Viterbo – Verde pubblico al collasso. Panchine, fermate degli autobus, parchi e case. Come ti giri la metti male. L’erba, a Viterbo, è diventata quasi più alta di una persona. Invadendo la città. Assediandola, letteralmente, fuori le mura.
Quattro casi, esemplari. I primi quattro di una lunga serie che coinvolge centro storico, periferie e territori. Un fallimento totale. Un problema presente ed evidente già prima del Covid, giustificato poi con l’emergenza. A un anno di distanza, di nuovo da capo a dodici. Erba, erbaccia, ortica. Ovunque. A piazza Dante sulle scale di una casa abbandonata ci crescono persino le felci.
Viterbo – Il giardino con il monumento del Rotary
Quattro casi. Porta della Verità, giardino Chiara Lubich, viale Raniero Capocci e zona della stazione dei treni di Porta Romana. La prima puntata. L’erba del comune. L’erba che il comune non taglia. Con la natura che si risveglia e tutte le bestiole che la popolano e che di volta in volta, soprattutto d’estate, sbucano poi fuori dalla giungla. Al punto che pure le pecore, al posto dei turisti, calano in città.
Dalle parti della stazione di Porta Romana, il piccolo parco a valle, dedicato ai 50 anni del Rotary a Viterbo, “c’ha i furasacchi più alti d’un cristiano”. Come faceva notare un passante. L’area, con l’erbaccia dirimpetto al palazzo di vetro di fronte è inaccessibile e soprattutto infrequentabile. Praticamente buttata via. Sommersa dalla vegetazione e con il monumento del Rotary lasciato lì ad arrugginirsi.
Viterbo – Il giardino con il monumento del Rotary
Altro spettacolo, alla fermata degli autobus Cotral a Porta della Verità. Qui l’erba spunta dalle panchine su cui si siedono le persone in attesa del pullman. Direttamente sotto al culo. Magari è comoda, ma di certo non il top. Alcune panchine, l’erba, se le è letteralmente prese. Come inghiottite. Poco più avanti, la città dentro le mura, con la vita che ha ripreso a scorrere dopo la zona rossa.
Viterbo – Il giardino con il monumento del Rotary
Alle spalle della fermata dell’autobus Cotral, uno spazio verde, nascosto e addossato ai resti del palazzo di Federico II. Una parte è stata tagliata, un’altra no. E ci sono pure i resti di alcuni contenitori per carotaggi buttati là a casaccio.
Viterbo – Piazza Dante
Dentro Porta della Verità gli ultimi due casi della giornata. Il giardino Chiara Lubich e una casa in piazza Dante. Quest’ultima, un’abitazione diroccata e abbandonata a sé stessa da anni. Dentro, ci stanno solo i piccioni. Nel giardino, la vegetazione è di tutti i tipi. E lungo le scale, col muretto in parte crollato, ci sono pure le felci. Come nel bosco. Solo che Viterbo è una città.
Viterbo – Il giardino Chiara Lubich
Infine, il giardino dedicato a Chiara Lubich. Sempre porta della Verità e punto di riferimento per il quartiere. Al punto che un anno e mezzo fa, residenti e genitori hanno dato vita a un comitato che ha iniziato a confrontarsi con l’assessore al verde pubblico del comune, Enrico Contardo. Qualche settimana fa al parco, dopo le chiusure dovute al Covid e all’ultima zona rossa, è stato di nuovo messo il lucchetto. Per ripulirlo, pare, dalle processionarie. E per tagliare l’erba. Il parco è stato riaperto qualche giorno fa, ma l’erba non è stata tagliata. Tant’è che sta ancora lì a coprire le panchine dove si siedono i genitori e a invadere i giochi dei figli.
Viterbo – Piazza Dante
Un confronto, quello con Contardo, svanito nel nulla. Come l’assessore, che ieri, come ha raccontato Andrea Roncolini del comitato Nuovo parco Chiara Lubich, aveva dato appuntamento a genitori e residenti direttamente al parco. Per discutere delle “disastrose condizioni – come le ha definite Roncolini – in cui versa”. “E non si è presentato”.
Daniele Camilli
Multimedia: L’erba in città – Riapre il giardino Lubich – Video: Il verde pubblico
– “Parco Lubich, l’assessore Enrico Contardo dà buca ai genitori…”
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