Viterbo – Deposito nazionale di scorie e rifiuti nucleari, ieri la pubblicazione degli atti conclusivi del seminario nazionale la seconda fase della consultazione pubblica “in cui i portatori di interesse – spiega il sito internet del seminario – potranno inviare ulteriori osservazioni a Sogin e al ministero della transizione ecologica”. Una fase che durerà per altri trenta giorni. La stretta finale che porterà all’individuazione del sito in via definitiva. Con la Tuscia in pole position.
Viterbo – Manifestazione contro il deposito nazionale nella Tuscia
Il seminario è stato un momento di confronto pubblico sul progetto del Deposito nazionale e Parco tecnologico (Dnpt) e in particolare sulla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), consultabile su www.depositonazionale.it. Il seminario costituisce parte integrante della consultazione pubblica aperta il 5 gennaio 2021. Una volta terminata anche la seconda fase di consultazioni, avranno inizio le attività che, in 60 giorni, porteranno alla elaborazione della Carta nazionale delle aree idonee. La carta da cui il governo partirà per individuare il Lugo che ospiterà il deposito in via definitiva.
Un progetto che nella Tuscia ha visto l’opposizione da parte dei territori comunali e della provincia di Viterbo che in questi mesi ha convocato più incontri a palazzo Gentili, così come sono stati diversi i comitati che si sono formati da un anno a questa parte in tutta quanta la Tuscia e la Maremma. Non a caso, perché il grosso delle aree potenzialmente idonee individuate subito dalla Cnapi si trovano nel Viterbese, lungo e a ridosso della costa e sui Cimini. Ventidue aree su 67, con il pericolo concreto che il deposito si venga a fare da queste parti.
I lavori del seminario nazionale, svolti interamente on line, si sono articolati in 9 sessioni, per 11 giornate in tutto. Dal 7 settembre, con la plenaria di apertura, fino al 24 novembre con quella di chiusura. La sessione dedicata al Lazio c’è stata il 9 novembre.
Viterbo – Deposito nazionale rifiuti radioattivi – Le aree idonee della Tuscia
“La sessione Lazio – riporta il documento con gli atti conclusivi pubblicato sul sito del seminario – si è svolta in diretta live streaming i giorni 9 e 10 novembre. Alla sessione sono intervenuti il presidente della provincia di Viterbo, con i saluti istituzionali di apertura, ed esperti che hanno parlato del ruolo di Isin nel processo di localizzazione e progettazione del Dn (Deposito nazionale), del progetto nazionale del Dnpt e dell’ordine di idoneità. Sono state svolte interviste a tecnici Sogin sulla pericolosità sismica, le attività di monitoraggio radiologico e ambientale, sul Deposito di Habog nei Paesi Bassi e sulla geologia-geomorfologia, nonché alla presidente di Nucleco sulla gestione dei rifiuti radioattivi non energetici. Nel corso della sessione Lazio è stata condotta anche la sessione di recupero. Sono intervenuti i portatori di interesse che hanno presentato le loro osservazioni. I temi ricorrenti sono stati: l’incidenza dei tumori nell’area del viterbese, le procedure di valutazione ambientale, la vocazione agricola e turistica del territorio e sono state mosse alcune critiche procedurali. Chiaravalli ha presentato le considerazioni e le proposte tecniche da consultazione pubblica, soffermandosi in particolare sui temi delle valenze naturali e agricole, su aspetti procedurali, sul tema sociosanitario e sulla trasparenza del processo. Nel corso della sessione sono state poste 10 domande arrivate tramite i canali dedicati e riprese dagli interventi dei portatori di interesse e 3 richieste di chiarimento da parte della moderatrice relative alla Cnapi, alla procedura di consultazione pubblica e al progetto e alla sicurezza del Dn. In data di evento sono state registrate 680 visualizzazioni nella prima giornata e 441 nella seconda, con picchi rispettivamente di 92 e 71 utenti connessi in simultanea”.
La scelta del luogo dove realizzare il deposito riguarda a livello nazionale 67 aree potenzialmente idonee, di cui 22 nella Tuscia, 7 regioni interessate e 69 comuni coinvolti.
Deposito scorie radioattive
Il Deposito nazionale è un’infrastruttura nella quale saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. “Il Deposito – spiega il sito del governo – sarà costruito in superficie e accoglierà circa 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Si chiama ‘nazionale’ poiché ospiterà esclusivamente i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro paese, sulla base del principio normativo per cui ogni paese ha la responsabilità di gestire i propri rifiuti radioattivi. Insieme al Deposito nazionale sarà realizzato il Parco tecnologico, un centro di ricerca aperto a collaborazioni internazionali in cui svolgere attività nel campo energetico, della gestione dei rifiuti e dello sviluppo sostenibile”.
La costruzione del deposito, una volta individuata l’area destinata ad accoglierlo, richiederà 4 anni di lavori, 360 mila metri cubi di calcestruzzo, 900 milioni di euro di investimenti e 4 mila posti di lavoro che richiederanno molto probabilmente competenze specifiche.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
Che cosa succede dopo il seminario nazionale? A rispondere è sempre il sito internet dedicato al seminario. “Gli esiti della consultazione pubblica saranno funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione, che prevede che Sogin rediga la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee, risultato dell’integrazione dei contributi emersi nella consultazione pubblica e durante il Seminario nazionale. La Cnai viene trasmessa al ministero della transizione ecologica per la sua approvazione e successiva pubblicazione. Con l’approvazione e la pubblicazione della Cnai, Sogin aprirà la successiva fase di confronto finalizzata a raccogliere le manifestazioni d’interesse, volontarie e non vincolanti, da parte delle regioni e degli enti locali il cui territorio ricade anche parzialmente nelle aree idonee a ospitare il Deposito nazionale e Parco tecnologico”.
Che cosa succede in assenza di manifestazioni di interesse? “Qualora non vi siano manifestazioni d’interesse, Sogin promuoverà trattative bilaterali con tutte le regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. Raggiunta un’intesa, su una o più aree, Sogin, di concerto con gli enti locali interessati e sotto la vigilanza di Isin, svolgerà un’ulteriore campagna d’indagine tecnica. Solo al termine di questo percorso, e dopo il parere vincolante dell’Isin, il ministero della transizione ecologica, di concerto con il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, individuerà, con un proprio decreto, il sito nel quale realizzare il Deposito, come stabilito dal decreto legislativo 31 del 2010”.
Daniele Camilli
Documenti: Gli atti conclusivi del seminario nazionale – Le aree della Tuscia idonee alla costruzione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi e nucleari – Quattordici comuni e oltre 7 mila ettari coinvolti, le aree della Tuscia idonee per il deposito nazionale