Viterbo – Fiocco rosa alla vigilia delle feste di Natale. E’ nata mercoledì 15 dicembre all’ospedale di Belcolle la piccola Fatima. Non una bimba qualsiasi, ma una bimba speciale. Così tanto voluta dalla mamma, da mettere a rischio la sua stessa vita pur di averla.
E’ la 24enne gravemente malata, a causa dei postumi di una meningite che sarebbe stata curata in ritardo, che la scorsa estate ha ottenuto il via libera alla gravidanza dal tribunale dopo che i medici, per il suo bene, le avevano consigliato di abortire.
Ma lei, durante l’udienza che avrebbe dovuto soltanto dare il formale via libera all’intervento, ha convinto medici e magistrati che quel bimbo doveva nascere, pronunciando soltanto tre parole “io lo voglio”, non riuscendo quasi più a parlare a causa della gravissima patologia che la affligge.
Il 15 dicembre è nata la piccola Fatima – immagine di repertorio
Nel suo grembo nel frattempo stava crescendo una femminuccia, una bambina, che i genitori hanno deciso di chiamare Fatima.
Sarebbe dovuta venire al mondo a fine gennaio, ma mamma e piccina hanno anticipato i tempi. Così Fatima è nata con circa un mese di anticipo, in seguito a un parto cesareo cui la 24enne, le cui condizioni nel frattempo si sarebbero ulteriormente aggravate, è stata sottoposta il 15 dicembre in anestesia totale.
Ieri mattina, quando si è svegliata dalla sedazione, la giovane mamma, d’origine romena ma in Italia da una decina di anni, ha saputo che quella bimba, tanto imprevista quanto desiderata, del peso di circa un chilo e mezzo, è ora in buone mani, affidata alle cure dei sanitari in quanto nata prematura, ma in buona salute e con una mamma che pur di portare avanti la gravidanza e farla nascere ha rischiato per lei la vita.
L’avvocato Luigi Mancini
Chi la conosce dice che si tratta di una persona speciale, in grado di trasmettere empatia e benessere a chi la vede, nonostante le sue precarie condizioni di salute.
A raccontare la sua storia, resa nota all’inizio di settembre, è stato l’avvocato Luigi Mancini, che assiste la 24enne nella causa contro la Asl, cui la giovane donna, colpita due volte dalla meningite, ha chiesto un risarcimento danni in quanto sarebbe stata curata in ritardo.
“La bimba si chiama Fatima ed è sana. Purtroppo non possiamo dire altrettanto della madre”, dice il legale annunciando la nascita della piccola. “Essendo nata prematura ha bisogno delle cure del caso, ma sta bene. Preoccupano di più le condizioni della mamma, giunta sfinita alla fine della gravidanza. Non possiamo che augurare a entrambe, e anche al padre, un gran bene”, dice ancora Mancini.
“Sta malissimo la mia assistita, è dilaniata dal dolore, non riesce nemmeno più a stare in piedi – spiegava tre mesi fa l’avvocato Mancini – ma ha una gioia di vivere e un sorriso che non hanno eguali e sono veramente contagiosi, tanto che si è sparsa la voce e la gente va a vederla come se fosse la Madonna, perché ha un sorriso che fa bene a chi lo vede. Io sono ateo, ma veramente c’è qualcosa di eccezionale in questa ragazza”.
Nonostante faticasse a parlare, a muoversi, ad andare perfino al bagno da sola, la giovane, che è sposata, è rimasta incinta del marito.
Gravidanza a rischio per la mamma
“Scoperta la gravidanza, tutti quanti i dottori ci hanno detto che bisognava procedere con un aborto. Non per il bambino, ma per le condizioni di salute in cui versa la madre, che faticava già ad alimentarsi, veniva alimentata con le flebo, per cui questo bambino, nel corso della gravidanza, avrebbe finito con lo sgretolarle tutte le ossa, prendendo da lei tutte le sostanze per crescere”, ricorda il legale.
Una formalità il via libera all’aborto
“Siccome la mia assistita era già sottoposta ad amministrazione di sostegno del marito, abbiamo fatto istanza al giudice tutelare affinché venisse rimosso questo ultimo ostacolo all’aborto, non essendo lei in grado di esprimere una volontà chiara”. L’udienza si è tenuta nel corso dell’estate. “Siamo comparsi davanti al giudice Federico Bonato, che ha chiamato anche il presidente Eugenio Turco, c’erano inoltre tutti i medici”, dice il legale, tuttora incredulo per la sorprendente evoluzione della vicenda. Quello che sulla carta avrebbe dovuto essere poco più che un passaggio formale per ottenere il via libera all’interruzione della gravidanza si è trasformato in una sorta di “miracolo”.
Solo tre parole: “Io lo voglio”
“Davanti a medici e magistrati, lei, con grande tenerezza, ha cominciato ad accarezzarsi la pancia e ad accarezzare le ecografie, poi ha detto soltanto tre parole, ‘io lo voglio’, che non si sa come sia riuscita a dirlo, commuovendo sia i medici che i magistrati e tutti noi che eravamo presenti”. “Ci siamo disarmati, tutta la cosa si è fermata e lei ha potuto portare avanti la gravidanza. E’ stata una cosa incredibile, chi conosce il caso si chiede come abbia fatto a parlare”.
“Lei era contentissima, felicissima di aspettare un bambino. Quando ha capito il motivo per cui era lì, ha espresso una gioia e un entusiasmo che perfino i medici presenti hanno detto che se viveva la gravidanza con tale entusiasmo, non poteva che farle bene”.
Silvana Cortignani
– Gravemente malata ottiene il via libera alla gravidanza a un passo dall’aborto…