Viterbo – “Oggi in Palestina ci sono ebrei che rifiutano il passaporto israeliano perché si sentono palestinesi e vogliono vivere con i loro fratelli cristiani e musulmani”. Salameh Ashour è il portavoce della comunità palestinese in Italia. Sabato scorso, stava anche lui a piazza della Repubblica, Viterbo, dove era in corso la manifestazione a sostegno del popolo palestinese organizzata da Arci e associazione Cultura islamica con il sostegno di un’altra ventina di sigle, tra cui Rete degli studenti e Partito democratico.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina in piazza della Repubblica
L’idea di due stati. Quella che ancora una volta sembra non reggere più. Israele e Palestina. L’uno di nuovo contro l’altra. Entrambi, in qualche modo, armati. Il secondo di razzi, il primo di cacciabombardieri. Quei razzi che Hamas ha lanciato in territorio israeliano dopo che gruppi organizzati avevano sottoposto a continui attacchi moschee e musulmani in Israele. Stato di Israele che ha poi risposto ad Hamas bombardando Gaza.
Viterbo – Il portavoce della comunità palestinese in Italia, Salameh Ashour
“E’ l’ennesimo atto di una tragedia che dura da più di 70 anni – dice subito Salameh Ashour -. E la vittima di questa tragedia è un popolo inerme, ma di grande spessore in termini di civiltà e umanità. Il popolo palestinese”. 73 anni fa la proclamazione dello stato di Israele, dopo lo sterminio di oltre 6 milioni di ebrei in Europa da parte di nazisti e fascisti. Dalla nascita dello stato di Israele, prima di allora la Palestina era una colonia inglese, le guerre con i paesi arabi confinanti sono state una costante, accompagnata dalla rivolta del popolo palestinese nei territori occupati dall’esercito israeliano a partire soprattutto dalla guerra dei 6 giorni del 1967.
“Non c’è un popolo eletto – sottolinea il portavoce della comunità palestinese in Italia -. Tutti siamo eletti, dal momento che esistiamo. Dal momento che Dio c’ha creati, ogni essere umano è un essere eletto. Ciò che differenzia un uomo da un altro è soltanto la qualità del proprio comportamento. Chi ha un comportamento migliore e più umano degli altri, allora è sicuramente migliore degli altri”.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina
Una questione, quella di due stati distinti e indipendenti in terra di Palestina, ben presente, Balfour e Morrison, già a partire dalla fase coloniale dominata dall’Inghilterra e terminata soltanto nel 1947 quando una guerra devastante, i debiti contratti per sostenerla e un inverno difficile con le coste inglesi congelate costrinsero la Gran Bretagna a ritirarsi dal grosso delle sue colonie. Medio oriente e continente indiano inclusi, dove nel frattempo il movimento anticolonialista indiano e gli attentati delle organizzazioni ebraiche in Palestina misero ancor più in difficoltà l’amministrazione inglese che decise di ritirarsi lasciando i territori in una situazione caotica e che ben presto si rivelò drammatica. In Estremo Oriente, con la guerra tra induisti e musulmani che portò prima alla nascita del Pakistan e successivamente del Bangladesh. In Medio oriente con le guerre arabo-israeliane e il conflitto tra israeliani e palestinesi. Con questi ultimi ridotti, nel corso degli anni, anche alla fame.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina
“La terra di Palestina – dice Salameh Ashour – è di chi è nato e cresciuto lì, ossia il popolo palestinese. Gli arabi sono presenti in Palestina da 6 mila anni. E abbiamo sempre convissuto con tutti. Vogliamo fraternità e convivenza, perché prima di essere cristiani, ebrei e musulmani, siamo tutti esseri umani. Questo è ciò che sta nella coscienza di ogni palestinese e di ogni musulmano. Il tuo simile è tuo fratello”.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina in piazza della Repubblica
“Siamo venuti a Viterbo – prosegue Ashour – per ribadire i valori di giustizia, pace e dignità umana. Per difendere chi è più debole, ossia i palestinesi. Chi ha commesso le violenze lo ha fatto perché vuole cacciare tutti i palestinesi dalla Palestina e creare il grande Israele. Non c’è fanatismo peggiore. Uno stato deve rispettare il diritto alla dignità e i diritti al lavoro, alla libertà e alla giustizia. Questi sono diritti che appartengono a tutti. Ed è tutto quello che vogliamo costruire in Palestina. Per questo motivo rifiutiamo lo stato di Israele, perché lo stato di Israele rifiuta di rispettare i diritti di tutti”.
