Viterbo – “Le fontane di Viterbo vanno prima messe in sicurezza e salvate e poi, per valorizzarle e promuoverle, bisognerebbe istituire la figura del Commissario delle acque, come si faceva nel medioevo. Una struttura destinata solo alla gestione, al funzionamento e alla valorizzazione delle nostre fontane e dei nostri acquedotti”. Paolo Paganucci è un ingegnere che si è occupato di acque e fontane viterbesi. Realizzando, qualche tempo fa, un documentario dedicato agli aspetti storici, artistici, archeologici delle sorgenti, degli acquedotti, dei fossi e delle fontane della città di Viterbo.
Viterbo – La fontana di piazza delle Erbe
Dieci fontane su 10. Danneggiate, piene di melma e muschio, alcune vuote, altre imbiancate probabilmente dal cloro. Lo stato in cui versano le fontane monumentali del centro storico di Viterbo. L’altro giorno la proposta del consigliere comunale del Pd, Alvaro Ricci. Finanziare il restauro delle fontane con 500 mila euro. Proposta che ha trovato parere favorevole dell’assessora comunale ai lavori pubblici Laura Allegrini.
Viterbo – La fontana di piazza delle Erbe
Paganucci, cosa ne pensa dello stato in cui versano le fontane di Viterbo?
“Penso, come credo anche altri, che versino in uno stato pessimo. L’articolo di Tusciaweb fotografa la realtà. A Viterbo non abbiamo mai avuto un grande amore per le nostre fontane. Basta vedere cime sono ridotte. Abbandonate e danneggiate. Abbiamo completamente perso la cultura delle acque”.
Che importanza avevano le fontane?
“Erano fondamentali. E fondamentale era avere acqua in un centro abitato. E da sempre hanno rappresentato il biglietto da visita della città. Non solo, ma presentano anche delle caratteristiche particolari che spesso non conosciamo. Ad esempio Fontana Grande veniva alimentata da un acquedotto romano che partiva dalla zona di Santa Maria in Gradi, dalle parti dell’università, e attraversava piazza Crispi per arrivare nell’area del Bagnaccio. Questo acquedotto è stato intercettato all’altezza di Porta Romana e le acque sono state convogliate verso Fontana Grande. Una scoperta fatta nel XV secolo, quando mancò l’acqua alla fontana. Oppure, all’esterno di Porta Fiorita c’è un arco. Lì c’è un altro acquedotto fatto costruire dalla famiglia Gatti. Questo partiva dalla Mazzetta, scavalcava il fosso dalle parti di Porta Fiorita alimentando il lavatoio e la fontana di Pianoscarano, così come quella di Palazzo dei Papi. Fino alla Fontana del boia che sta fuori Viterbo”.
Adesso le fontane come vengono alimentate?
“Vengono alimentate dall’acquedotto pubblico. Questo, se non sbaglio, dagli anni ’70”.
Viterbo – Paolo Paganucci
Come mai alcune fontane, come ad esempio quella di piazza della Rocca, sembrano essere diventate bianche?
“Probabilmente per il cloro, di cui gli acquedotti pubblici sono spesso pieni”.
Quali interventi andrebbero fatti nell’immediato per salvare le fontane di Viterbo?
“Le fontane di Viterbo vanno innanzitutto messe in sicurezza. Alcune fontane sono completamente danneggiate. Altre perdono acqua. Fontana Grande ha anche i getti d’acqua che non sono regolati. Va poi ripristinata tutta quanta la distribuzione interna , ipotizzando anche un discorso di alimentazione a ciclo continuo. La stessa acqua che entra ed esce, risolvendo in questo modo anche il problema del cloro. In più risparmieremmo anche l’acqua. Vanno infine, e non da ultimo, vanno avviati lavori di restauro per riparare i danni fatti dal tempo e dall’incuria”.
E per valorizzarle?
“Bisognerebbe istituire la figura del Commissario delle acque, come si faceva nel medioevo. Una struttura destinata solo alla gestione, al funzionamento e alla valorizzazione delle nostre fontane e dei nostri acquedotti”.
Daniele Camilli
Fotogallery: Le fontane del centro storico
Articoli: Laura Allegrini: “Fontane, condivido le parole di Ricci e sono pronta a sostenere il suo emendamento”– Alvaro Ricci: “Le fontane si potevano salvare, ma la giunta Arena disse no…” – Le fontane di Viterbo sono tutte da buttare…


