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“Tre anni e mezzo di fallimenti, per questo Arena cade…”

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Alvaro Ricci

Alvaro Ricci

Viterbo – “Arena cade per 3 anni e mezzo di fallimenti, la provincia ha fatto solo da detonatore”. La crisi in comune, col ritorno anticipato alle urne ormai certo, vista dal capogruppo del principale partito d’opposizione, Alvaro Ricci (Pd).

L’alleanza tra FI e Pd da una parte e quella mancata del centrodestra, che si è presentato con FdI e Lega ha provocato il cataclisma a palazzo dei Priori. Anche se il punto di vista di Ricci è un po’ diverso.

“Arena è caduto perché nella sostanza – osserva il capogruppo Pd – è stata sfiduciato dai cittadini ormai da tempo. La provincia semmai ha fatto da detonatore. Sono certo che se fosse stata un’amministrazione che lavorava ed era in salute, non ci sarebbe stata provincia che l’avrebbe messo a rischio”.

L’ennesima crisi è stata fatale. “Più volte – osserva Ricci – l’amministrazione Arena ha attraversato crisi, dipese da fattori esterni. Una per tutte, quella relativa al comune di Civita Castellana. Nulla che avesse a che vedere con Viterbo, ma solo per riequilibri nel centrodestra, in cui il capoluogo ha fatto da compensazione”.

Ma un fattore supera quello politico: “Quest’amministrazione è stata per tre anni e mezzo un fallimento, che certo non si può addebitare solo al sindaco, seppure lui sia il primo responsabile. L’errore più grave che ha commesso è stato contornarsi d’assessori inadeguati al ruolo per il quale sono stati chiamati. Il punto vero della crisi è questo”.

Intanto Arena si è dimesso e una ventina di consiglieri vanno dal notaio, tagliando pure i venti giorni di tempo che ha per ripensarci. “Secondo me non si risolvono le situazioni scappando dal notaio. Si affrontano in consiglio comunale con una mozione di sfiducia. La differenza di veduta tra noi e il centrodestra è tutta qui.

Noi riteniamo che l’esperienza vada chiusa per tre anni e mezzo di fallimenti, loro per l’accordo in provincia”.

Metà mandato, da giugno 2018, è stato superato, senza che nessuno se ne sia accorto, per Ricci.

“Sfido chiunque – prosegue Ricci – a chiedere alla prima persona che passa in strada, cosa abbiano fatto di significativo. Ci dovranno pensare bene, nessuno si ricorderà qualcosa. Perché nulla hanno fatto.

I soli progetti portati a termine arrivano tutti da chi c’era prima di loro, Michelini sindaco. L’ultima, l’inaugurazione del museo dedicato a Sebastiano Del Piombo. Pensato, appaltato dalla precedente amministrazione.

Loro hanno avuto il merito, si fa per dire, di averci messo tre anni e mezzo. Lo stesso dicasi per il parcheggio fuori valle Faul.

Al centrodestra invece si può imputare il pasticcio del recupero di piazzale Gramsci, il mezzo marciapiedi a Ponte dell’Elce. La scuola e la palestra a Santa Barbara sono rimaste come le hanno trovate. Su queste cose Arena cade, non certo sulla provincia, secondo noi”. E per Ricci è un bene che cada.

“Un ulteriore anno e mezzo – prosegue Ricci – avrebbe provocato altri ritardi e problemi alla città. Non sono in grado di risolverli, semmai sono bravi a crearli”.

Lo stop forzato non bloccherà finanziamenti in ballo per decine di milioni di euro. “Nessun rischio – spiega Ricci – il cofinanziamento è stato approvato, così come la variazione di bilancio. Responsabilmente il mio gruppo ha dato il via libera e non come fece il centrodestra quando eravamo noi a governare, per il bando delle periferie, i tre milioni a disposizione o il museo di Sebastiano del Piombo”.

Una ventina di consiglieri, gran parte di maggioranza, dal notaio a far cadere l’amministrazione subito. E il Pd? “Mi pare una situazione superata dalle dimissioni del sindaco Arena.

Il nostro punto di vista era portare la crisi in consiglio comunale, confrontarci e votare la sfiducia. Ma sulla fine di quest’esperienza siamo tutti d’accordo”.

Basta la metà dei consiglieri più uno che si dimettono a decretare la fine. Sulla carta ci sono, ma se dovessero servire: “Ripeto, con le dimissioni di Arena, il problema non si pone più”.

Giuseppe Ferlicca


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