Roma – Riceviamo e pubblichiamo – Le ordinanze anti-movida rappresentano una beffa – l’ennesima – per il comparto dell’ospitalità a tavola, soprattutto per quelle attività che, dopo mesi di chiusure senza senso, non supportate da evidenze scientifiche, ora potrebbero lavorare fino a notte inoltrata.
Paolo Bianchini
Allo stesso tempo le ordinanze si stanno rivelando una manna per gli abusivi che girano per i centri storici vendendo alcolici e quant’altro senza alcun controllo, e per molti minimarket, gestiti solitamente da cittadini originari del Bangladesh e dell’India, che fingono di chiudere ma in realtà continuano a smerciare.
Emblematico è il caso di Palermo, con il sindaco che si nasconde dietro la foglia di fico dell’ordinanza anti-movida, non essendo in grado di garantire i controlli.
Risultato: gli esercenti regolari, che creano lavoro e versano regolari tasse, sono costretti a chiudere, mentre strade e piazze affollate diventano facile territorio di conquista degli abusivi e dei cosiddetti Bangla-market.
Quello che sta accadendo a Palermo succede, purtroppo, anche in altre città. È la solita “Italietta”, che penalizza e vessa con provvedimenti illogici i piccoli imprenditori, mentre gira ipocritamente il capo di fronte alle realtà dell’abusivismo e delle vendite irregolari.
Chissà perché ci facciamo sempre del male da soli. Da noi la movida ha assunto un’accezione negativa, mentre nelle capitali europee esistono interi quartieri che hanno creato la loro fortuna internazionale grazie alla vitalità sociale e culturale delle ore notturne.
Paolo Bianchini
Presidente dell’associazione di categoria Mio Italia (Movimento imprese ospitalità)
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