Napoli – Duro colpo al clan Sibillo di Napoli. I carabinieri hanno arrestato 21 persone, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose.
Napoli – Il blitz dei carabinieri
Il clan camorristico attivo nel centro della città, tra il 2013 e il 2015 è stato retto dai fratelli Pasquale ed Emanuele Sibillo. Giovanissimi, appartenenti alla cosiddetta “paranza dei bambini”, che sono diventati a tempo di record baby boss e baby killer.
E proprio alla figura di Emanuele Sibillo, ucciso in un agguato a 20 anni nel luglio del 2015 che il clan sarebbe rimasto strettamente legato, tanto da disseminare la città di simboli in suo onore. Murales, sigle e “simboli della venerazione” che i carabinieri, nel blitz che ha portato ai 21 arresti, hanno fatto rimuovere. Come l’urna funeraria con all’interno le sue ceneri che si trovava in un altare dedicato alla Madonna al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, nel cuore di Napoli, dove risiede la famiglia Sibillo.
I murales e le sigle che ricordano il boss sono ovunque in centro: nei Decumani sono perfettamente visibili, sui muri, le scritte inneggianti il clan e il simbolo del baby boss ucciso, “ES17” una si trova proprio nella via che porta all’ingresso del palazzo, raffigurante una pistola con la scritta “Sibillo Regna”. I militari hanno rimosso foto e una testa in cartongesso di Emanuele Sibillo che si trova davanti all’ingresso delle abitazioni.
Ci sarebbero stati momenti di tensione, subito sedati dalle forze dell’ordine, quando uno della famiglia Sibillo si è opposto dicendo che quella era una proprietà privata.
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY