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Viterbo riapre - Ivan Guerrini, Luigi Pino e Andrea Di Marcantonio, il primo fa il barista, il secondo vende abiti americani e il terzo è titolare di un ristorante - Ieri il ritorno in zona gialla - FOTO

“Quello che abbiamo perso in un anno non lo recupereremo mai…”

di Daniele Camilli
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Viterbo – “Quello che abbiamo perso in un anno non lo recupereremo mai”. Lo dicono in due. Poi le prospettive sono diverse, come i settori in cui lavorano. Ivan Guerrini, bar Centrale, piazza del comune, e Luigi Pino, Leon, abbigliamento americano, in via Mazzini. Entrambi a Viterbo. Ieri, giorno delle riaperture e del passaggio in zona gialla. Epoca Covid. Emergenza e libertà ridotte. Da un anno a questa parte.


Viterbo - Il bar Centrale

Viterbo – Il bar Centrale in piazza del comune


“Non c’è nessuna ripresa”, dice Luigi Pino in via Mazzini da 17 anni. “Lavoro con le scuole. Se un ragazzo non può andare in discoteca, al bar, né alla riunione con gli amici, allora non si compra niente. A chi lo deve far vedere? E’ questo il discorso”. Se le persone sono costrette in casa, difficilmente sentono il bisogno di cambiarsi d’abito e di sfoggiarlo di fronte agli altri. Ed ecco che i negozi di abbigliamento non guadagnano. “Anche perché poi – prosegue Pino – cambiano pure le abitudini. L’ideale sarebbe avere un negozio con le ruote capace di spostare tutto da una parte all’altra. Dove c’è di nuovo lavoro e clientela”.

Dal suo negozio sventola una bandiera a stelle e strisce. Stati Uniti. Con sopra impressa la faccia di John Wayne. L’America che correva appresso agli indiani e che poi ha sbattuto il muso in Indocina. L’asta inclinata su via Mazzini. 


Viterbo - Ivan Guerrini del bar Centrale

Viterbo – Ivan Guerrini del bar Centrale


Un altro problema. “La merce è di un anno e mezzo fa – precisa Pino -. Cerchiamo di venderla. Ma il cliente sa che la merce è di un anno e mezzo fa. E a volte non se la compra. La va a cercare su internet”. Commercio elettronico che durante la pandemia ha letteralmente preso il sopravvento. Una tendenza destinata a lasciare ulteriormente il segno. E questa volta, la probabilità è questa, rischia d’essere per sempre.

“Speriamo che la ripartenza sia buona”, commenta subito Andrea Di Marcantonio, Sale Nero, in via Saffi. Strada difficile e dura da digerire, che in poco tempo ha visto diverse chiusure prima ancora del Covid. 


Viterbo - Una lavoratrice del bar Centrale in piazza del comune

Viterbo – Una lavoratrice del bar Centrale in piazza del comune


Sale Nero è un ristorante che sta lì da 14 anni. “Sembra che dalle prenotazioni degli aperitivi le cose comincino a funzionare – spiega Di Marcantonio -. Abbiamo avuto una ventina di prenotazioni. Il format è quello dell’aperitivo lungo. Per il momento puntiamo in questa direzione. Dal prossimo fine settimana, forse, ripartiremo anche con i pranzi. Per quanto riguarda la cena, il coprifuoco permette di lavorare relativamente. Quindi adesso non la facciamo”. Al tavolo la gente è seduta. La serenità del posto e i monumenti attorno aiutano a stare meglio. Accanto la sede dell’associazione nazionale carabinieri in piazza Fani. Sul muro una corona che ricorda l’anniversario della morte del filosofo eretico Giordano Bruno. Poco oltre la chiesa ortodossa. Davanti, palazzo Gentili, sede della provincia. 


Viterbo - Leon in via Mazzini

Viterbo – Leon in via Mazzini


“L’anno è stato tremendo – dice infine Andrea Di Marcantonio -. L’attività è nuova e a livello di ristori non abbiamo preso niente. Le spese invece sono rimaste le stesse”. La speranza? “Il discorso vaccini che vada a buon fine – risponde Di Marcantonio -. Per poter riprendere a lavorare. Chiediamo solo questo. Poter riprendere a lavorare”.


Viterbo - Andrea Di Marcantonio del Sale Nero

Viterbo – Andrea Di Marcantonio del Sale Nero


Ivan Guerrini è titolare del bar Centrale, a due passi dal comune. Assieme a lui il fratello Cristiano e la madre Paola Bernini. Stanno di fronte a palazzo Priori e prefettura da più di dieci anni. Ivan Guerrini è a pieno titolo il maître della piazza. Scivola lungo i corridoi a lato dei tavoli, col vassoio in mano e il bacino a smorzare, ad ogni curva, gli angoli delle sedute. Va invece per le spicce, è risoluto, quando si discute. Come si dice, con lui, né due, né tre.


Viterbo - Ivan Guerrini del bar Centrale

Viterbo – Ivan Guerrini del bar Centrale


“La mattinata è stata tranquilla – racconta Guerrini -. Nel pomeriggio invece c’è stato un bell’afflusso. La gente è contenta. Non vedeva l’ora di tornare al bar. Bisogna sottostare a regole ferree. Certo. Si consuma solamente a tavola, niente banco. Dopo le ore 18, per chi ha un codice Ateco come il nostro dove non c’è il discorso della ristorazione, è vietato l’asporto. Per chi ha il discorso della ristorazione, l’asporto si può fare anche dopo le 18”. Di fatto una minoranza. Tutto il resto si dovrà adattare, chiedendo ulteriore suolo pubblico in più. Perché restare aperti con solo quattro, cinque posti nemmeno conviene.

“Dopo le 18 – prosegue Ivan Guerrini – i nostri clienti possono consumare solo a tavola. Ordinano la consumazione e noi gli portiamo quello che hanno chiesto. Dopo le 18, non si può venire nemmeno a comprare una bottiglietta d’acqua nemmeno per portarsela a casa”.


Viterbo - Sale Nero in via Saffi

Viterbo – Sale Nero in via Saffi


“Le riaperture ci danno un po’ di ansia – va avanti Guerrini -, perché non tutti si comportano come dovrebbero. Ma facciamo anche i controllori. Da adesso in poi ci aspettiamo le persone. Sperando che il meteo sia favorevole. Altrimenti, se piove, diventa un problema grande”. L’altro dei problemi, il maltempo. Se dopo le persone possono stare solo al tavolo e fuori piove, cosa succede? Ma soprattutto chi paga il conto se la gente, causa pioggia, è costretta ad alzarsi e ad andarsene a casa? “Questo non te lo so proprio dire – conclude Guerrini -. Se poi devo offrire un giro perché comincia a piovere, vabbè, si vedrà”.

Daniele Camilli


Fotogallery: Le riaperture del 26 aprile


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27 aprile, 2021

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