positivamente su tutte le persone straniere detenute in Italia e che, a seguito di una pena superiore ai 5 anni, si vedono poi espellere verso il paese di provenienza, sebbene non abbiano più contatti e in alcuni casi sia addirittura pericoloso per la loro stessa incolumità.
Raffaele Sollecito
Finita la pena di Guede, sono arrivate anche le dichiarazioni di Raffaele Sollecito, così come quelle del suo avvocato sulla possibilità di espulsione. Sollecito è stato coinvolto nell’omicidio Kercher assieme ad Amanda Knox, entrambi successivamente assolti in via definitiva. “Lui non si è mai pentito – ha dichiarato Sollecito a Tusciaweb – e ha continuato a calpestarmi”.
Rudy Guede
Sul suo profilo Facebook, sempre in questi giorni, Guede ha scritto infine una favola, quella dell’asino e della tigre, titolandola: “Non si discute con gli asini”. Con tanto di morale sul finale, con la tigre che viene punita e il leone, giudice, che gli spiega i motivi: “‘Questo non ha nulla a che fare con la questione se l’erba è blu o verde – riporta Guede sul social -. La punizione è dovuta al fatto che non è possibile per una creatura coraggiosa e intelligente come te perdere tempo a discutere con un asino, e poi venire per infastidirmi con quella domanda’. La peggiore perdita di tempo è litigare con lo sciocco e il fanatico che non si preoccupa della verità o della realtà, ma solo della vittoria delle sue convinzioni e illusioni. Non perdere mai tempo in discussioni che non hanno senso… Ci sono persone che, non importa quante prove e prove presentiamo, non sono in grado di capire, e altre sono accecate dall’ego, dall’odio e dal risentimento, e l’unica cosa che vogliono è avere ragione anche se non lo sono. Quando l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. La tua pace e tranquillità valgono di più”.
Daniele Camilli