La sala Bingo di via Garbini
Viterbo – I fantasmi del Bingo. “Noi siamo i lavoratori invisibili delle sale Bingo”. Lo dice con forza Domenico Batessa, che è uno di loro. Lo conferma Elvira Fatiganti, che fa invece la segretaria generale del sindacato UilTucs di Viterbo che li rappresenta. In particolar modo quelli della sala in via Garbini.
Il rischio principale, se va avanti così, cioè se il Bingo non riapre, è la chiusura delle sale. Con i lavoratori licenziati, tutti. “Non c’è un piano B”, precisa la segretaria della UilTucs.
Viterbo – Domenico Batessa
“E’ da ottobre dell’anno scorso che non lavoriamo – racconta Batessa -. Per noi, la ripresa del 26 aprile semplicemente non esiste. Non solo, ma si parla di tutti, ristoratori, palestre eccetera, ma non sento nessuno parlare dei lavoratori delle sale Bingo. E’ come se non esistessimo. Nessuno ci prende in considerazione”.
Oltre 150 mila lavoratori in tutta Italia, una cinquantina solo su Viterbo. Con uno stipendio medio che si aggira attorno ai 1200 euro al mese. “Come stiamo vivendo? Con il Fondo di integrazione sociale – risponde Batessa -, una specie di cassa integrazione. E alcuni lavoratori che hanno visto il proprio reddito calare anche di 600 euro al mese”.
Viterbo – La sala Bingo di via Garbini
Le sale Bingo sono chiuse dall’autunno e nessun governo le ha più prese in considerazione all’interno dei decreti che mano mano ha approvato per contrastare la diffusione del Covid e al tempo stesso permettere all’economia di riprendere in qualche modo a respirare.
“Praticamente è quasi un anno che sono fermi – spiega Fatiganti – con gravi disagi economici per le proprie famiglie e frustrazione psicologica a livello personale. Non abbiamo mai capito le ragioni di questa chiusura. Le sale Bingo sono state tra le prime ad attivarsi per garantire il rispetto della normativa anti Covid”.
Per chiedere la riapertura delle sale bingo i sindacati hanno convocato una mobilitazione nazionale per il prossimo 12 maggio. “Con manifestazioni in contemporanea – spiega un comunicato del sindacato – che si terranno presso la prefettura del capoluogo di regione o davanti alle sedi del consiglio e giunta regionale”.
Viterbo – Elvira Fatiganti della UilTucs
“Sono mesi che siamo senza un giorno di lavoro – sottolinea Batessa -. Ogni lavoratore distribuisce le proprie spese in base a quello che guadagna. Rate, bollette, e così via. Invece, quando ti vedi ridurre lo stipendio ecco che arrivano le difficoltà. Quelle più gravi”.
“Ci sono colleghi – aggiunge Batessa – che hanno figli e a parte questo stipendio non percepiscono altro. C’è gente che non arriva a fine. Ci sono colleghi che stanno diventando padri. Una situazione disastrosa, siamo arrivati all’esasperazione. Ed è quello che stiamo vivendo”.
Viterbo – Protesta alla sala Bingo – Immagine di repertorio
Sono diverse le mansioni lavorative in una sala Bingo. Venditore di cartelle, cassiere, capo tavolo, responsabile di sala, cuoco, cameriere. “Ci sono famiglie che vivono solo di questo – commenta Fatiganti -, coppie, marito e moglie che adesso si ritrovano entrambi in cassa integrazione”.
Non solo, ma secondo la segretaria della UilTucs, la chiusura prolungata delle sala da gioco comporta anche un altro rischio. “La diffusione della criminalità organizzata – conclude Elvira Fatiganti -. Perché poi la gente continua a giocare. Ed ecco che potrebbero venire fuori delle vere e proprie sale clandestine, come potrebbe accadere, ad esempio, soprattutto nella periferia della città”.
Daniele Camilli
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