- Viterbo News – Viterbo Notizie – Tusciaweb – Tuscia News – Newspaper online Viterbo – Quotidiano on line – Italia Notizie – Roma Notizie – Milano Notizie – Tuscia web - https://www.tusciaweb.eu -

“Gli ho sparato mentre guidava…”

Condividi la notizia:

Tarquinia – “Dario Angeletti? L’ho incrociato per caso a un paio di chilometri di distanza dal parcheggio e gli ho sparato mentre guidava”. Claudio Cesaris, 68 anni, ex tecnico dell’università di Pavia residente a San Martino al Cimino, lo ha detto durante l’interrogatorio di garanzia al gip del tribunale di Viterbo che ha poi disposto l’arresto in carcere per omicidio volontario. Sulla misura di custodia cautelare dovrà esprimersi anche il giudice per le indagini preliminari territorialmente competente: quello di Civitavecchia, a cui il gip del capoluogo della Tuscia ha rimesso gli atti.


claudiocesariscane

Claudio Cesaris


Cesaris nel frattempo è ancora nel reparto di medicina protetta di Belcolle dove è stato trasferito all’alba di giovedì scorso. Per un giorno è stato in cardiologia, ricoverato dopo il malore (è diabetico e cardiopatico) accusato durante la perquisizione dell’appartamento in via Luigi Cadorna 112 poi posto sotto sequestro. “Mi sono reso conto di ciò che era successo – ha spiegato – solo quando i carabinieri sono piombati in casa. Non mi sono costituito perché ero totalmente fuori di senno. Appena ho realizzato ciò che avevo fatto mi sono sentito male”.


Dario Angeletti

Dario Angeletti


Cesaris ha confessato l’omicidio di Angeletti , il 50enne biologo e docente dell’università della Tuscia. Ma ha negato la premeditazione. “Non lo conoscevo – è la sua versione -. Non l’ho mai pedinato né gli ho dato appuntamento. Era la prima volta che lo vedevo: l’ho incrociato per caso a un paio di chilometri dal parcheggio in cui avevo l’auto. Ero alle Saline di Tarquinia dal mattino per scattare delle foto: sono un appassionato di ornitologia e come faccio spesso ero uscito per un’escursione. Mentre passeggiavo lungo la strada ho avuto un malore: un calo glicemico e ho iniziato a barcollare. Ho fermato la prima macchina che ho visto e ho chiesto aiuto e di essere portato al parcheggio. Angeletti mi ha fatto salire e sedere sui sedili dietro. Abbiamo incominciato a parlare: io ho detto che venivo da Pavia e che lavoravo in università, lui che conosceva la ricercatrice (la 39enne lombarda di cui Cesaris era ossessionato, ndr) perché erano nello stesso dipartimento. A quel punto non ho capito più nulla: ho preso la pistola e ho sparato”.


Tarquinia - Uomo trovato morto alle Saline

Tarquinia – Il luogo del delitto alle Saline


Sul corpo di Angeletti, sul quale è stata eseguita l’autopsia, sarebbero state trovate due ferite da arma da fuoco: entrambe sulla testa, a poca distanza dall’orecchio destro. “Ho perso la testa – ha continuato Cesaris -, ero fuori di me e non capivo cosa stesse accadendo. È stato un gesto di follia, una cosa improvvisa solo perché avevo con me la pistola. Non ho premeditato niente. La pistola non è la mia, l’ho trovata durante una passeggiata in giro per l’Italia. Ho il porto d’armi ma non era denunciata e quel giorno volevo gettarla via, in mare”.


Omicidio delle Saline - Tarquinia - Sotto sequestro la casa a San Martino dell'uomo fermato

San Martino – La casa di Cesaris sotto sequestro


Dopo lo sparo l’auto di Angeletti è senza controllo ma Cesaris riesce a fermarla, presumibilmente tirando il freno a mano. Ecco il perché della strana posizione in cui la macchina è stata trovata: a pochi metri dal parchimetro. Ecco il perché delle frenate sull’erba e sulla terra. Ecco perché la vittima aveva ancora la cintura di sicurezza allacciata. Il docente è stato freddato mentre era di spalle. “Gli ho sparato – prosegue Cesaris – mentre guidava. Poi sono sceso, ho ripreso la mia auto e ho iniziato a girovagare senza sapere dove andare fino a perdere l’orientamento. Durante il tragitto ho gettato l’arma, ma non ricordo dove”. La pistola non è ancora stata trovata, mentre sono stati sequestrati alcuni indumenti che il 68enne avrebbe indossato quel giorno. Ancora non è arrivato, invece, l’esito del guanto di paraffina: si tratta di una tecnica che permette di verificare se un’arma da fuoco sia stata usata da poco tempo.


Tarquinia - Uomo trovato morto alle Saline - Il parcheggio

Tarquinia – Le frenate sul luogo del delitto alle Saline


Le indagini dei carabinieri proseguono, anche per avere o meno un riscontro della versione di Cesaris. Angeletti è stato trovato senza vita una settimana fa, martedì 7 dicembre, all’interno della sua Volvo V4 grigia nel parcheggio delle Saline. Dietro al suo omicidio, secondo gli inquirenti, un movente passionale. Cesaris lo avrebbe ucciso per l’ossessione incontrollata per una ex collega di 39 anni, una ricercatrice lombarda, che aveva seguito nella Tuscia. La “colpa” del professor Angeletti? Lavorarci insieme e essergli diventato amico.


Tarquinia - Uomo trovato morto alle Saline - Il parcheggio

Tarquinia – Il luogo del delitto alle Saline


Stando a quanto raccontato al gip, tra Cesaris e la 39enne in passato ci sarebbe stata una relazione andata avanti per circa 4 anni e che poi si sarebbe interrotta. “Ma non in maniera brusca – ha spiegato il suo legale, l’avvocato Andrea Fabbio -. Dopo la rottura hanno continuato a scambiarsi chiamate, messaggi e si sarebbero sentiti”. Una circostanza che avrebbe trovato riscontro nelle indagini dei carabinieri, che all’interno del cellulare del 68enne avrebbero trovato traccia di questi scambi. La ricercatrice è già stata sentita dagli inquirenti, ma è necessario ascoltarla nuovamente.


Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.


Condividi la notizia: