Viterbo – Incuria e degrado, come la metti la metti male. Villa Lante a Bagnaia, Viterbo, è in stato di abbandono. Dopo un anno e mezzo di Covid. E ciò che di pulito e ordinato si vede è un po’ come le parrucche del settecento. Pulite in superficie, zozze per tutto il resto. Il giardino principale, quello che si incontra appena si salgono le scale, è infatti circondato da un nastro bianco e rosso, superato il quale si entra in una sorta di foresta pluviale caratterizzata da erbe e piante di ogni tipo, tronchi d’albero sui sentieri e qualche discarichetta ben nascosta ai lati. Il tutto condito con fontane ridotte allo stremo e per certi aspetti allo schifo.
Viterbo – Bagnaia – La fontana del Pegaso
Villa Lante assieme a Bomarzo, è uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo. Dalla fine del 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali la gestisce tramite il Polo museale del Lazio, diventato 5 anni dopo Direzione regionale musei. In sintesi, ‘sta volta la responsabilità non è del comune.
Viterbo – Bagnaia – Il pannello all’ingresso di Villa Lante
Villa Lante, dunque. Tutto bello. Ma solo all’ingresso, con i custodi che appena ti vedono ti ricordano che devi fare il biglietto. A pagamento per avere accesso alla Villa. Gratis, invece, per entrare al parco. Fatto qualche passo, prima di salire per le scale, la prima bruttura: il pannello che dovrebbe raccontare a viterbesi e turisti la Fontana del Pegaso sottostante, messa anch’essa maluccio. Per l’acqua tutt’altro che limpida. Il panello è adesso coperto dai percorsi di visita. Così, e appiccicato sopra alle bene e meglio.
Viterbo – Bagnaia – Il giardino tosato di Villa Lante
Nella parte del pannello sopra al pannello dedicata al “Percorso di visita al parco”, a un certo punto si legge: “Il parco è percorribile nello spazio del prato sopra la Fontana del Pegaso, dal cancello del giardino fino al piazzale. Tutti i viali che portano al bosco sono interdetti”. Il motivo? Non è dato saperlo. Non dal pannello sopra al pannello. Ma basta salire le scale e avvicinarsi al nastro bianco e rosso per capirne i motivi.
Viterbo – Bagnaia – Incuria e degrado a Villa Lante
Prima però il giardino accerchiato. Bello, pulito e tosato. Come una pecora che si vuole mostrare agli altri. Dopodiché, al di là delle apparenze, c’è tutto il resto. Una “Cambogia”, come direbbero a Roma, ossia un vero e proprio groviglio d’erba, talmente incasinato da coprire i viali un tempo attraversati dalle persone, come ogni tanto qualcuno prova a fare ancora oggi attratto forse dalla decadenza del luogo. Romantica si fa per dire. Perché poi, una volta che vi si addentra lo spettacolo non è certo dei migliori.
Viterbo – Bagnaia – Il casino di caccia
Innanzitutto il casino, quello di caccia, più a monte rispetto a tutto il resto. Qui l’erba è buona solo per i gatti, mentre la struttura somiglia un po’ a quei centri sociali occupati prima e sgomberati poi. Uno sfascio, con tanto di vetri fracassati, mentre tutt’attorno incombono i “furasacchi”.
Viterbo – Bagnaia – Incuria e degrado a Villa Lante
Le fontane. In tal caso, avvicinarsi è impresa ardua. Bisogna prima superare la palude, vale a dire l’acquitrino intorno, inzaccherarsi le scarpe, sperare di non piantarsi e poi arrivare alla vasca. Piena di melma, muschio e chissà cos’altro. Perché, a guardar bene, quasi non si vede nemmeno il fondo.
Viterbo – Bagnaia – Una fontana all’interno di Villa Lante
Lungo il sentiero, che un tempo girava attorno a tutta la villa, per quel poco che ancora si vede, si vede veramente il peggio. L’erba è altissima, gli alberi sembrano in condizioni non ottimali e qualcuno ostacola anche il passaggio, perché è caduto in terra. Come una specie di trappola da film horror. The walking dead.
Viterbo – Bagnaia – Incuria e degrado a Villa Lante
A lati del sentiero, fin dove è possibile arrivare, le cose che si spera i turisti non notino mai sono, nell’ordine: 1) una discarichetta con tanto di, almeno sembrano, mattoncini in cotto, plastica e altra roba buttata là alla rinfusa; 2) elementi appartenenti probabilmente alla villa gettati anch’essi come meglio capita e sommersi da erba e rami secchi; 3) un parcheggio per automobili, sicuramente (?) regolare, perché a un certo punto, sdraiati a terra come la scultura di un sarcofago, si vedono un paio di segnali che lo indicano. Tuttavia affatto bello da vedere, così come una macchina che, per metterla all’ombra, sembrerebbe essersi addentrata un po’ troppo; infine, 4, una scatola con dei fili a cielo aperto.
Benvenuti a Villa Lante, che così è (se vi pare).
Daniele Camilli
Fotogallery: Degrado a Villa Lante
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