Il 6 maggio i palestinesi di Gerusalemme si sono ribellati contro una decisione della Corte suprema di Israele che prevede lo sgombero di alcuni residenti palestinesi a Sheikh Jarrah. Un’area che, ai sensi del diritto internazionale, è parte dei territori palestinesi occupati da Israele. Le proteste si sono rapidamente trasformate in scontri violenti tra manifestanti ebrei e palestinesi. Il 7 maggio, la polizia israeliana ha contrastato i manifestanti all’interno del complesso della moschea al-Aqṣā, un sito sacro all’Islam.
In concomitanza con la giornata islamica di Laylat al-Qadr e la Giornata di Gerusalemme israeliana, gli scontri hanno causato più di 300 feriti. Con la sentenza della Corte suprema rinviata di 30 giorni per ridurre le tensioni.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina in piazza della Repubblica
La situazione è precipitata il 10 maggio, quando Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno lanciando alcuni razzi dalla striscia di Gaza in territorio israeliano. Israele ha risposto bombardando con l’aviazione obiettivi militari e popolazione civile.
Dal 10 maggio, sono stati uccisi oltre 200 civili palestinesi, 12 civili israeliani e sono stati ferite 564 persone in Israele e più di mille in Palestina.
Viterbo – Muhammad Abu Omar dell’associazione palestinese in Italia
Assieme a Salameh Ashour, sabato scorso in piazza c’erano anche Muhammad Abu Omar, rappresentante dell’associazione palestinese in Italia, e Omar Al Zeer, un ragazzo di 22 anni che studia chimica all’università La Sapienza di Roma. Entrambi raccontano della stessa difficoltà, ma da due prospettive diverse. La difficoltà, oggi, ad entrare in Palestina. Sia per chi già ci vive, sia per chi vorrebbe invece visitarla.
Viterbo – La manifestazione a sostegno della Palestina
“Siamo partiti dall’Italia e siamo arrivati in Giordania – racconta Muhammad Abu Omar -. Con me c’erano mia moglie, che è di Gerusalemme, il figlio maschio e due ragazze. Ho accompagnato mia moglie e i figli fino al confine. Sono entrati tutti e quattro arrivando fino al checkpoint israeliano. Al momento dei controlli, gli israeliani hanno fatto entrare solo mia moglie e i figli minori di cinque anni. Mio figlio a quel punto è dovuto tornare indietro. Fortunatamente stavo ancora lì ad aspettare e l’ho visto ritornare”.
Viterbo – Omar Al Zeer
“Da palestinese nato in Italia non sono mai potuto andare in Palestina – dice infine Omar Al Zeer –, questo perché Israele non permette a noi palestinesi di entrare dal confine della Cisgiordania. Se io andassi a Tel Aviv e volessi entrare ad Hebron, con mia madre che ha la cittadinanza palestinese, non potrei. Un’ingiustizia, una forma di apartheid”.
Daniele Camilli
Multimedia: Fotogallery: La manifestazione a piazza della Repubblica – Video: Le interviste a Salameh Ashour, Muhammad Abu Omar e Omar Al Zeer – A sostegno del popolo palestinese
Articoli: “Palestina, la pace è una necessità… e bisogna urlarlo” – Rifondazione comunista: “In piazza a dare sostegno alle sorelle e ai fratelli del popolo palestinese”
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