Indagini dei carabinieri
Oriolo Romano – (sil.co.) – Carabiniere preso a sprangate durante una rapina in casa, bocciato il ricorso in cassazione di uno dei due presunti ladri arrestati otto mesi fa dai carabinieri di Viterbo. Sostiene che non era in uso a lui, bensì alla suocera, il telefono finito nel mirino degli investigatori in seguito a un colpo messo a segno all’inizio del 2020.
Lo scorso 20 luglio sono finiti ai domiciliari col braccialetto elettronico due cognati di Cerveteri, di professione giostrai, secondo l’accusa in trasferta a Oriolo Romano dal litorale laziale, entrambi indagati anche per altri colpi, individuati seguendo le tracce di una Fiat 55L e di un telefono cellulare.
La rapina a Oriolo Romano risale a sei mesi prima dell’arresto. Era l’8 gennaio 2020, quando il militare, rientrando a casa verso le 18, trovò la coppia di ladri che, dandosi alla fuga, lo presero a sprangate con una prognosi di sette giorni.
Grazie ai filmati delle telecamere del comune, i carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo hanno individuato targa e modello dell’auto, appunto una Fiat 500L, riuscendo poi anche a dare un volto ai due soggetti, noti alle forze dell’ordine perché con alle spalle numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, indicati anche dalla vittima a seguito di riconoscimento fotografico.
Per la difesa, però, non ci sarebbero le prove che uno dei due cognati arrestati – un 27enne originario di Milano, domiciliato con la figlioletta e la compagna dai suoceri a Cerveteri e residente a Marina di Massa con la madre (dove è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare) – avesse in uso l’utenza telefonica a lui intestata.
Esisterebbero invece le prove che fosse in uso ai suoceri nell’estate del 2018, come risulta da indagini della procura di Grosseto su dei furti di cui è accusato il suocero, basate anche sulle intercettazioni di conversazioni della coppia. Successivamente all’arresto del marito, anche lui nei guai per presunti furti in abitazione, l’utenza sarebbe passata alla moglie. Sempre per la difesa, inoltre, le varie utenze avrebbero avuto “un uso promiscuo endofamiliare, il che impedisce di individuarne l’effettivo utilizzatore nel giorno del delitti”.
Ma la giustificazione, almeno per ora, non è servita a scagionare il 27enne.
Lo scorso 10 agosto il tribunale del riesame ha infatti confermato l’ordinanza di custodia cautelare e l’11 novembre anche la cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, con pubblicazione delle motivazioni il 24 febbraio.
La suprema corte di Cassazione
Il 27enne, assistito dall’avvocato Riccardo Lottini del foro di Grosseto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Viterbo, la scorsa estate si è difeso dicendo che lui, da un paio di anni, è tornato a vivere con la madre in Toscana e che quella scheda è rimasta in uso alla ex suocera, che se l’è effettivamente intestata il 15 luglio, pochi giorni prima del suo arresto.
Avrebbe ammesso la frequentazione della casa di Cerveteri, ma solo per la necessità di “continuare a gestire la figlioletta”, tanto da esser stato controllato dai carabinieri di Orbetello sull’Aurelia, all’altezza di Capalbio, mentre in auto con la compagna e la figlia si dirigeva verso Massa ed è certa la presenza della donna a Massa per alcuni giorni nei quali ha attivato schede telefoniche.
Nel frattempo il suocero – un 41enne a sua volta detenuto per un serie di furti in appartamento commessi tra la Maremma toscana e Bracciano e per scontare un cumulo di pena di sei anni sempre per reati contro il patrimonio – dopo essere stato trasferito dal carcere di Grosseto a quello di Rebibbia, lo scorso 17 gennaio si è reso protagonista di una rocambolesca fuga, durata dieci giorni, terminata con la consegna ai carabinieri di Cerveteri.
Articoli: Carabiniere preso a sprangate durante una rapina, arrestate due persone – Vede i ladri uscire dalla finestra di casa, carabiniere preso a sprangate in testa

