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Viterbo - Fabio Belli (Freetime) precisa dopo il ritiro del vecchio piano particolareggiato - Presentato progetto compatibile coi nuovi vincoli: "La regione ha confermato i 15 litri d'acqua a noi, non ad altri"

“Da polo a parco, le terme al Paliano si faranno”

di Giuseppe Ferlicca
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Viterbo – “Da polo a parco, ma le terme al Paliano si faranno”. Il piano particolareggiato ormai sul tavolo da anni è stato ritirato, ma non è la fine del progetto termale nella zona a sud di Viterbo. È Fabio Belli della FreeTime a spiegarlo. Cambia solo la forma.

“Il piano particolareggiato – spiega Belli, contattato telefonicamente – è stato presentato una ventina di anni fa. Ha subito una serie di modifiche nel tempo, a seguito di prescrizioni da parte di vari enti”. Fino ad arrivare al 2016: “Il comune lo ha adottato – ricorda Belli – ed è stato inviato in regione”.


Fabio Belli

Fabio Belli


L’approvazione a palazzo dei Priori avvenne dopo un’ampia discussione, portando ad alcune modifiche.

“Durante il passaggio in regione – prosegue Belli – è subentrato il vincolo della sovrintendenza che ha di fatto bloccato l’iter amministrativo. Con le nuove restrizioni il progetto non era compatibile”. Sono iniziati i contatti con la sovrintendenza stessa. “In una lettera si spiegano le ragioni della non compatibilità con il contesto di riferimento – continua Belli – ma si rendono disponibili a esaminare una nuova proposta che superi le criticità”.

Da qui il lavoro, ripartito in comune. “Abbiamo rinunciato al progetto iniziale che era stato adottato, optando per un piccolo parco termale che utilizzi le vasche attuali, con una zona a servizi, spogliatoi, bagni, un’infermeria e piccolo bar.

Poi, una volta aperto, potremo presentare un nuovo progetto per ampliare il nucleo iniziale, ma sempre compatibile con il parco termale e i vincoli che sono nati”. Contro i quali FreeTime ha ricorso al Tar. “Ma se si apre una collaborazione con la sovrintendenza è positivo”.


Viterbo - Terme Paliano

Viterbo – Terme Paliano


Resta l’eterno braccio di ferro con le vicine Masse di San Sisto. Col ritiro del piano particolareggiato, magari qualcuno poteva immaginare che l’acqua avrebbe potuto riprendere una direzione diversa. Ma su questo Belli è netto.

“Va ricordato che per quanto riguarda l’acqua termale – sottolinea Belli – a chi darla e in quale quantità lo decide la regione Lazio, settore valorizzazione georisorse. A tal proposito, lo scorso 15 febbraio abbiamo inviato in regione il progetto e la regione ci ha riconfermato i 15 litri d’acqua. Per altri non ce n’è”.

Adesso, gli occhi sono puntati verso il comune: “Speriamo che possano rilasciarci il progetto per poter procedere a ottobre con la nuova struttura.

Giuseppe Ferlicca


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28 giugno, 2021

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