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Viterbo - Comune - Infuocato consiglio straordinario - Soldi per l'Apea andati in fumo – L'opposizione accusa l'amministrazione Arena d'avere perso tempo – Ultimatum di Fondazione al sindaco perché sia trovata una soluzione

Poggino, il danno è tratto e i finanziamenti persi

di Giuseppe Ferlicca
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Viterbo - La zona industriale del Poggino

Viterbo – La zona industriale del Poggino


Viterbo – Poggino, il danno è tratto. I finanziamenti prendono il volo per l’area artigianale e le imprese che fanno parte dell’Apea (area produttiva ecologicamente attrezzata).

I termini scadono oggi e con la diffida da parte dell’amministrazione comunale, tutto si è fermato. A poco è servito il consiglio comunale straordinario, se non a prendere atto di un disastro annunciato. È il secondo convocato su richiesta dell’opposizione, dopo quello di venti giorni fa che però non vedeva la presenza della controparte. Stavolta gli imprenditori c’erano e hanno mostrato tutto il loro disappunto e rammarico.

La storia è nota. Il consorzio nasce con Michelini sindaco nell’aprile del 2018. “Felice intuizione – ricorda Alvaro Ricci (Pd) – dell’allora assessora Raffaela Saraconi”.

Poi, non si sa bene come, entra in scena il consorzio. L’amministrazione Arena, parecchio tempo dopo, si rende conto di farne parte. Senza, sostiene il sindaco, che ci sia un atto di indirizzo. Quindi parte la diffida. Pratiche confuse. Punto su cui concordano tutti, come tutti o quasi concordano sul fatto che si sia perso tempo. È la principale accusa all’amministrazione Arena.

Risultato: la partecipazione al bando per 11 milioni di euro scade oggi. Niente proroghe, occasione persa.

“Dopo anni – dice Enzo Mancini, imprenditore del Poggino – ancora si parla su cosa e quando si doveva fare. Noi abbiamo l’ok della regione, tuttavia non siamo riconosciuti formalmente come Apea e non possiamo agire se tutti i soci non aderiscono”. Il comune non pare intenzionato a farlo.

“In queste condizioni – prosegue Mancini – come potevamo proporre progetti? In caso di proroghe se ne può ancora parlare, altrimenti ritengo di no”. Speranze zero.

Antonio Di Pietro è un altro imprenditore. “Siamo arrivati con le idee confuse – incalza Di Pietro – e e ce ne andiamo che lo sono ancora di più. I tempi si sono allungati tra un rimpallo e l’altro. È un danno. Non solo per il Poggino, ma per la città. Perché il Poggino è di Viterbo, è anche suo, sindaco. Dovreste avere a cuore maggiormente le sue sorti”.

La diffida da quelle parti non se l’aspettavano. “Dopo essere stati a vostra disposizione, ci ha ferito riceverla. Non lo meritavamo per l’impegno umano e non solo che abbiamo messo. Normale che abbiamo risposto, siamo stati costretti a spendere soldi per i legali. Come ha fatto lei, sindaco. Ma con i soldi della comunità, noi abbiamo usato i nostri.

Tutto adesso è andato a farsi friggere. Continuiamo a dare la nostra disponibilità, ma non perdendo ancora mesi e anni. A noi piace la concretezza. Ogni giorno come imprenditori ci troviamo a un bivio e scegliamo. Vorremmo che lo facesse pure l’amministrazione comunale”.

Dura l’opposizione che accusa il centrodestra per il tempo e i finanziamenti persi. Non si saprà mai, se avendo agito per tempo la storia avrebbe preso una piega diversa. Poco importa. È il non avere agito, risolto a tempo debito a pesare.

“Avete affossato Apea – tuona Giacomo Barelli (Forza civica) – e fatto perdere i finanziamenti, buttando nel cestino un lavoro meritorio della precedente amministrazione. La responsabilità politica è vostra. Pagherete il conto di fronte ai cittadini”.

Alvaro Ricci (Pd) è stato tra quelli che ha portato all’attenzione del consiglio le difficoltà. Inascoltato. “Siamo fuori tempo massimo – ribatte Ricci – mesi fa dovevate venire in consiglio come vi avevamo chiesto e non come oggi, costringendovi. Se avessimo fatto aperta anche la seduta di venti giorni fa, sarebbe stato tempo guadagnato”. Oggi è tardi.

Mentre Chiara Frontini (Viterbo 2020) ricorda come se il problema era l’ingresso nel consorzio, sarebbe bastato riportare in consiglio la pratica e decidere: “Invece di procrastinare tutto per tre anni. Avete portato a spasso imprenditori sani per così tanto tempo e poi avete protocollato una diffida”.

Dalla maggioranza, Andrea Micci, capogruppo Lega, fa notare come ci siano incongruenze nella pratica Apea.

“Il comune deve stare dentro Apea – spiega Micci – questo è il solo dato, poi valutiamo se possa o meno partecipare al consorzio e se una sua uscita possa generare difficoltà”.

Ma la sferzata al sindaco, seppure con toni pacati, all’interno della maggioranza arriva da Fondazione. Premettendo che Apea è partita con le carte confuse, seppure con una volontà politica certa, Santucci ammette come in tutta la vicenda ci sia stato un eccesso di burocrazia. Poi arriva al primo cittadino.

Poco prima Arena aveva spiegato d’avere contattato l’assessore regionale Orneli per capire il da farsi. Per fare presto, un messaggio whatsapp.

“Andava chiamata prima la regione – dice Gianmaria Santucci (Fondazione) – a un giorno dalla scadenza dei bandi è tardi.Come Fondazione noi vogliamo stare in questo percorso. Diamo delega piena a trovare una soluzione, Arena deve trovarla. Apea va salvata. A noi sta bene la soluzione che individuerà la regione Lazio.

Però Mancini deve accettare il fatto che le carte non fossero a posto e ammettere le difficoltà da sanare. In ogni caso, basta discussioni, non ce le possiamo permettere”. I tempi sono scaduti e non è tanto per dire.

Dal canto suo, il sindaco Giovanni Arena ha ripercorso la travagliata vicenda: “In questo periodo pensavo di occuparmi di Apea e invece mi sono trovato nel consorzio.

La partecipazione del comune non è stata deliberata e la scelta fatta nel 2018 si limitava alla costituzione di Apea e relativo regolamento, non un consorzio misto pubblico-privato”.

Si dice disponibile a trovare una soluzione. Per le future occasioni e prossimi finanziamenti. Quelli attuali sono andati.

Un passo avanti rispetto al suo intervento d’esordio in consiglio comunale. “Avrei voluto evitare questo consiglio – dice aprendo i lavori – una stupidaggine enorme. Così oggi siamo tutti avvocati, con la formula magica per una vicenda tecnico-legale che io avrei voluto risolvere”. Dichiarazione da archiviare. Passata. Meglio pensare al futuro e a prossimi finanziamenti.

“Partiranno – spera Arena – quelli 2021-2027, facciamo un discorso in prospettiva. Ci saranno altre opportunità”. Col giusto impegno, magari si riuscirà a perdere pure quelli.

Giuseppe Ferlicca


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30 aprile, 2021

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