- Viterbo News – Viterbo Notizie – Tusciaweb – Tuscia News – Newspaper online Viterbo – Quotidiano on line – Italia Notizie – Roma Notizie – Milano Notizie – Tuscia web - https://www.tusciaweb.eu -

“Una voce” di Pier Francesco Cari premiato al Girogirocorto festival

Condividi la notizia:


Una scena del cortometraggio Una voce di Pier Francesco Cari

Una scena del cortometraggio Una voce di Pier Francesco Cari

Pier Francesco Cari

Pier Francesco Cari

Civita Castellana – “Una voce” di Pier Francesco Cari premiato al Girogirocorto festival di Roma. L’opera del regista e autore di Civita Castellana ha ottenuto la menzione speciale del pubblico, che l’ha votata come miglior cortometraggio della rassegna.

Il Girogirocorto festival si svolge a Roma ed è organizzato in collaborazione con l’Institut français Centre Saint Louis.

“Una voce”, distribuito dalla società specializzata in cortometraggi e documentari Premiere film, aveva già raggiunto la finale al Salus cinefestival di Caltanissetta e al Versi di luce di Modica, prima di ottenere il premio a Roma.

Il cortometraggio dura 18 minuti ed è incentrato sulla storia di una giovane donna in carriera (interpretata da Francesca Anna Bellucci) che vive una relazione con un uomo conosciuto solo tramite chat. Rimasta senza lavoro, la donna cerca d’intensificare il rapporto invitando il partner a un primo incontro, ma lui non si presenta. Il dolore e la frustrazione trovano così sfogo nell’autoerotismo.

“Mi fa piacere che questo corto stia piacendo, soprattutto perché è stato girato in maniera del tutto indipendente e a costo zero – spiega Cari -. Le attrezzature utilizzate erano nostre e non ci sono scene di esterni o allestimenti particolari: c’è un’attrice sola in una casa”.

“L’idea – racconta l’autore civitonico – nasce da un’opera di Roberto Rossellini, Una voce umana, in cui Anna Magnani telefona a un uomo che l’ha appena lasciata, alternando momenti di depressione e rabbia in un dialogo che, per lo spettatore, potrebbe chiudersi in qualsiasi modo da un momento all’altro, visto che la voce dell’altra persona non si sente mai”.

Cari trasforma “Una voce in umana” in “Una voce”. Spersonalizzata, senza più alcuna forma di contatto. “Qui – spiega – la protagonista è sola come la Magnani, ma è innamorata di una persona non ha mai visto e che conosce solo tramite il telefono. Le sta bene così, fino a quando non perde il lavoro e cerca rifugio in questa relazione, scoprendone all’improvviso tutta l’inconsistenza. Ed ecco che il sesso, in questo caso l’autoerotismo, diventa una droga per anestetizzare il dolore”.

Scopo del corto? “Vorrei far riflettere sul fatto che oggi c’è il rischio di vivere delle relazioni che in realtà sono solo dei passatempi tra due proiezioni di persone, due immagini di Whatsapp. Illusioni che si scoprono (e fanno terribilmente male) solo quando in uno dei due nasce il bisogno di trasformare il rapporto in qualcosa di più vero”.

Alessandro Castellani


Condividi la notizia: