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Ambiente - Il progetto è dell'Unitus, dipartimento Deim, e coordinato dal professore Silvio Franco - La comunicazione curata da Simone Iocco di Majakovskij - Ieri la presentazione

Viterbo libera dallo spreco di cibo, nasce il primo centro storico waste free…

di Daniele Camilli
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Viterbo – Il centro storico della città sarà probabilmente il primo centro storico waste free in assoluto. #viterbononspreca. Libero dagli sprechi. In tal caso di cibo. E questo grazie al dipartimento Deim dell’Unitus che ha messo insieme quaranta ristoratori e più di 30 mila contenitori biodegradabili e personalizzati per combattere lo spreco di cibo e al tempo stesso rilanciare il centro storico medievale rendendolo più vivibile. Perché ridurre il consumo di cibo, significa anche ridurre l’impatto ambientale.


Viterbo - Il progetto Ri-store

Viterbo – Il progetto Ri-store


Ri-store, il primo progetto green-food capace di coinvolgere tutto il mondo della ristorazione dell’antica Viterbo nel momento più critico della sua storia. L’emergenza Covid. A promuoverlo, l’università degli studi della Tuscia, dipartimento Deim, complesso del Paradiso.

Ieri, on line, piattaforma zoom, la presentazione. C’erano l’ideatore e coordinatore del progetto, Silvio Franco, docente Deim, Simone Iocco, Majakovskij comunicazione, che ha realizzato tutta la parte relativa alla comunicazione, Chiara Bomarsi, laureata in marketing alla Tuscia, che ha preso contatto con tutti i ristoratori del centro proponendogli l’iniziativa, Clara Cicatiello, docente Deim, Marco Barbanera, professore Deim, che si occuperà di valutare l’impatto ambientale sui risultati del progetto e, infine, due ristoratori: Alessandra Guzzardi dell’Archetto e Galiano Tuscia del Monastero. Via Saffi e San Pellegrino, attività storiche in due snodi fondamentali per il turismo in città.


Viterbo - Silvio Franco dell'Unitus

Viterbo – Silvio Franco dell’Unitus


“Il progetto inizierà il primo giugno e coinvolgerà i ristoranti del centro storico di Viterbo – ha esordito Silvio Franco -. L’obiettivo è quello di attivare processi virtuosi tra i cittadini, rilanciare e valorizzare la ristorazione in centro e ridurre l’impatto ambientale. Il tutto attraverso la riduzione dello spreco di cibo”.


Viterbo - Il progetto Ri-store

Viterbo – Il progetto Ri-store


Il progetto Ri-store, promosso dall’Università della Tuscia e finanziato dal ministero delle politiche agricole, prevede la distribuzione gratuita di uno stock di contenitori biodegradabili e personalizzati con nome e logo a tutti i ristoranti del centro storico di Viterbo che aderiscono al progetto. I ristoranti proporranno a loro volta il contenitore ai clienti che non hanno consumato interamente le proprie portate, invitandoli a portarlo via.


Viterbo - Il centro storico

Viterbo – Il centro storico


Tutti i ristoranti aderenti saranno dotati di supporti informativi per sensibilizzare i clienti rispetto al fenomeno dello spreco alimentare e per predisporli positivamente alla consegna del contenitore che avverrà alla fine del pasto, qualora non consumino completamente il cibo ordinato.


Viterbo - Il progetto Ri-store

Viterbo – Il progetto Ri-store


“Hanno aderito 40 ristoratori – prosegue Franco -, mentre i contenitori sono più di 30 mila, di cui 6 mila per la pizza. Il progetto è nato un paio di anni fa, poi il Covid ci ha costretto a rinviare tutto. Pensavamo anche di non farcela, perché credevamo che proporre l’iniziativa ai ristoratori in un contesto come questo corresse il rischio di vedercela restituire al mittente. Invece, i ristoratori hanno risposto non solo positivamente, ma ben oltre le aspettative previste”.


Viterbo - Simone Iocco della Majakovskij comunicazione

Viterbo – Simone Iocco della Majakovskij comunicazione


“Ci siamo occupati dalle parte visual”, ha detto Simone Iocco della Majakovskij comunicazione. Loop, forchetta e nome del progetto. Con la possibilità per i ristoranti di mettere il proprio logo sul contenitore e pubblicizzare in questo modo la propria attività.

“Il logo nasce dal simbolo del loop – spiega Ioppolo -, simbolo dell’infinito. Questo per indicare le azioni che vengono ripetute durante la giornata. Una su tutte, il recupero del cibo e la riduzione del suo spreco. La forchetta rappresenta infine la ristorazione”.

Ristoranti e pizzerie che hanno aderito avranno inoltre una vetrofania da mettere all’ingresso. 


Viterbo - Chiara Bomarsi dell'Unitus

Viterbo – Chiara Bomarsi dell’Unitus


“Una campagna di comunicazione – sottolinea poi Iocco – che non solo invita il consumatore a non sprecare il cibo, ma coinvolge tutti i cittadini e un pezzo consistente dell’economia cittadina nelle attività di sviluppo e promozione del centro storico”.

I contenitori sono poi 100% compostabili e 100% riciclabili. “Abbiamo consegnato anche un modulo per la raccolta dati – ha commentato Bomarsi -. Questo servirà a capire quanti contenitori sono stati consegnati e il loro contenuto”. 

Dati fondamentali per capire l’impatto ambientale della riduzione dello spreco di cibo sul centro storico di Viterbo. 


Viterbo - Marco Barbanera dell'Unitus

Viterbo – Marco Barbanera dell’Unitus


“Lo spreco di cibo – ha detto Barbanera – comporta anche problemi ambientali. In Italia si stima un milione e mezzo di tonnellate di cibo sprecato. Una cifra enorme. Se lo trasformiamo in impatto ambientale, questo tipo di spreco corrisponde all’1% di emissioni di gas serra a livello nazionale, all’1,5% dei consumi d’acqua, e l’occupazione di suolo agricolo pari al 3,6% della superficie agricola italiana”.


Viterbo - Alessandra Guzzardi dell'Archetto

Viterbo – Alessandra Guzzardi dell’Archetto


Quali sono invece i vantaggi dal punto di vista ambientale della riduzione dello spreco di cibo? “Innanzitutto – risponde Barbanera -, evitiamo l’impatto dovuto alla raccolta e allo smaltimento del cibo. Poi tutto l’impatto legato alle fasi di produzione, trasporto, stoccaggio e consumo. Infine, se recupero il cibo evito di cucinarne altro”.


Viterbo - Clara Cicatiello dell'Unitus

Viterbo – Clara Cicatiello dell’Unitus


Infine, le testimonianze di due ristoratori che hanno aderito al progetto. “Un progetto che ci ha subito entusiasmato – hanno detto Alessandra Guzzardi dell’Archetto e Galiano Troscia del Monastero -. Un veicolo promozionale per i ristoratori. Speriamo diventi un abitudine per i consumatori”.

Il progetto è accompagnato da due #. #ristore e #viterbononspreca. Per chiedere a ristoratori e clienti di raccontare le loro storie.


Viterbo - Galiano Troscia del Monastero

Viterbo – Galiano Troscia del Monastero


I ristoranti che aderiscono al progetto: il Gargolo, il Pero 2.0, il Molino, il Labirinto, Monastero, Eat, la Cantina dei Papi, Contrasto, l’Osteria del Vicolo, TrediciGradi, Hosteria Olio d’Oliva, O’ Sarracino, Enotria by Angoletto della Luce, Hosteria dal Sor Bruno, Taverna Etrusca, l’Alambicco del Presidente Delux, la Spaghetteria di Viterbo, l’Archetto, Mat, Antica Taverna, il Richiastro, al Vecchio Orologio, Hostaria Lo Spito, Ristorante Tre Re, il Grottino, lo Scorfano, Pizzeria Amarcord, la Chimera, il Giardino del Papero, Kappino, Tutta N’ata Storia, la Sosta del Suffragio, la Piccola Trattoria da Patrizio
Porta Romana, la Forchetta Sarda, Sand Glass Pub, la Buca di San Faustino, Osteria Salicicchia, Lab – Restaurant & Drink, la Cava.

Daniele Camilli


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26 maggio, 2021

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