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Sprangate durante la rapina, coppia di giostrai alla sbarra

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Oriolo Romano – (sil.co.) – Carabiniere preso a sprangate durante una rapina in casa la sera dell’8 gennaio 2020, al via mercoledì davanti al collegio il processo ai due giostrai arrestati dai carabinieri del comando provinciale coi colleghi di Massa Carrara e Cerveteri il 20 luglio dell’anno scorso.

Per primi sono stati sentiti i militari che hanno ricostruito le indagini in base alle quali, nel giro di sei mesi, sono giunti all’identificazione dei banditi.

Tuttora ai domiciliari col braccialetto elettronico, sono imputati di rapina aggravata e lesioni due cognati di Cerveteri, secondo l’accusa in trasferta a Oriolo Romano dal litorale laziale, entrambi indagati anche per altri colpi, individuati seguendo le tracce di una Fiat 55L e di un telefono cellulare. 

La vittima, rientrando a casa verso le 18, trovò la coppia di ladri che, dandosi alla fuga, lo presero a sprangate con una prognosi di sette giorni. Il tutto per un bottino, consistito prevalentemente in oggetti d’oro, di circa 600 euro.


I carabinieri

I carabinieri


Il militare, un 39enne libero dal servizio ma in forza alla compagnia di Bracciano, ha inseguito nel tentativo di bloccarlo uno dei malviventi, che lo ha colpito alla testa e sul corpo con una spranga riuscendo a darsi alla fuga.

Grazie ai filmati delle telecamere del comune, i carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo hanno individuato targa e modello dell’auto, una Fiat 500L di colore bianco scappata in direzione Roma, riuscendo poi anche a dare un volto ai due soggetti, noti alle forze dell’ordine perché con alle spalle numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, indicati anche dalla vittima a seguito di riconoscimento fotografico.

Per la difesa, il cui ricorso è stato però bocciato sia dal riesame che dalla cassazione, non ci sarebbero le prove che uno dei due imputati – un 27enne originario di Milano, domiciliato con la figlioletta e la compagna dai suoceri a Cerveteri e residente a Marina di Massa con la madre (dove è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare) – avesse in uso l’utenza telefonica a lui intestata.

Il 27enne, assistito dall’avvocato Riccardo Lottini del foro di Grosseto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Viterbo, la scorsa estate si è difeso dicendo che lui, da un paio di anni, è tornato a vivere con la madre in Toscana e che quella scheda è rimasta in uso alla ex suocera. Avrebbe ammesso la frequentazione della casa di Cerveteri, ma solo per la necessità di “continuare a gestire la figlioletta”. 

Nel frattempo il suocero – un 41enne a sua volta detenuto per un serie di furti in appartamento commessi tra la Maremma toscana e Bracciano e per scontare un cumulo di pena di sei anni sempre per reati contro il patrimonio – dopo essere stato trasferito dal carcere di Grosseto a quello di Rebibbia, lo scorso 17 gennaio si è reso protagonista di una rocambolesca fuga, durata dieci giorni, terminata con la consegna ai carabinieri di Cerveteri. 


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