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Omicidio alle Saline, di uno zio militare in pensione la pistola che ha sparato

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Tarquinia – Omicidio alle Saline, di uno zio militare in pensione la pistola che ha sparato. L’arma, però, non sarebbe ancora stata trovata.


Omicidio delle Saline - Tarquinia - Il luogo del delitto - Nei riquadri: Claudio Cesaris e Dario Angeletti

Omicidio delle Saline – Tarquinia – Il luogo del delitto – Nei riquadri: Claudio Cesaris e Dario Angeletti


E’ una delle novità emerse in queste giorni e riportata nella trasmissione Quarto grado sull’uccisione di Dario Angeletti.

A premere il grilletto il 68enne Claudio Cesaris, ex tecnico dell’università di Pavia, reo confesso dell’omicidio del professore Unitus, Dario Angeletti.

Il 50enne, docente di Ecologia, è stato trovato senza vita all’interno della sua auto, una Volvo V4 grigia, nel parcheggio dell’oasi delle Saline a Tarquinia. Aveva la cintura di sicurezza ancora allacciata e due colpi alla testa partiti da una pistola di cui i carabinieri sono ancora alla ricerca.

Quella stessa pistola che apparterrebbe – stando a quanto riportato dalla trasmissione Quarto grado – a un parente militare in pensione di Cesaris e che il 68enne avrebbe ritrovato all’interno di una sua proprietà.


Dario Angeletti

Dario Angeletti


Stando a quanto ricostruito finora, il motivo che avrebbe spinto il 68enne a premere il grilletto e a uccidere Angeletti sarebbe passionale. Cesaris avrebbe colpito mortalmente il docente per l’ossessione incontrollata nei confronti di una ex collega lombarda di 39 anni, che da un po’ di tempo si era trasferita nella Tuscia e di cui Angeletti era divenuto collega e amico.

Tutto porterebbe a pensare a una premeditazione, ma questo aspetto è stato negato da Cesaris di fronte al gip. Eppure molti dettagli potrebbero far pensare il contrario.

Nella trasmissione Quarto grado sono stati analizzati passo dopo passo tutti i movimenti di Cesaris quel giorno, ripresi dalle telecamere di sorveglianza.


Tarquinia - Uomo trovato morto alle Saline - Il parcheggio

Tarquinia – Uomo trovato morto alle Saline – Il parcheggio


Alle 8,57 si sarebbe recato al parcheggio per poi spostarsi nell’area protetta delle Saline. Alle 10,46 sarebbe tornato di nuovo al parcheggio per fare pochi passi e poi tornare da dove era venuto. Alle 11 avrebbe spostato la sua macchina all’ombra di alcuni pini. 

Alle 13,01 l’incontro con Angeletti. “L’ho incrociato per caso a un paio di chilometri dal parcheggio in cui avevo l’auto – ha dichiarato al gip durante l’interrogatorio di garanzia -. Ero alle Saline di Tarquinia dal mattino per scattare delle foto: sono un appassionato di ornitologia e come faccio spesso ero uscito per un’escursione. Mentre passeggiavo lungo la strada ho avuto un malore: un calo glicemico e ho iniziato a barcollare. Ho fermato la prima macchina che ho visto e ho chiesto aiuto e di essere portato al parcheggio. Angeletti mi ha fatto salire e sedere sui sedili dietro. Abbiamo incominciato a parlare: io ho detto che venivo da Pavia e che lavoravo in università, lui che conosceva la ricercatrice perché erano nello stesso dipartimento. A quel punto non ho capito più nulla: ho preso la pistola e ho sparato”.


Tarquinia - Una delle videocamere alle Saline

Tarquinia – Una delle videocamere alle Saline


Rimane, tuttavia, da chiarire perché avesse con sé l’arma da tutta la mattina e perché abbia deciso di disfarsene solo dopo l’omicidio e non prima. 

Nel frattempo per Claudio Cesaris si sono aperte le porte del carcere di Mammagialla. Il 68enne ha lasciato l’ospedale di Belcolle dove dallo scorso 7 dicembre era ricoverato in medicina protetta. Il ricovero si era reso necessario a causa di un malore che l’uomo, cardiopatico e diabetico, aveva accusato quando i carabinieri sono andati a prelevarlo nella sua abitazione a San Martino al Cimino, al civico 112 di via Luigi Cadorna. 


Presunzione di innocenza

Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.


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