Oriolo Romano – “Abbiamo una miriade di progetti da portare a termine fino a settembre”. Il sindaco Emanuele Rallo, in carica fino alle prossime elezioni comunali, spiega le iniziative per il paese.
Oriolo Romano – il sindaco Emanuele Rallo
Qual è la situazione Covid attuale nel paese?
“In questo periodo la situazione dei contagi è buona, fortunatamente. Solo due casi di positività. Un dato ottimo per il paese. È la dimostrazione che ogni cittadino è attento a mantenere in vigore le norme. Le due persone contagiate, purtroppo, sono ricoverate da lungo tempo. Spero che siano in fase di negativizzazione. Momentaneamente non abbiamo altri segnali di situazioni gravi da monitorare oltre quelli indicati. Ad oggi, nessun nuovo cluster. I luoghi in cui è possibile riscontrare più facilmente la trasmissione del virus, sono sotto controllo. Con questi dati, confidiamo presto di uscire fuori da questa situazione. All’interno del paese, siamo certi che il virus non circola. Non ci sono elementi per diffondere il contagio da Covid-19, se non esterni al comune”.
In questi lunghi mesi vissuti con il Covid-19, come ha reagito il paese? I cittadini come hanno vissuto le restrizioni in vigore?
“Tutto sommato, bene. I cittadini hanno rispettato le regole. Devo dire che alcuni di loro hanno affrontato dei momenti di debolezza. Sono fragili. Anche l’esaurimento della pazienza, è comprensibile. Viviamo da tempo questa situazione. Nonostante queste fragilità, il paese si è comportato con eccellenza e capacità. Anche in momenti più complicati, hanno saputo gestire la situazione. Quando il numero dei positivi era elevato non solo a Oriolo ma in tutta la provincia, l’Asl comunicava i risultati in ritardo. I cittadini, consapevoli e responsabili, mettevano in atto le giuste misure. A parte qualche singolo caso, devo dire che sono molto fortunato con la cittadinanza. È eccezionale e solidale. I volontari della protezione civile e della croce rossa hanno dato un grande aiuto. Non posso assolutamente lamentarmi”.
Quali sono gli obiettivi e i progetti in campo, proposti dall’amministrazione comunale, per il futuro del paese in questa fase di ripartenza?
“Per il futuro abbiamo una miriade di progetti. Momentaneamente stiamo ragionando sul periodo estivo. Nei nostri paesi, spesso la stagione è ricca di sagre e festività patronali. A causa del Covid-19 siamo costretti a rinunciare ai nostri usi e costumi. Ovviamente, anche quest’anno sarà diverso rispetto al solito. La maggior parte di sagre tradizionali salteranno. Stiamo cercando una soluzione, ma tutto è in discussione. Un tocco tradizionale dovrà esserci, faremo il possibile. Un progetto che stiamo portando avanti lentamente è la riqualificazione dei luoghi all’aperto, gli unici al momento dove la trasmissione del virus è quasi inesistente. È importante lavorare sulla rivitalizzazione di queste aree. Piazze e parchi sono i punti di forza di Oriolo. Da tener in considerazione è il fatto che il prossimo settembre ci saranno le elezioni comunali. Posso programmare la gestione e il futuro del paese fino a un certo punto. Non posso fare progetti per i prossimi anni. Per correttezza bisogna lavorare fino a settembre e terminare le iniziative in campo. Poi si vedrà. Le elezioni comunali sono un momento sacro. Spero di continuare la carica. Sono ottimista”.
Dal punto di vista economico, come si è mosso il comune per sostenere la popolazione in questo anno di pandemia?
“Siamo stati molto vicino alla popolazione in questo anno di pandemia. Abbiamo contribuito tanto e fatto il necessario e il possibile. Ovviamente abbiamo usato tutti i contributi, i ristori e i fondi arrivati dalla regione. Tutti i sussidi ricevuti sono stati spesi e destinati alla popolazione. Dai buoni spesa ai fondi per gli affitti per i più giovani. Stiamo per investire del denaro destinato alle attività commerciali generali interne. Siamo intervenuti anche con il nostro fondo cassa. Lo scorso anno abbiamo ridotto quasi del 40% la Tari per le attività chiuse a causa dell’emergenza da Covid-19. È avvenuta anche la sospensione della Tosap, tassa per l’occupazione degli spazi e aree pubbliche. Le abbiamo sostenute con i fondi di bilancio. Un mini bilancio, non di più. Si tratta di un paese piccolo. Nonostante tutte le avversità e la situazione, non ci siamo tirati indietro e spero che il lavoro svolto sia apprezzato e percepito dagli abitanti. Con il piano d’emergenza proposto, si potevano raggiungere diversi fronti. Ma non tutti. Abbiamo fatto una selezione per garantire un buon servizio. Il lavoro svolto è enorme”.
