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Viterbo - Dopo l'allarme lanciato dai gestori parte una petizione online per salvare l'area termale

“Il Bagnaccio è di nuovo in pericolo”

di Giuseppe Ferlicca
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Viterbo - Il Bagnaccio chiuso

Viterbo – Il Bagnaccio chiuso

Viterbo - Il Bagnaccio chiuso - Federico Profili e Gabriele Scorza

Viterbo – Il Bagnaccio chiuso – Federico Profili e Gabriele Scorza

Viterbo –  “Il Bagnaccio rischia di chiudere per l’immobilismo del comune”. Parte una petizione online.

Vasche vuote e cancelli chiusi al parco termale, per i problemi successivi alla subconcessione vinta dopo la procedura di gara.

Difficoltà nell’attuare quanto previsto dal progetto vincitore. Col risultato che da quelle parti sono stati costretti a fermarsi. Anche per il Covid, seppure, come hanno spiegato i gestori, l’amministrazione comunale avrebbe potuto chiedere il riconoscimento d’acque terapeutiche. Poi per la mancanza del permesso scarico acque. Richiesta inoltrata oltre un anno fa.

Senza dimenticare le difficoltà per le opere realizzate, con relativa ordinanza di demolizione, seppure, sostengono sempre i gestori, parte del progetto che ha avuto il via libera comunale.

Tutto perché le piscine si trovano in area agricola. Andrebbe trasformata in termale, ma in questi anni la pratica è rimasta ferma e l’interpretazione della norma non ha favorito chi ha investito in zona.

Col risultato che migliaia di soci non possono accedere e una decina di lavoratori rischiano il posto. Da qui parte la petizione, che ha già superato le seicento firme, promossa da Stefano Spolverini.

“Il parco del Bagnaccio è di nuovo in pericolo – riporta la petizione aperta su Change.org – l’unico vero parco ecosostenibile della provincia, uno dei pochi in Italia, rischia di chiudere definitivamente per l’immobilismo e l’ostruzionismo dell’amministrazione comunale”.

Se tutto rimane così: “Chi ha il cento per cento di disabilità aspetta l’apertura dell’unico luogo che gli permette l’accesso gratuito in completa sicurezza e igiene”. Per gli altri, il pagamento è di 80 euro l’anno, mentre anche i viandanti della Francigena hanno libero accesso.

“Con la mancata riapertura – prosegue la petizione – chi lavora non sarà più coperto dalla misera cassa integrazione percepita finora.

Le spese di gestione corrono, il parco deve essere mantenuto, pulito, presidiato, ma questo non può durare ancora per molto con gli incassi a zero euro”.

Giuseppe Ferlicca


Articoli: “Chiusura del Bagnaccio, inerzia intollerabile da parte di Arena” – “Il silenzio del comune sta uccidendo il Bagnaccio, vasche chiuse e lavoratori a rischio”


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21 maggio, 2021

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