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Inquinamento ambientale - Scarichi fuorilegge nel lago, parlano gli ex sindaci di Gradoli e Bolsena

Luigi Buzi: “Sono stato sempre in prima linea” – Paolo Equitani: “Servono soldi”

di Silvana Cortignani
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Viterbo –  Scarichi fuorilegge nel lago di Bolsena, tutti pronti a farsi interrogare. Tra cui gli storici sindaci di Gradoli e Bolsena, Luigi Buzi e Paolo Equitani, alla guida dei rispettivi comuni per 10 e 15 anni. Sono gli unici i cui successori siano rimasti fuori dall’inchiesta che parte da maggio 2015 per arrivare a oggi. 

Per l’Arpa Lazio, nel triennio 2015-2017, la qualità dell’acqua è passata da buona a sufficiente. Un “declassamento” che, secondo l’inchiesta della procura sfociata in 16 avvisi di fine indagine, fa il paio con il deterioramento e la compromissione delle condizioni delle acque del lago di Bolsena. In una zona naturale protetta e sottoposta a vincoli paesaggistici.

La colpa sarebbe dei molteplici scarichi non autorizzati delle acque reflue urbane prodotte dai comuni del bacino che sverserebbero i reflui nel suolo in prossimità del lago, nei corsi d’acqua che si immettono nelle acque del bacino del lago o direttamente nel lago. Da qui l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale in concorso a carico di 12 sindaci e ex sindaci, due vertici ex Cobalb e due funzionari della provincia.


Il sindaco di Gradoli Luigi Buzi

L’ex sindaco di Gradoli, Luigi Buzi


Stupito di trovarsi tra gli indagati l’ex sindaco di Gradoli, Luigi Buzi, per dieci anni alla guida del comune che può contare su ben 8 chilometri di lungolago. “Io ho sempre combattuto queste cose – ricorda Buzi – sono sempre stato in prima linea, un rompiscatole, presente ai prelievi assieme a Legambiente, Goletta Verde e Arpa Lazio. Ho anche sollecitato ulteriori prelievi, per fare controlli incrociati, una volta che sono usciti dati contrastanti relativamente a un fosso”. 

Più alghe a causa del fosforo nelle acque reflue. “In particolare – si legge nel 415 bis – cagionando la progressiva riduzione della concentrazione di ossigeno nelle acque profonde (ipolimnio), conseguenza diretta dell’aumento della produzione algale (eutrofizzazione)”. “L’aumento della produzione algale a sua volta è stato causato dall’incremento dell’apporto di nutrienti algali, in particolare di fosforo contenuto nelle acque reflue abusivamente sversate il cui indice di concentrazione nelle acque del lago è in costante crescita nel corso degli anni”.

Criticità più o meno gravi vengono segnalate in tutti i comuni lacustri: Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Marta, Capodimonte e Valentano. Si va dai tubi di scarico di acque reflue, proveniente dalla raccolta dei reflui fognari comunali, che sversano nelle scoline di raccolta delle acque piovane ai reflui fognari scaricati nei fossi.

 Massima prudenza da parte degli inquirenti a fronte di un’indagine articolata e complessa, che si è avvalsa anche del contributo di fior di consulenti. “E’ stato fatto un lavoro gigantesco, esaminando tutto il divenire di una situazione che ha radici remotissime” ha spiegato il procuratore capo Paolo Auriemma, sottolineando come nei confronti degli indagati “la procura si pone in una posizione di assoluto dialogo”.


Paolo Equitani

L’ex sindaco di Bolsena, Paolo Equitani


Tutti pronti a farsi interrogare. Anche lo storico sindaco Paolo Equitani, che dal 1999 ha amministrato per venti anni il comune di Bolsena, 15 anni da sindaco e 5 anni da vicesindaco.

“Per quello che mi riguarda credo di avere fatto tutto quello che dovevo fare, sono fiducioso nella magistratura che sicuramente valuterà le cose con tanta attenzione. Noi gli daremo tutti i chiarimenti che servono, pensando a un atto dovuto in quanto sindaci, anche se sono fuori altre strutture che avrebbero dovuto stare dentro. Penso di avere cose utili da riferire agli inquirenti, personalmente, ma anche gli altri, ho sempre lavorato e cercato di fare del tutto perché questa storia prendesse il verso giusto”.

“Risolvere il problema è semplicissimo, non è che non si sa come si risolve, è solo un problema economico. Coi soldi si risolve sempre tutto. Finanziamo i comuni perché dividano le acque bianche e nere all’interno dei centri abitati. A Bolsena lo abbiamo già fatto in parte, grazie a un finanziamento di dieci miliardi al Cobalb che trovai all’inizio del mio mandato e che abbiamo diviso tra i vari comuni. Facciamo un collettore delle acque bianche, mettiamo a monte 40-50 milioni e il problema di risolve”. 

“Ora con Talete la situazione è notevolmente migliorata dopo essere rimasti senza Cobalb, quando la Regione ha tolto il finanziamento di 700mila euro l’anno con le relative conseguenze sui conti della società, basti pensare ai costi dell’elettricità. Qui ci vogliono i finanziamenti, ci vogliono i soldi, senza soldi non si fa niente, speriamo che la Regione Lazio in questo recovery plan che stanno approntando metta anche in campo un discorso sui laghi”.

Silvana Cortignani


Capodimonte - Sversamento di liquami nel lago di Bolsena

Capodimonte – Sversamento di liquami nel lago di Bolsena


Chi sono i 16 indagati

I dodici sindaci, tra ex e in carica, sono: Mario Fanelli e Antonio De Rossi di Capodimonte, Lucia Catanesi e Maurizio Lacchini di Marta, Luciano Cimarello e Massimo Paolini di Montefiascone, Paolo Equitani di Bolsena, Massimo Bambini di San Lorenzo Nuovo, Luigi Buzi di Gradoli, Piero Camilli di Grotte di Castro, Francesco Pacchiarelli e Stefano Bigiotti di Valentano.

Per la provincia sono indagati i funzionari Mara Ciambella e Ernesto Dello Vicario. Per la Cobalb, infine, sono indagati l’ex direttore generale Massimo Pierangeli e l’ex rappresentante legale e amministratore unico Giancarlo Olivastri


Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.


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23 aprile, 2021

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