Viterbo – Torna a ribollire l’acqua di Dante, quella del Bullicame. Ma il posto, dopo 7 anni di sostanziale indifferenza, è deserto e poco riconoscibile il lavoro di recupero da parte dell’università della Tuscia che aveva portato alla nascita del parco tra la Tuscanese e la superstrada. A ridosso delle caserme e Castel d’Asso. A una manciata di chilometri da Valle Faul a Viterbo e là dove nel 1300 passò il poeta fiorentino che, poi, nel XIV canto dell’Inferno scrisse: “Quale del Bulicame esce il ruscello Che parton poi tra lor le peccatrici, tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo ed ambo le pendici Fatte eran pietra, e i margini da lato”.
Dante paragona il ruscello che si dirama dal fiume infernale Flegetonte alle acque del Bullicame, dove da qualche anno c’è pure un parco. Un paesaggio lunare splendido interrotto solo da strade, rumore di macchine e capannoni in lontananza.
Viterbo – Il Bullicame
Torna l’acqua sulfurea al Bullicame, dopo 7 anni d’assenza. Quando una rottura abusiva del pozzo San Valentino aveva prosciugato tutto. “Martedì mi sono recato alla callara e con una grande emozione ho visto quest’ ultima stracolma, i rigagnoli attorno pieni di acqua e la piscina piena. È una gioia immensa per me che sono sto a pochi chilometri da lì”. A scriverlo sul suo profilo Facebook è stato Franco Marinelli. E l’emozione è sincera. Marinelli e gli altri del comitato Solidarietà cittadina si battono da anni per l’acqua pubblica, che non è solo quella che si beve dai rubinetti, ma anche quella delle pozze che i viterbesi, da qualche anno a questa parte, stanno sempre di più vedendo a pagamento. Oppure non vedendo più, come accaduto alle terme di San Sisto sotto la Trasversale vicino Vetralla.
Al Bullicame in questi giorni non c’è nessuno. La balneazione, a causa del Covid, è vietata. C’è solo un custode dell’associazione di volontariato Adivo, che tiene pulita tutta quanta la zona. Quotidianamente, su tre turni. Tutti i giorni, dalle 8 di mattina alle 5 del pomeriggio. In fondo, seduti, si vedono il dosso che viene su dalla casa del boia alla superstrada e le case di Viterbo.
Viterbo – Il Bullicame
Il Bullicame, sta scritto su uno dei pannelli all’ingresso, è “un sito di rilevante interesse paesaggistico, storico e monumentale per la città di Viterbo, già noto agli etruschi e ai romani per l’uso delle acque termali a fini terapeutici e nel medioevo anche per le attività di macerazione della canapa e del lino, tanto che Dante per ben tre volte lo cita beni canti dell’Inferno. A partire dalla metà del XIII secolo e fino al XIX l’intera area ebbe un ruolo rilevante sull’economia cittadina. Cesare Pinzi, nel 1905, la descrive come una collinetta biancastra e nuda d’ogni vegetazione che domina la piana di Viterbo con un pennacchio di fumo proveniente da un laghetto bollente di colore ceruleo che corona il vertice della collina”.
Viterbo – Il Bullicame
Un tempo l’area è stata a lungo abbandonata. Ora è pulita ma desolata, e ha evidentemente subito i 7 anni d’indifferenza. In mezzo, il recupero naturalistico e storico, prezioso, da parte dell’università degli studi della Tuscia che ne ha valorizzato diversi aspetti e caratteri rilanciando un’area molto importante per il territorio, assieme a tutto il lavoro fatto con l’orto botanico che si trova lì di fronte.
Viterbo – Il Bullicame
“Le due vasche per la balneazione terapeutica – prosegue il pannello turistico all’ingresso – sono state realizzate di recente in corrispondenza di antiche pozze alimentate da cavallette scavate nel travertino che si dipartono dalla sorgente termale. L’acqua sgorga a una temperatura di circa 58° C e raggiunge la prima vasca a una temperatura variabile tra 25 e 40° C in base alla stagione”.
Viterbo – Il Bullicame
All’interno del perimetro del Bullicame, dove al centro affiora la callara, ci sono anche specie vegetali rare e collezioni botaniche. Aiuole oggi quasi irriconoscibili, così come il piccolo stagno realizzato per la tutela del rospo smeraldino. Mancano pure un paio di pannelli. Altri sono arrugginiti. Però è tornata l’acqua e la cosa non è di poco conto, merito di chi fino in fondo c’ha creduto e un possibilità in più per il futuro del territorio che sarà duro.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: Il Bullicame – Video: Torna l’acqua nel parco




