Viterbo – (sil.co.) – Telefonate “fuorilegge” dal carcere, indagati otto detenuti. Tra loro c’è anche il 21enne viterbese Michele Montalbotti.
Il carcere di Mammagialla
E’ uno dei due giovani condannati a otto anni e otto di reclusione in primo grado, con lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, lo scorso 11 settembre, per il tentato omicidio di Giovanni Maria Faina.
Vittima il 58enne di Allerona (Terni) ridotto in fin di vita la sera del 13 ottobre 2019 in via della Pettinara, dopo essere stato colpito prima con un pugno alla testa e poi con un calcio in faccia mentre si trovava a terra dai due imputati durante una rapina.
Recluso dal 18 ottobre di due anni fa a Mammagialla, lo scorso 13 novembre Montalbotti avrebbe usato un cellulare, fatto entrare clandestinamente all’interno dell’istituto, per scambiare conversazioni telefoniche con la fidanzata, il fratello e il padre.
Pestaggio e rapina in via della Pettinara – I due giovani arrestati nei fotogrammi della videosorveglianza
Montalbotti e gli altri sette detenuti – tre italiani, quattro albanesi e un macedone – sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione indagini della pm Paola Conti per il reato di “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti” in concorso. Il 415 bis è stato consegnato loro in carcere dagli agenti della polizia penitenziaria.
Al centro dell’inchiesta un telefono cellulare di marca Melrose, con videocamera e schermo touch-screen, sequestrato a un 30enne albanese all’interno della cella condivisa dal giovane con un connazionale 35enne, che sarebbe stato sorpreso al telefono con la madre.
Gli otto indagati avrebbero utilizzato tutti lo stesso dispositivo, sempre la sera del 13 novembre 2020, per contattare prevalentemente madri, mogli, cugine, fidanzate oppure i propri difensori. Un 49enne macedone il figlio e la figlia, un 38enne albanese il fratello.
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