Hassan Sharaf
Viterbo – (sil.co.) – Morte di Hassan Sharaf, il giudice Elisabetta Massini si riserva sulle costituzioni di parte civile di mamma, sorella e cugino del 21enne egiziano deceduto il 30 luglio di tre anni fa a Belcolle dopo una settimana di agonia in seguito al tentato suicidio per impiccagione in una cella d’isolamento del carcere di Mammagialla.
Si è aperto con un duro atto di accusa da parte degli avvocati Michele Andreano e Giacomo Barelli nei confronti della casa circondariale di Viterbo e delle indagini svolte dalla procura, il processo ai due pentenziari accusati di abuso dei mezzi di correzione per uno schiaffo dato 23 luglio 2018 al detenuto, che poco dopo è stato trovato in fin di vita impiccato in cella con delle lenzuola. Gli imputati sono difesi da Giuliano Migliorati.
Il giudice, sentite le parti, con Andreano che chiede la costituzione di parte civile anche di una ong egiziana e ravvisa la necessità di approfondire le motivazioni contenute nell’opposizione alla richiesta di archiviazione per im reato di istigazione al suicidio, ha rinviato al 10 febbraio, dopo l’udienza davanti al gip Guacomo Autizi anticipata di due anni rispetto alla data iniziale e fissata per il 27 gennaio 2022.
Caso Hassan Sharaf – Gli avvocati Michele Andreano e Giacomo Barelli (al centro) con i collaboratori all’uscita del tribunale dopo l’udienza di questa mattina