Ora che il Lazio è in zona gialla, come si è preparato il comune alle riaperture di scuole, ristoranti, bar, palestre e tutte le altre attività al dettaglio?
“Semplicemente adattandosi alle norme vigenti. C’è speranza tra i commercianti. Spero sia il momento buono per la vera ripartenza”.
In questo lungo periodo di pandemia, l’amministrazione comunale come ha svolto il lavoro? Ha adottato lo smart working? Come vi siete trovati? Promuoverete questo modo di lavorare anche in futuro?
“Abbiamo adottato entrambe le modalità, lo smart working e la presenza negli uffici. In questi giorni stiamo riorganizzando in maniera definitiva il ritorno in presenza. Siamo in una fase che lo permette. Anche le normative stanno andando verso un nuovo orizzonte. Nel periodo del lockdown, ho avuto tre dipendenti che hanno svolto il lavoro da casa. Scuole chiuse e bambini in Dad. Grazie allo smart working, fortunatamente, hanno seguito i figli e lavorato contemporaneamente. Recarsi in ufficio a queste condizioni era proprio impossibile. Ci organizzavamo di volta in volta in base alle loro esigenze per venirci incontro. Ci alternavamo. L’anno scorso eravamo in difficoltà perché avevamo scarsa connessione e questo causava un rallentamento sul lavoro. In autunno, grazie a un accordo con la Telecom, siamo riusciti a installare la fibra. Adesso è tutta un’altra storia. Operiamo tutti più velocemente. I giovani hanno contribuito alla realizzazione di portali per comunicare e rendere il paese più digitale”.
Per lavorare in sicurezza e mantenere in vigore le norme anti-covid, l’amministrazione comunale ha affrontato delle spese? Come ha organizzato gli uffici in vista della possibilità di tornare a svolgere il proprio lavoro in presenza?
“Gli uffici sono organizzati ad hoc per evitare la trasmissione del virus. Su appuntamento e con scansioni orarie settimanali, si ricevono i cittadini muniti di mascherina. Questa organizzazione per evitare affollamenti. Gel disinfettanti in più punti degli uffici. Abbiamo seguito le norme anti-covid anche in piena pandemia. Ovviamente essendo solo 12 dipendenti è semplice organizzarci e mantenere il distanziamento”.
Cosa pensa delle ultime decisioni prese dal governo Draghi per far ripartire l’Italia, nonostante il Covid sia ancora così presente?
“Difficile pensare che il governo potesse fare di più. C’è stato un netto ritardo sui ristori, i due decreti sostegni dovuto probabilmente alla crisi di governo. Chiaramente tra la crisi e la ripartenza della attività governativa sono trascorsi un paio di mesi. A marzo e aprile c’era bisogno che il governo fosse stabile per gestire al meglio e tempestivamente la situazione. Invece a marzo il governo si stava riorganizzando. Successivamente è arrivato il decreto sostegni, mentre tra la popolazione cresceva il malcontento. C’è stata sicuramente più lentezza. È facile dire “è colpa di Draghi”. Il governo è una compagine. Dentro c’è di tutto e di più. È chiaro che su alcuni elementi si percepisce una forte tensione che nel governo precedente non c’era. La campagna vaccinale è ben organizzata. Questo perché abbiamo la fortuna di vivere nel Lazio. Anche la regione sta dando i suoi frutti. Per la gestione dei vaccini e dell’epidemia in questo momento è più semplice dire “il governo ha sbagliato, doveva fare meglio o di più” piuttosto che ragionare sulla situazione inaspettata che ci ha travolto. Soluzioni con la bacchetta magica non le ha nessuno. Tutto sommato, io credo che la popolazione mantenga una certa fiducia di governo. Prima era Conte, adesso è Draghi. È chiaro che gli strati sociali più poveri hanno subito un forte disagio maggiore. Laddove ci sono elementi di povertà o di marginazione, è il lockdown che ha accentuato il peggioramento delle loro condizioni. Scelto da Conte o da Draghi poco cambia. È l’intera pandemia che li ha messi in ginocchio. Il colore delle zone di Draghi va a incidere su persone che già erano in difficoltà. Per intenderci, la zona rossa o il lockdown non aiutano non chi è in carica. Ho l’impressione che sia difficile agire diversamente. L’unico appunto che potrei fare è di concentrarsi maggiormente sul fronte della gioventù. Bisogna operare nelle fasce che vanno dai 10 ai 20 anni. Devono essere tutelati. Hanno bisogno di socialità, di tornare alla loro normalità in primis”.
Federica Focaracci
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