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Viterbo – Primo giorno da semplice cittadino per Giovanni Arena. L’ex sindaco ha subito cominciato a pedalare. “Sono uscito di casa e ho fatto cinque chilometri a piedi, in centro e fino a via Garbini. Ho ripreso il mio contatto preferito, quello diretto, con la gente”. Da lunedì non è più in comune, nel pomeriggio ha lasciato l’ufficio e al suo posto è arrivato il commissario Scolamiero, dopo la sfiducia firmata da 18 consiglieri, gran parte dei quali di maggioranza. Arena però, sembra intenzionato a non lasciarsi abbattere. Anzi.
Giovanni Arena, com’è stato il primo giorno non più da sindaco ma da semplice cittadino?
“Mi sono fatto a piedi cinque chilometri – racconta Arena – sonno uscito di casa e arrivato in centro, poi fino a via Garbini”.
Una lunga passeggiata per smaltire l’amarezza di un’esperienza finita prima del tempo?
“No, ho semplicemente ripreso quello che è il mio tipo di contatto preferito, con la gente. Inutile dire che ogni passo che facevo qualcuno mi fermava per esprimermi solidarietà e vicinanza”.
Cosa le dicevano?
“Mi hanno sollecitato ad andare avanti. C’è chi mi ha spiegato che alle ultime elezioni non mi ha votato, ma che adesso non solo mi darebbe la sua preferenza, ma è pronto a fare campagna elettorale insieme a me”.
Quando ha lasciato il suo ufficio?
“Lunedì pomeriggio. Ieri invece ho incontrato il commissario, per le varie incombenze e fare il punto. Scolamieri è una persona di grande esperienza e valuterà il da farsi. Probabilmente, su alcune iniziative, non dovendosi confrontare politicamente riuscirà a risolverle in modo meno faticoso. Di certo, le lasciamo una mole di lavoro importante. Sono certo che gli uffici saranno in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, abbiamo un’ottima classe dirigente che saprà collaborare con il commissario. Io, come cittadino, sono a disposizione per quello che potrò”.
Ha avuto modo di metabolizzare la scelta di 14 consiglieri di maggioranza che hanno firmato per mandarla a casa?
“Di certo è una situazione che ho maldigerito. In passato è stato difficile per me gestire continue tensioni all’interno della coalizione. Ci ho messo tanta pazienza e il buonsenso del buon padre di famiglia. Adesso siamo in una fase di grande attenzione per il Covid, una situazione drammatica per le famiglie, anche di natura economica, mente per l’amministrazione sono stati finanziati grandi interventi e ci sono tempistiche da rispettare. Non è facile”.
Che spiegazione si dà?
“Penso che le esigenze dei partiti si siano dimostrate superiori a quelle della città, l’esatto contrario di ciò che un amministratore dovrebbe fare. Questo, a prescindere dalla proprie motivazioni”.
La scelta di Forza Italia d’andare alle elezioni provinciali col Pd, rompendo l’alleanza con FdI e Lega qualche conseguenza se la sarebbe portata. Non lo immaginava?
“Certo, ma questa è stata esagerata. È come se il comune di Roma cadesse perché un municipio è governato da una maggioranza diversa. Io ho un’altra visione, ma prendo atto che altri la vedono diversamente”.
Eppure i segnali, gli ex alleati li avevano lanciati.
“Non capisco perché non fatto lo hanno fatto al momento della presentazione liste. Posso pensare che se avesse vinto il candidato presidente di Lega e FdI non sarebbe successo niente. Sono ripicche tra partiti, ma ripeto, avrei capito di più se la scelta di dimettersi l’avessero presa quando sono state presentate le liste e non dopo”.
Ha già annunciato che intende rimanere in gioco, da inizio anno nuovo già in campagna elettorale?
“Se la vogliamo chiamare così… ma io intendo vicinanza alla gente a livello organizzativo, con un punto d’appoggio per ascoltare e consigliarmi con i cittadini. Mi piacerebbe verificare il consenso che ho, al di là di quello che sarà, alleanze e via dicendo. A me interessa tastare il polso della città, ascoltare. Le prime reazioni da parte dei viterbesi mi sembrano ottime nei miei confronti. Non lo sono altrettanto per chi ha provocato questo terremoto”.
Giuseppe Ferlicca