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Rudy Guede a rischio espulsione, stessa sorte è toccata a Ala Ceoban

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Viterbo - Rudy Guede

Rudy Guede


Viterbo – Rudy Guede a rischio espulsione dopo aver scontato 14 anni di carcere per violenza sessuale e omicidio in concorso. Stessa sorte è toccata nel 2018 a Ala Ceoban, poi rimpatriata a sorpresa in Moldavia, il 19 giugno di tre anni, fa nonostante i tentativi della difesa di farla restare in Italia.

Fu una doccia fredda il rimpatrio per la 36enne rimessa in libertà tre anni prima, nella primavera del 2015, dopo avere scontato la sua pena per l’occultamento dei cadaveri della sorella e della nipote, mai ritrovati, uccise il 30 maggio 2009 a Gradoli dal cognato-amante Paolo Esposito, condannato in via definitiva all’ergastolo per duplice omicidio.

Ad Ala fu negato il rinnovo del permesso di soggiorno per via dei suoi trascorsi: la condanna a otto per favoreggiamento e l’occultamento dei cadaveri della nipote e della sorella. La 33enne, una volta finito di scontare la sua pena, ha iniziato la battaglia per restare in Italia.

Il 19 giugno 2018, due agenti in borghese l’hanno prelevata dal centro di permanenza di Ponte Galeria, dove si trovava dal 28 marzo, in seguito al decreto di espulsione, e l’hanno portata in aeroporto senza nemmeno il passaporto. 

Oltre a vivere in Italia da  sedici anni, Ala Ceoban, che si è sempre professata innocente, una volta scontata la sua pena, aveva trovato un lavoro regolare. 


“Il crimine compiuto è stato grave e efferato”

A Tarquinia era per tutti “Ala del pub”. Nessuno aveva collegato quegli occhi marroni a quelli della giovane moldava che nove anni prima aveva occultato i cadaveri della sorella e della nipote. Tatiana ed Elena, trentasei e tredici anni, uccise da Paolo Esposito, il compagno di Tatiana e l’amante di Ala Ceoban.

“Ala del pub” era Ala del Giallo di Gradoli, rintracciata dai poliziotti del commissariato di Tarquinia. Avrebbe dovuto lasciare l’Italia dopo che il consiglio di stato ha detto “no” al rinnovo del permesso di soggiorno. “Il crimine compiuto – hanno scritto i giudici nelle motivazioni – è stato grave ed efferato”.

Un money transfer partito proprio da Tarquinia l’ha tradita. Perché prima di avviare l’operazione chi vuole trasferire una somma di denaro deve presentare un documento di identità e indicare il domicilio. Ala Ceoban ha scritto “Via Mazzini 22, Tarquinia”. Ed è lì che gli agenti l’hanno trovata.


Giallo di Gradoli - Paolo Esposito e Ala Ceoban

Giallo di Gradoli – Paolo Esposito e Ala Ceoban


Detenuta modello nel carcere di Civitavecchia

Nel carcere di Civitavecchia è rimasta per sei anni. Ha lavorato come coiffeur per le altre detenute e contemporaneamente ha studiato, preso un diploma, frequentato un corso di cucina e fatto la mediatrice culturale. Detenuta modello, si è avvicinata al buddismo. Benvoluta dal personale che l’ha aiutata con una colletta, grazie ai volontari si è fatta una piccola rete di amicizie. Nel 2014, dopo un lustro di isolamento, ha riallacciato i rapporti con la madre Elena Nechifor, deceduta poi a Bologna il 2 gennaio 2017.


Viveva in Italia da 15 anni quando è stata espulsa

Ala Ceoban viveva in Italia da quindici anni quando è stata espulsa: sei trascorsi in libertà tra la Tuscia e la Toscana, sei in prigione a Civitavecchia e gli ultimi tre a Tarquinia. Dal 2003 al 2007 è stata a Gradoli; dal 2007 al 2009, dopo che la sorella Tatiana ha scoperto la relazione clandestina del compagno con la sorella, gli “amanti diabolici”, è andata a lavorare come badante a Santa Fiora, sul Monte Amiata; dal 2009 al 2015 ha scontato la sua pena nel carcere femminile di Civitavecchia; dal 2015 fino al 28 marzo 2018 fa ha vissuto e lavorato a Tarquinia.


Nella Tuscia è giunta appena diciottenne

In Italia era giunta nel  2003, appena 18enne, ospite nella villetta di Cannicelle, a Gradoli, della sorella 30enne Tatiana e del compagno Paolo Esposito, all’epoca 36enne. la giovanissima Ala avrebbe allacciato subito una relazione col cognato, nonostante avesse il doppio dei suoi anni. Il giorno del duplice delitto – il 30 maggio 2009 quando, nel primo pomeriggio, sarebbe stata uccisa per prima, probabilmente soffocata, la nipote Elena tredicenne e dopo le ore 18 la sorella Tatiana – Ala aveva 24 anni, mentre Paolo Esposito ne aveva 42.

Silvana Cortignani


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