|
|
Viterbo – Deposito di scorie radioattive, la Tuscia il territorio con più zone idonee.
Un primato, quello che si è aggiudicato la provincia, che da ieri ha fatto discutere il mondo politico, le associazioni ambientaliste, le organizzazioni economiche e agricole.
Ieri il sito della Sogin (società incaricata della gestione del nucleare) ha pubblicato l’elenco delle città che potrebbero ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani.
Sono 67 le zone in Italia che soddisfano i criteri stabiliti cinque anni fa e riportati nella Cnapi (Carta delle aree potenzialmente idonee). La maggior parte se le è “aggiudicate” la Tuscia: 8 i comuni coinvolti maggiormente, 22 le aree considerate più o meno idonee su cui insisterebbe il deposito.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
La mappa pubblicata suddivide le zone papabili a seconda della fattibilità: verde smeraldo (zone più idonee), verde chiaro (zone di livello buono), celeste (isole), giallo (zone meno adeguate ma comunque di possibile realizzazione).
Fra le 22 in provincia di Viterbo ci sono: Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, due lotti a Canino, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania, un’altra area Canino-Montalto, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1 e 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Gallese.
Nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione (5 gennaio, ndr) ci sarà la consultazione pubblica con regioni ed enti locali. Servirà il consenso della comunità per proseguire e arrivare alle manifestazioni d’interesse. Trovato l’accordo potrebbero trascorrere almeno 4 anni per costruire deposito e parco.
Deposito scorie radioattive – Le aree idonee nel Viterbese
Alla notizia dell’idoneità della Tuscia, sono stati in tanti nel mondo politico, nel mondo ambientalista e nel mondo delle organizzazioni economiche e politiche, a prendere una posizione decisa e a dire no.
Tant’è che per lunedì 11 gennaio è stata organizzata una call conference tra i sindaci della provincia di Viterbo per discutere della questione e capire come muoversi.
Il presidente della provincia Pietro Nocchi
La riunione è stata organizzata dalla provincia con l’interessamento del consigliere regionale Enrico Panunzi che ieri ha espresso tutta la sua contrarietà: “Non sono favorevole all’ipotesi che la Tuscia possa ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani”.
C’è tempo 4 mesi per presentare tutte le osservazioni. L’obiettivo è “dimostrare che, nella Tuscia – ha spiegato Panunzi – non ci sono le condizioni per ospitare un sito di stoccaggio: da quelle ambientali, con un territorio che ha già dato ospitando sul litorale a poca distanza le centrali elettriche di Montalto di Castro e Civitavecchia (Roma), a quelle paesaggistiche e colturali, con zone di notevole pregio naturalistico o a fortissima vocazione agricola; da quelle infrastrutturali, che non sono rispondenti a un trasporto sicuro di questo tipo di rifiuti, a quelle culturali e artistiche, da sempre un vanto della provincia di Viterbo”.
Enrico Panunzi
Alla call conference di lunedì parteciperanno anche il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut, e l’assessore regionale per il Ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, Massimiliano Valeriani.
“Dei circa 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi che saranno conferiti al deposito – si legge sul sito della Sogin -, il 60% deriverà dall’esercizio e lo smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca”.
Deposito scorie radioattive – Le fasi di stoccaggio
I rifiuti avranno tre barriere. La prima barriera condizionerà i rifiuti radioattivi con una matrice cementizia dentro dei contenitori metallici.
I contenitori verranno inseriti nella seconda barriera formata da dei moduli di calcestruzzo speciale pensati per resistere oltre 300 anni. I moduli, a loro volta, verranno inseriti in celle di cemento armato che verranno sigillate e che andrebbero a rappresentare la terza barriera. Anch’essa pensata per resistere oltre 300 anni.
Il tutto verrà ricoperto con più strati di materiale studiato per prevenire le infiltrazioni d’acqua.
Le zone idonee in Italia
Toscana-Lazio: 24 zone tra le province di Siena, Grosseto e Viterbo (Comuni di Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano)
Piemonte: 8 zone tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e così via)
Basilicata_Puglia: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso)
Sardegna: 14 aree tra le zone in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri)
Sicilia: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
Elisa Cappelli
Articoli: Otto comuni della Tuscia tra le aree idonee al deposito di rifiuti radioattivi – Scorie radioattive nella Tuscia, lunedì call conference organizzata dalla Provincia – – Lorenzoni (M5s): “Battistoni dimentica che nel 2010 il suo partito faceva del nucleare il suo cavallo di battaglia?” -Novelli: “La comunità caninese contraria allo stoccaggio di rifiuti nucleari” – Giampieri (FdI): “Ordine del giorno in ogni consiglio comunale contro deposito nucleare” – Cgil, Cisl, Uil: “Fermamente contrari al deposito di rifiuti radioattivi nella Tuscia” – Italia Nostra e Forum ambientalista: “Completa indifferenza nello svendere un’intera comunità” – Fdi Tarquinia: “No ai rifiuti tossici in un territorio con già due centrali” – Orizzonte Lazio: “Scorie radioattive, difenderemo il territorio dall’ennesimo tentativo di stupro” – Bordo: “Invece di promuovere il turismo ci chiedono di far diventare le nostre terre discariche nucleari” – Dottarelli: “Sembra un vizio, ieri le centrali geotermiche e oggi le scorie radioattive” – Assonautica: “Pronti a mobilitazioni per esprimere il nostro dissenso” – Ghinassi: “Come giustificare un deposito di scorie radioattive in aree a vocazione agricola e turistica?” – Corchiano, Gallese e Vignanello: “I siti individuati confinano con monumenti naturali e parchi nazionali” – Comune di Capalbio: “Tutti i comuni della Maremma si uniscano nella lotta alle scorie nucleari” – M5s Montalto di Castro: “Deposito nazionale di rifiuti radioattivi, il nostro territorio ha già dato troppo” – Bigiotti (Anci Lazio): “La Tuscia non deve diventare la pattumiera d’Italia” – Ceccarelli: “Bisogna essere uniti, compatti e decisi nel difendere il nostro territorio” – Ass. Montalto e Pescia legate insieme: “Il nostro territorio giudicato ‘molto buono’ per ospitare le scorie, serve una grande battaglia di tutti” – Forza Italia Canino: “Canino è zona archeologica e ha prodotti Dop, le scorie nucleari qui no” – Cisal: “La Tuscia condannata a diventare la pattumiera del nucleare nazionale” – Codacons: “Contro le scorie nucleari arriva la task force di avvocati”




