Deposito nazionale di rifiuti radioattivi – Le 22 aree potenzialmente idonee nella Tuscia
Viterbo – Le aree potenzialmente idonee (soprattutto nella Tuscia) sono in attesa del 15 dicembre. Per quella data verrà pubblicato il resoconto del Seminario sul deposito nazionale di rifiuti radioattivi e si aprirà una nuova fase dell’iter sulla costruzione della struttura.
Organizzato dalla Sogin (società di stato che si occupa della gestione e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), durante il suo svolgimento sono stati approfonditi gli aspetti tecnici relativi al “Deposito nazionale e parco tecnologico”. Nelle nove sessioni, una nazionale e sei territoriali, si è parlato tanto anche della provincia di Viterbo che è la più “rappresentata” di Italia con 22 aree potenzialmente idonee sulle 67 totali: praticamente più del 30%.
Il presidente della provincia Pietro Nocchi
Il “No” del viterbese è praticamente unanime ed è stato espresso da rappresentanti del mondo della politica, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori e singoli cittadini. Tra i primi, nel corso di uno degli interventi del 9 novembre, il presidente della provincia di Viterbo Pietro Nocchi.
“E’ un’ipotesi impensabile per il nostro territorio – ha spiegato quest’ultimo –. Il numero elevato di aree idonee nella provincia di Viterbo è preoccupante. Inoltre, dopo aver fatto ulteriori analisi, posso dire che i nostri siti sono tutti in violazione rispetto ai criteri fissati. Il viterbese è una zona prettamente rurale: abbiamo tante attività agricole sul biologico e tante produzioni di qualità riconosciute dalle varie denominazioni. La struttura è necessaria per la nazione ma il processo non è stato attivato in maniera giusta. Basti pensare che ci sono dei siiti che addirittura vorrebbero il deposito, magari con la messa i sicurezza dei depositi già esistenti. Noi siamo pronti in tutte le sedi per far valere il nostro no“.
Dopo la conclusione ufficiale del seminario si aprirà la seconda fase della consultazione pubblica, della durata di trenta giorni e durante la quale i soggetti portatori di interessi qualificati potranno inviare ulteriori osservazioni.
“Le osservazioni – fanno sapere dalla Sogin – potranno essere formalmente trasmesse a Sogin e ministero della Transizione ecologica, al quale sono attribuite le funzioni del ministero dello Sviluppo economico. Gli esiti della consultazione pubblica saranno funzionali alla successiva fase della procedura di localizzazione, la predisposizione della Carta Nazionale delle aree idonee“.
Tarquinia – Il flash mob all’Università agraria
Dalla provincia di Viterbo, come detto, il no è unanime e una delle ultime dimostrazioni è avvenuta domenica 5 dicembre, con il flash mob organizzato dalla sezione Etruria di Italia nostra.
“Il nostro territorio e i nostri boschi sono intatti da generazioni e rischiano di essere distrutti dalla costruzione di un deposito nazionale di scorie radioattive – ha spiegato Marzia Marzioli, presidente della sezione Etruria di Italia nostra, riferendosi all’area VT-25 posizionata a cavallo della Sp Dogana e tra quelle ritenute idonee -. Basta guardarsi intorno per capire la pericolosità di questa proposta: siamo circondati dal verde, un verde che deve rimanere tale e non può ospitare una struttura del genere. La salute viene prima di tutto e dobbiamo opporci fermamente a questa ipotesi. Diciamo no anche all’eventualità della costruzione del deposito in uno geli altri 21 territori individuati nella Tuscia”.
Samuele Sansonetti