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“Mio padre vi voleva bene a tutti, il suo darsi agli altri lo faceva sentire vivo”

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Viterbo – (dan.ca.) – “Mio padre vi voleva bene a tutti. Il suo darsi agli altri lo faceva sentire vivo”. Il saluto di Francesco Colasuonno, figlio di Enzo, il vigilantes del palazzo di Giustizia di Viterbo scomparso in questi giorni all’età di 55 anni per un malore improvviso. Ieri pomeriggio i funerali nella basilica di Santa Maria della Quercia a Viterbo.


Viterbo - I funerali di Enzo Colasuonno

Viterbo – I funerali di Enzo Colasuonno


“Non c’è tanto da dire – ha esordito Francesco Colasuonno -. Siete voi a parlare, tutta la gente che c’è qui oggi. I messaggi che ci avete mandato, la gente che è venuta a trovarci. Gli amici che sono cinque giorni che non mi fanno alzare un dito… Io devo ringraziare mio padre. Perché mi ha messo al mondo e nel 2019 mi ha salvato la vita. Ho passato un periodo brutto durante il quale avrebbe potuto mollare. Invece non lo ha mai fatto”.



“C’ho pensato tante volte a questo giorno. A come sarebbe stato. Purtroppo è brutto, perché non vedrò più i suoi occhi, non lo abbraccerò più e non potrò più sentire la sua voce. Voi avete conosciuto Enzo come una persona gentile, gioviale, con una parola per tutti. Poi mio padre era tante altre cose. Però, ho conosciuto anche io Enzo in questo modo. Enzo, che appena squillava il telefono, partiva. E io mi arrabbiavo tanto, perché secondo me faceva troppo”.


Tribunale - Il vigilante Enzo Colasuonno

Tribunale – Il vigilante Enzo Colasuonno


“L’ho capito negli ultimi giorni. Il suo dare lo faceva sentire vivo, pieno. Enzo aveva bisogno d’amore, e questo glielo avete dato tutti quanti. Chi lo conosce da una vita e chi lo conosce da meno tempo. Mio padre vi voleva bene a tutti”.


Viterbo - I funerali di Enzo Colasuonno

Viterbo – I funerali di Enzo Colasuonno


“Voglio poi dire una cosa a ‘noi figli’ – ha poi detto il figlio di Enzo – Non date per scontati i genitori e gli amici. Non date per scontato nessuno. Io arrivo a questo giorno senza rimpianti. Ho fatto tutto con mio padre. Andavamo a pesca insieme, a funghi insieme. Cosa che nemmeno mi piaceva troppo fare. Ma lo facevamo solo per stare insieme, stare vicini. Neanche parlavamo tanto in quei momenti. Lo facevamo soprattutto lungo il viaggio. Non mi posso rimproverare niente. L’ho abbracciato tanto, dicendogli tante volte che gli volevo bene”.


Viterbo - Francesco Colasuonno

Viterbo – Francesco Colasuonno


“Finché i genitori ci sono – ha concluso Francesco Colasuonno – ringraziateli tutti i giorni perché vi hanno messo al mondo. Per quanto la vita è brutta, è invece la cosa più bella che c’è. Andate avanti sempre, abbracciatevi e baciatevi in continuazione. Quando queste cose non si possono fare più e non si sono fatte, allora uno se ne pente. Io non mi pento di niente e vi vorrei abbracciare tutti. Mio padre era una persona conosciuta, ma quello che sto vedendo in questi giorni, mi rende veramente orgogliosa della persona che era mio padre e spero tanto di diventare almeno un quarto di quello che era lui”.


Fotocronaca: I funerali di Enzo Colasuonno

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