Caserta – Pestaggi in carcere, 52 misure cautelari tra gli agenti della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere.
Un carcere
Le misure sono state disposte dal gip su richiesta della procura casertana nei confronti di appartenenti al corpo della polizia penitenziaria coinvolti negli scontri con i detenuti che avvennero il 6 aprile 2020, in pieno lockdown, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Una protesta innescata da centinaia di carcerati dopo la notizia di un caso di positività al Covid-19 tra le mura dell’istituto casertano, dove vennero inviati da Napoli contingenti dei reparti speciali della penitenziaria.
I reati contestati, a vario titolo, sono concorso in torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti (per 41 agenti), maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico (anche per induzione) aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio.
Ad incastrare, stando a quanto ricostruisce la procura, gli agenti, anche dei messaggi scambiati in chat tra colleghi. “Li abbattiamo come vitelli”; “domate il bestiame” prima dell’inizio della perquisizione e, dopo, quando la perquisizione era stata completata, “quattro ore di inferno per loro”, “non si è salvato nessuno”, “il sistema Poggioreale”, forse in riferimento a una metodologia di contenimento. Questi alcuni dei passaggi, come riferisce l’Ansa.
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