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Orte - Il responsabile provinciale Economia della Lega Marco Tofone lancia la sfida: "Contro di me accuse ridicole, ma è ora di guardare avanti"

“Basta con Giuliani, se il centro-destra fa un progetto alternativo io ci sono”

di Alessandro Castellani
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Angelo Giuliani e Marco Tofone

Angelo Giuliani e Marco Tofone


Orte – Le battaglie condivise in opposizione e poi la corsa alla vittoria elettorale del 2016 sono solo un lontano ricordo. Oggi Marco Tofone e Angelo Giuliani, rispettivamente ex presidente del consiglio comunale ed ex sindaco di Orte, sono due universi politici destinati a scontrarsi.

Tofone, fresco di nomina a responsabile provinciale del dipartimento Economia della Lega e protagonista della sfiducia al sindaco a inizio mese, annuncia di voler continuare l’impegno politico a Orte “solo se ci sarà un progetto serio alternativo a Giuliani e al Pd”. Il tutto dopo che Giuliani aveva chiuso ogni possibilità di ricucire i rapporti, definendo “tempo perso” il dialogo col suo ex delfino.

Come commenta le reazioni sulla sfiducia che ha votato al sindaco?
“Mi hanno stupito quelli che si sono sorpresi. Io sono il primo che è uscito dalla maggioranza, quasi un anno fa e con ampie critiche. Cosa potevano aspettarsi?”.

Forse qualcuno sperava che il suo giudizio su Giuliani fosse cambiato…
“Non poteva cambiare. Non c’è mai stata autocritica, solo autocelebrazione per risultati che in realtà sono abbastanza scarsi per quello che doveva essere fatto. L’azione amministrativa è stata farraginosa, improvvisata e poco condivisa: si guardava al grande obiettivo, ma non si facevano piani su come raggiungerlo. E chi, come me, esprimeva dissenso su questo modo di lavorare, veniva ignorato. Ora che non sono riusciti a combinare niente e non hanno neanche provato a tenere compatta la maggioranza, devo sentire il vicesindaco Proietti che fa la vittima e mi definisce ‘traditore’. Direi che siamo al ridicolo”.

Giuliani ha detto che non ha voluto dialogare con lei perché lei “non ha voglia d’impegnarsi per la città”.
“Non so a quale versione di Giuliani bisogna credere. Ha avuto un anno di tempo per provare a parlarmi dopo l’uscita dalla maggioranza e non l’ha mai fatto; poi, pochi minuti prima dell’ultimo consiglio comunale, ha chiesto pubblicamente il mio sostegno definendomi ‘amico’; in consiglio comunale ha anche rimarcato che ero stato proprio io a volerlo candidato sindaco; alla fine, dopo la sfiducia, ha usato scuse puerili per ammettere che non mi ha mai contattato. La verità è che Giuliani non può avere un dialogo con me, perché il suo modo di lavorare è approssimativo e il mio no”.

Perché lei non si sente un “traditore” della maggioranza?
“Perché ero uscito dalla maggioranza da quasi un anno, mettendo in luce problemi che nessuno ha mai cercato di risolvere. Non ho tramato alle spalle di nessuno e credo di essere stato molto coerente con le mie posizioni. I traditori, casomai, sono quelli che non hanno saputo confrontarsi con chi presentava critiche costruttive, favorendo lo sfaldamento della squadra e quindi la fine dell’esperienza di Orizzonte comune”.

Si riferisce a Proietti?
“Non solo. Ma se dobbiamo parlare di lui, direi che mi lascia allibito. Non fa altro che lamentarsi di ‘non aver avuto il tempo di fare le cose’. Vorrei ricordare che il suo mandato è durato 5 anni e che di tempo per portare a casa i risultati ne ha avuto fin troppo. Era l’assessore ai Grandi eventi e l’unica cosa che ha saputo fare è stata farci perdere la Spartan race, cioè l’evento più grande che c’era a Orte”.

Del passato abbiamo parlato. Ma che ne sarà il futuro di Marco Tofone?
“Se ci sarà un progetto valido, con una programmazione seria e con persone che parlano il mio stesso linguaggio, lo sposerò. Ma la compattezza della squadra sarà essenziale, perché l’uomo solo al comando non vince mai”.

Chi immagina all’interno di questo progetto?
“Essendo un esponente della Lega, penso a un ambito di centro-destra, ma sono disponibile a parlare con chiunque voglia affrontare la politica in maniera differente rispetto a quanto fatto da Giuliani. A me il confronto piace, per cui sono aperto a tutti”.

Anche ai suoi ex compagni di maggioranza?
“Certo, a condizione che siano loro a cercare di cambiare il modo di lavorare che c’è stato finora e non io a tornare indietro. Mi è dispiaciuto sentire certi attacchi da persone con cui ho costruito rapporti ottimi anche fuori dal consiglio comunale”.

In pratica la sua unica condizione è: no a Giuliani.
“Non è una questione personale, ma di metodo. La mia condizione è: no all’uomo solo al comando. Di certo l’idea che ha Giuliani di ricandidarsi a sindaco corrisponde alla visione distorta che lui ha del suo stesso operato”.

Pensa a un’alleanza con Bacchiocchi?
“Diego è un amico che fa parte di un altro partito. Io devo pensare alla Lega: se le nostre idee andranno avanti con quelle di Fratelli d’Italia e degli altri partiti di centro-destra, sarà un piacere stare dalla stessa parte. Non abbiamo fatto nessun accordo e non ne avevamo fatti nemmeno prima della sfiducia a Giuliani, ma chiaramente esiste la possibilità di condividere un progetto”.

A proposito di Lega, l’altro consigliere comunale del Carroccio, Delle Macchie, si è schierato dalla parte di Giuliani. Quindi la posizione della Lega a Orte è quella di Tofone o quella di Delle Macchie?
“La Lega è un partito. Non è Tofone, né Delle Macchie. Enrico è un uomo della Lega come me, sarei contento di trovarmi ancora sulla stessa strada con lui”. 

Quante liste si presenteranno alle prossime elezioni?
“Credo che ce ne saranno almeno tre: quella della sinistra, quella di Giuliani e una terza, che è quella in cui spero di potermi riconoscere”.

In tre parole, come si distinguerebbe il suo progetto politico rispetto alle passate amministrazioni?
“Chiarezza, caratterizzazione delle scelte ed efficacia. Ma potrei aggiungere anche trasparenza e senso di responsabilità. In questa città manca chi sappia dare una caratterizzazione all’azione amministrativa. Bisogna decidere un aspetto su cui puntare forte e farlo al 100%: che sia cultura, commercio, sport… qualunque cosa, ma che venga valorizzata davvero. E poi non può esserci una scusa per ogni fallimento”.

Alessandro Castellani


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22 aprile, 2021

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