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“Draghi vuole andare al Quirinale, e ci andrà”

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Roma – “Draghi vuole andare al Quirinale, e ci andrà”. A sostenerlo è Guido Crosetto, imprenditore, fondatore di Fratelli d’Italia ed ex sottosegretario alla difesa, commentando le ipotesi politiche sul prossimo inquilino al Colle.


Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia

Guido Crosetto


Lo scorso anno tutto il mondo attendeva con fiducia e speranza il vaccino per uscire dalla pandemia. Adesso che lo abbiamo a disposizione, alcuni milioni di italiani non hanno ancora deciso di sottoporsi alla vaccinazione…
“Era prevedibile. Alcuni sono no-vax da decenni e non hanno completato neppure quelli obbligatori. Chi non si è convinto finora, non si convincerà mai. Neanche con la sospensione dello stipendio o con il licenziamento”.

Un anno fa si discuteva a proposito della costituzionalità dei dpcm. Quest’anno il dibattito ruota attorno alla legittimità dello stato di emergenza e delle misure restrittive. Cosa è cambiato tra il governo Conte e il governo Draghi?
“È cambiato moltissimo. Prima avevamo una persona molto debole politicamente, che si era consolidata grazie all’utilizzo improprio dei dpcm e con un uso spregiudicato della televisione e dei media. Quest’anno abbiamo una persona più autorevole dal punto di vista internazionale che però è un commissario a tutti gli effetti, come dimostra il passaggio della finanziaria in Parlamento. Il parlamento oggi sembra non esistere più”.

Come valuta l’operato di Draghi finora?
“Ha portato avanti sostanzialmente due obiettivi: il Pnrr e la lotta alla pandemia puntando tutto sui vaccini. Le due cose sono state fatte, da un punto di vista formale, in modo egregio. Ma un conto è la soluzione formale, un altro è la sostanza. Di fatto io non ho visto una burocrazia più snella, una pubblica amministrazione più efficiente, una tassazione migliorata, un humus migliore per le aziende… Oltre ai risultati formali, non mi sono accorto di grandi passi in avanti. Anzi alcuni grandi temi, primo tra tutti quello dell’energia e del costo delle materie prime, sono stati totalmente sottovalutati”.

Draghi si è definito “un nonno al servizio delle istituzioni”. Potrebbe diventare capo dello stato?
“Penso che Draghi voglia andare al Quirinale. E probabilmente ci andrà”.

Crede in Berlusconi presidente della repubblica?
“I numeri potrebbe averli e quindi potrebbe succedere. C’è ancora molto caos, ma le cose si definiranno negli ultimi giorni”.

È realizzabile l’ipotesi di una donna al Colle?
“Non si può pensare di scegliere il presidente della repubblica per sesso. Occorre guardare alle capacità: una donna in gamba, perché no, ma si facciano nomi”.

In questo anno è stato molto trattato il tema del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che vede nella Tuscia un’area con molti possibili siti per la realizzazione della struttura. Chiaramente c’è la necessità di individuare una zona sul territorio nazionale che risponda a stringenti parametri geomorfologici, ma non si può non pensare alle conseguenze che un progetto del genere possa avere sulle aree scelte e sulle comunità che li abitano. Come si può affrontare dal punto di vista sociale un tema così divisivo?
“Vanno lasciati nei luoghi dove sono già presenti dei depositi da decenni, mettendo in sicurezza e adeguando le zone che già li ospitano. Perché aprire altri fronti?”

Una grande sfida dei prossimi anni per l’Italia e per il mondo sarà quella della transizione ecologica…
“Il tema dell’energia è un tema primario, ma che non è ancora stato sufficientemente affrontato dalla politica. Temo che arriveremo a un blackout. L’Unione europea vuole correre verso una transizione verde senza averne ancora le possibilità tecnico/scientifiche concrete. È una follia. Sarebbe come decidere di vendere un’automobile vecchia sapendo che quella nuova non arriverà prima di 5 anni, e nel frattempo rimanere a piedi. Bisogna partire quando le alternative ci sono. Potremo incominciare ad abbandonare il petrolio, il gas e il carbone solo quando avremo un modo per rimpiazzarle, ma non prima. Ci vorranno ancora anni per sviluppare le tecnologie necessarie per una vera transizione ecologica. Che senso ha impedire di produrre in Europa automobili con motori tradizionali quando tutto il resto del mondo continuerà ancora a utilizzare questi veicoli almeno per altri 30 anni?”.

Qual è il bilancio del 2021 per aerospazio e difesa?
“È stato un annus horribilis per l’aeronautica civile perché i voli e la produzione di velivoli si sono fermati. Per la difesa, tutto è andato un po’ a rilento perché lo smart working ha dilatato i tempi burocratici. Speriamo bene per l’anno prossimo”.

Quali saranno le urgenze che l’Italia dovrà affrontare nel 2022?
“Innanzitutto l’energia, le materie prime e l’inflazione. Poi lavoro e crescita economica. Il fatto che il mondo del lavoro in Italia non sia ancora stato riformato significa che è destinato a non reggere il confronto economico con gli altri paesi. Perderemo ricchezza, lavoro e reddito. Occorre puntare su una giustizia che funzioni e una magistratura che ritrovi il suo ruolo. Buono l’operato della ministra Cartabia”.

E sul piano internazionale?
“Un grande tema sarà quello dell’Africa. Non in riferimento ai barconi, ma ai miliardi di persone che tra una ventina di anni non riusciranno a mangiare. Tra qualche anno le 5 nazioni più popolose al mondo saranno africane e non sono in grado di sfamare la propria popolazione. Pensiamo alla Nigeria che avrà più abitanti della Cina”.

Cosa si augura dall’anno che verrà?
“Più fatti e meno parole”.

Alessio Bernabucci


Guido Crosetto è un imprenditore, ex parlamentare ed ex coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia. Inizia la propria attività politica nella Democrazia cristiana come coordinatore dei giovani del Piemonte. È stato consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro e presidente del Consiglio, è stato sindaco di Marene per 14 anni e consigliere provinciale a Cuneo, ma sempre dedicandosi alle aziende prima di famiglia (macchine agricole) e poi fondate da lui in altri settori. Nel 2001 e nel 2006 viene eletto alla Camera dei Deputati con Forza Italia di cui diventa responsabile per il credito e le aziende e coordinatore regionale piemontese. Nel 2008 con il Popolo delle libertà ed è sottosegretario alla difesa nel IV governo Berlusconi. Lascia il Parlamento nel 2012. Nel 2014 è eletto all’unanimità presidente dell’Aiad, la Federazione delle Aziende italiane per l’Aerospazio, la difesa e la sicurezza. È stato il fondatore, con Giorgia Meloni e La Russa, del partito Fratelli d’Italia. Nel 2018 viene rieletto alla Camera ma rassegna immediatamente le proprie dimissioni.. Nel 2020 diventa presidente di “Orizzonte Sistemi Navali”.


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