Viterbo -“No al biodigestore tra l’Acquarossa e Ferento”, comune di Viterbo. Nasce il comitato e la consigliera Chiara Frontini porta il problema davanti al prefetto Giovanni Bruno, palazzo del governo. “Il territorio di Viterbo – dice Frontini – non può diventare la pattumiera del centro Italia”.
Viterbo – I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore
