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Viterbo - Sant'Angelo - Gianluca Chiovelli, presidente associazione Acas progetto Il paese delle fiabe replica per le rime al sindaco Arena: "In 4 anni mai contattati dal comune"

“Incontro alla chetichella, nemmeno avvisati gli artefici della rinascita del paese”

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Gianluca Chiovelli

Gianluca Chiovelli

Sant'Angelo di Roccalvecce - Biancaneve di Layla Xing

Sant’Angelo di Roccalvecce – Biancaneve di Layla Xing

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – In merito alla lettera inviata dal Comune di Viterbo e titolata “Un incontro per le priorità di Sant’Angelo: parcheggio, bagni chimici, cestini e segnaletica”, vorrei proporre, da presidente dell’associazione ACAS che cura il progetto “Sant’Angelo il Paese delle Fiabe”, incentrato su murales e installazioni, alcune mie personali riflessioni, sicuro di parlare a nome di una platea più ampia: molto più ampia di quanto credono alcune personalità politiche locali.

1. La cosiddetta “vivibilità” di Sant’Angelo sta assai a cuore all’associazione: lo affermo da figlio e da nipote di santangiolesi; da santangiolese quasi puro, insomma, se non fosse che risiedo a Roma. Nel 2016, ben prima dei murales, ACAS ha infatti recuperato alla vita la fontana ottocentesca del borgo; restaurato l’edicola mariana all’imbocco del paese; è riuscita a far togliere una discarica abusiva di rifiuti alta sei metri (fra cui c’era amianto); ha provveduto allo sfalciamento delle vie ripulendo aree ignorate da decenni; ha riattivato alcuni antichi sentieri oggi alla portata di tutti cercando di fare rete con i borghi vicini. Lo ha fatto a proprio carico, senza chiedere nulla, cercando di volta in volta l’aiuto di chiunque fosse interessato al progresso e alla bellezza e alla dignità del paese. Indipendentemente dal colore di appartenenza poiché solo il fine di migliorare ci interessa e non il guadagno, la visibilità o l’applauso. E il miglioramento c’è stato: basti confrontare le immagini di Sant’Angelo che si trovano su maps.google.it (si riferiscono al 2011) con quelle attuali per comprendere la rivoluzione compiuta. Vedere per credere.

2. Poi nel 2017 è arrivato il progetto murales, inteso proprio allo sviluppo e alla crescita armoniosa del territorio. Poiché il progetto funzionava, e otteneva l’entusiastico placet dell’Italia (tanto da far scomodare quattordici volte la Rai e alcune testate straniere), abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni per far fronte alle nuove sfide: servivano bagni pubblici, nuova segnaletica provinciale e comunale, asfaltature, impianto di parcheggi, marciapiedi. Personalmente ho scritto decine di mail e di raccomandate, chiesto incontri, proposto soluzioni ad assessori, tecnici e quant’altro: alla fine, nonostante le approvazioni di rito, nulla si è mai mosso. Ogni impulso è stato dilazionato sino a farlo cadere nel vuoto, o ignorato oppure rifiutato per insormontabili ostacoli burocratici.

3. Ora, invece, pare si muova qualcosa. Benissimo. Vedremo cosa si farà. Vedremo se si agirà per mezzo di bandi pubblici, chiari e irrefutabili, come avviene nelle maggiori città d’arte, affidandosi a società ed enti nella massima trasparenza e tralasciando finalmente pratiche e favoritismi che hanno recato alla desolazione e al sottosviluppo (vi invito nuovamente ad andare su maps.google.it). L’inizio, purtroppo, non sembra dei migliori: il cosiddetto incontro cui si riferisce l’articolo s’è svolto alla chetichella, neanche degnando d’un avviso gli artefici della rinascita del paese e tagliando via dalla discussione una parte della popolazione, proprio quella che si è sempre battuta a nome della collettività. D’altra parte, in quattro anni, mai siamo stati contattati spontaneamente dal comune di Viterbo.

4. La sensazione che ho sempre avuto quando ho parlato con le istituzioni locali è stata quella di recare fastidio. Queste, infatti, vivevano e vivono il progetto che ridona centralità, benessere e posti di lavoro, come un’inutile alzata d’ingegno che viene a rompere le uova nel paniere o a smuovere la palude. Gli unici atti ufficiali del comune di Viterbo nei riguardi di ACAS son state le multe. Una di queste, addirittura leggendaria, fu elevata alle 9.30 del mattino di Capodanno (01.01.2020) quando la totalità degli Italiani, di solito, è occupata a digerire la cena della sera prima più che a far rispettare la legge, specie in un luogo dove si è sempre tollerato il più pieno, perfetto e ultradecennale abusivismo. Un esempio fra tanti, quasi comico.

5. I rapporti di Acas con le istituzioni locali, d’altra parte, sono sempre stati difficili. Multe, convocazioni da parte dei carabinieri, richieste da parte dei vigili, telefonate al limite dell’intimidatorio, un tentativo (maldestro) di carpire il progetto. Un costante lavoro al corpo, per usare il gergo pugilistico, che, tuttavia, non ci ha certo scoraggiati, nella certezza dei nostri diritti costituzionali.

6. Il progetto, infatti, prosegue. Nel rispetto di tutti. Sono previste opere sino a un totale di cento. Sant’Angelo che, ricordiamolo, “è” Viterbo, riceve sempre più attenzioni positive da parte dei visitatori, degli studiosi, della gente comune che rimane a bocca aperta davanti a opere d’arte il cui livello si sta alzando progressivamente sino a coinvolgere la crema delle artiste nazionali e internazionali: Carpino, Bugatti, Anna Konda fra le ultime, bravissime. Un progetto non riservato ai turisti, ma alle famiglie del mondo che vogliono ritrovare serenità, svago e voglia di interrogarsi sull’universale e multiforme simbolismo della fiaba. E tutta questa bellezza dovrebbe rendere invivibile un paese? Al contrario: essa, se intelligentemente sfruttata, sarà proprio l’occasione per renderlo finalmente vivibile, dopo anni, sano, progredito, al passo coi nuovi tempi green della sostenibilità e della trasparenza. E per dare lustro a tutto il territorio della Tuscia.

7. Lascio con l’ultima nota. Questo progetto, gratuito, sempre gratuito resterà. Vi saranno ricaschi positivi per i cittadini, il comune, i vari operatori economici locali e non, ma l’impianto ideale rimarrà questo: donare spensieratezza a famiglie e bambini nel pieno rispetto delle tradizioni locali e della gente che qui abita senza avere nulla in cambio.

Chi ha creato questo, su questo non transige. Per ottenerlo basta poco: rigore, lealtà e nessun sotterfugio. Da inguaribili ottimisti abbiamo il difetto di credere nel futuro. Staremo a vedere.

Gianluca Chiovelli presidente associazione Acas Progetto “Sant’Angelo il Paese delle Fiabe”


– Un incontro per le priorità di Sant’Angelo: parcheggio, bagni chimici, cestini e segnaletica


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31 maggio, 2021

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