Viterbo – “Il giorno in cui mio figlio ha aperto il suo cuore e ha fatto il suo coming out è stato uno dei giorni più emozionanti della mia vita. È stato come diventare genitori una seconda volta”. Claudio Santini è un genitore di Viterbo, padre di Marco, 25 anni. Sabato pomeriggio, a piazza della Repubblica, ha preso il microfono e portato la sua testimonianza. Durante il sit in del movimento lgbtqia+ per chiedere l’approvazione della legge Zan.
Viterbo – Sit in lgbtqia+ – Claudio Santini
La testimonianza di un padre. In piazza e davanti a tutti. Rompendo, finalmente, uno schema familistico, e amorale, così come lo ha definito Banfield, che, anche a Viterbo, vede ancora nell’omosessualità, in molti casi, un’esistenza negata. E da negare. In particolar modo nelle famiglie. Con il dolore che comporta e “con figli e figlie – ha ricordato Santini – cacciati di casa”, oppure mandati in terapia con la speranza di veder aggiustato quel qualcosa che ancora oggi molti genitori considerano un difetto. Provocando sensi di colpa, ferite e una fragilità che poi, nelle relazioni sociali, rischia di andare incontro a conseguenze terribili.
Ieri invece un genitore ha preso la parola, in piazza e nel corso della manifestazione per chiedere l’approvazione del ddl Zan contro l’omotransfobia che prevede di punire l’istigazione all’odio e alla violenza per questioni di orientamento sessuale, di identità di genere e di disabilità.
“Ciao, sono Claudio – ha esordito Santini – e con grande orgoglio sono qui, oggi, insieme a voi. Sono il papà di un grande ragazzo. Un ragazzo omosessuale. Il giorno in cui mio figlio ha aperto il suo cuore ed ha fatto il suo coming out è stato uno dei giorni più emozionanti della mia vita. Senza alcun dubbio posso paragonarlo al giorno della sua nascita”.
Davanti a Claudio Santini il movimento lgbtqia+, una realtà consolidata che ieri pomeriggio ha portato organizzato un centinaio di persone stringendo alleanze tra diverse realtà che da anni lavorano sul territorio. E non è la prima volta che ne dà prova.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Diventare genitori è una scelta d’amore – prosegue Santini -. Accogliere tra le proprie braccia il proprio figlio nel momento in cui lui ti affida il suo cuore, è una scelta più che consapevole, oltre che una scelta d’amore. È come diventare genitori una seconda volta. Ed è con questa determinazione che ho affrontato questi ultimi anni. Con la consapevolezza di diritti negati. Con la consapevolezza di un cammino da percorrere insieme, per vedere riconosciuti diritti negati. Oggi essere una persona omosessuale, lesbica, trans, significa, purtroppo, subire ogni giorno discriminazioni e umiliazioni continue. In ogni occasione c’è il moralista di turno che si sente in dovere di dover stabilire come devi comportarti, come devi vivere la tua vita. Ogni giorno, ogni sacrosanto giorno, lèggiamo, ascoltiamo notizie di persone Lgbt offese e discriminate. Persone Lgbt che subiscono violenza solamente perché provano a vivere la propria sessualità con semplicità e naturalezza. Figli e figlie cacciati di casa.
Sono la rovina della società, la causa di tutti i mali. Del degrado, della crisi della famiglia. Di una prossima estinzione de genere umano”.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Oggi siamo qui – sottolinea Claudio Santini – per veder riconosciuti quei diritti elementari che ogni persona non dovrebbe nemmeno rivendicare. Dovrebbe essere nella storia di ogni paese, dovrebbe essere un concetto talmente banale che non dovrebbe essere nemmeno trattato”.
Viterbo – Sit in lgbtqia+ – Claudio Santini
Un discorso, quello di Santini, scritto e tenuto in mano. Una decina di fogli, con parole e concetti ben distanziati, per essere evidenti alla vista nel momento in cui si vanno a leggere. Per poter scandire bene le cose, facendole arrivare alle orecchie degli interlocutori di fronte forti e chiare. “Lo posso avere?”. Domanda. Claudio Santini senza aggiungere altro consegna quello che ha appena detto a tutti in blocco. “Tieni”, la risposta.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Due persone si amano – ha continuato Claudio Santini sotto al gazebo, spalle via della Sapienza, allestito dagli organizzatori -. Punto. Tanti auguri e fine della storia. Ed invece no. Dobbiamo scendere in piazza, dobbiamo firmare associazioni, dobbiamo proporre leggi per il rispetto della persona Lgbt. Ogni anno la linea telefonica Gay Help Line, una linea telefonica dedicata a offrire aiuto a quanto ricevono offese e violenze, ebbene questa linea telefonica, supportata anche da Arci Gay, riceve 20 mila telefonate all’anno. Oggi abbiamo la possibilità di creare anche a Viterbo una struttura di servizi e socializzazione. Arci Gay a Viterbo può significare un polo aggregante sui temi Lgbt. Informazione, cultura e tutela dei diritti. Tra die giorni sarà la giornata mondiale contro l’omotransfobia, nonostante ancora c’è, chi ne nega l’esistenza”.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Ci sono paesi – va avanti Santini – nei quali le persone Lgbt sono soggette alla pena di morte. In Italia, nell’anno appena passato, abbiamo assistito a quasi 150 casi di omotransfobia, solamente quelli denunciati. C’è ancora gente che si arroga il diritto di poter indultate, picchiare ed emarginare persone Lgbt, solamente per il loro orientamento sessuale. Ci sono genitori che rinnegano i propri figli. Il decreto Zan, con molto ritardo, prova a colmare un vuoto legislativo a protezione di queste persone. C’è chi si oppone a questo tentativo democratico, in ogni modo, con affermazioni deliberatamente false. Parlano di utero in affitto, di afffido familiare, di adozioni di minori, di attacco alla famiglia tradizionale, di teoria generale nelle scuole. Del diluvio universale, dell’invasione delle cavallette, dello scioglimento dei ghiacciai. Ovviamente sono parzialmente ironico”.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
Secondo Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line e portavoce Gay Center, nell’ultimo anno il dato sulle violenze e gli abusi è aumentato del 9%. Un dato, secondo Marrazzo, cresciuto fino al 40% per gli adolescenti. Di questi casi, meno di 1 adolescente su 60 pensa di denunciare.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Ora, oggi – spiega Claudio Santini – il movimento Lgbt, insieme alla parte sana della società, civile, può invertire la rotta. È tardi ma non impossibile. Se pensiamo che solamente 40 anni fa esisteva ancora il dritto d’onore. Un uomo, e sottolineai solamente un uomo, vedeva ridotta la propria pena se il dritto che aveva commesso era stato commesso per “difendere” il proprio onore di maschio. Anche se sembra di parlare di un’epoca remota e medievale, oggi quella legge non esiste più ed appare inverosimile che possa essere stata presente nel nostro codice penale sono al 1981. Per cui possiamo e dobbiamo cambiare la realtà omofobia che ci circonda. Urlare frocio, picchiare due ragazzi che si baciano dovrà essere punito con maggiore determinazione di una semplice scazzottata per futili motivi. Parlare nelle scuole della giornata contro l’omofobia dovrà essere normale apprendimento per una sana educazione civica. Non dovrà più essere necessario soccorrere chi subisce violenza omofobia, perché semplicemente i nostri figli avranno figli rispettosi di ogni differenza. È per tutto questo che oggi sono qui come genitore”.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
Claudio Santini dedica infine un passaggio agli altri genitori. A chi ancora oggi nega. Negando il diritto alla felicità per i propri figli e figlie.
“Mi dispiace per quei genitori, che conoscono, che si vergognano dei propri figli – ha concluso Claudio Santini – ‘Basta che non si sappia in giro… Basta che tuo padre non sappia nulla… Basta che non esistiate’. Rivendico a voce alta con orgoglio il diritto di esprimere con serenità la propria sessualità”.
Un diritto che sabato, in piazza, a Viterbo, ha fatto un enorme salto in avanti. Un salto di qualità. Grazie a un padre e a un movimento. Claudio Santini. Lgbtqia+.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
Santini infine, con il suo intervento, ha aperto due fronti in vista del futuro, con tutta la fatica che comporta costruirli. Entrambi inediti per Viterbo. Il primo è quello tutto interno alle famiglie, e di riflesso nelle scuole, dove la Rete degli studenti medi sta portando avanti una battaglia importante come quella della tutela dei diritti di chi vuole o ha già cambiato sesso. Interno alle famiglie, quindi con figli, figlie e genitori per protagonisti. Io sono, ciò che scelgo. Tutto ciò che ho già scelto di essere. E su questo fronte non ci sono se e non ci sono ma, come ha ben evidenziato Santini. Non si transige e, soprattutto, non c’è nulla da accettare o tollerare. Perché, come sta scritto sulla più antica delle costituzioni moderne, quella americana, determinate verità sono “evidenti”. Tra queste, che tutti sono creati eguali e “dotati di certi inalienabili diritti”, tra cui “la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”. Punto, direbbe Santini.
Viterbo – Sit in lgbtqia+ – Claudio Santini
Infine, il secondo fronte, che muove dal primo come base di partenza e confronto. Vita, libertà, felicità. verità e diritti che appartengono a tutti. Il fronte delle alleanze, la ricerca del simile in termini di necessità e bisogni, riconducendo la battaglia del movimento all’interno del più ampio contesto della lotta allo sfruttamento. Una battaglia che va portata dentro le famiglie, i quartieri e i posti di lavoro cercando il più possibile i punti di contatto con altre realtà che sul territorio vivono nella stessa condizione di oppressione. Sebbene in contesti e con modalità diverse. Studenti, braccianti, giovani precari, stranieri, lavoratori. In piazza, in casa, per strada e nelle scuole. “Il movimento Lgbt – ha sottolineato Santini nel suo intervento – insieme alla parte sana della società”. Per “invertire la rotta”.
Viterbo – lgbtqia+ – Il sit in per l’approvazione della legge Zan
“Il personale é politico – ha concluso Claudio Santini citando Hanisch e il movimento femminista -. I problemi personali sono problemi politici. Non ci sono soluzioni personali in questo momento. C’è solo un’azione collettiva, per una soluzione collettiva”.
Daniele Camilli
Fotogallery: Il sit in a piazza della Repubblica
– “Più tutele nelle scuole per chi sceglie di cambiare sesso”
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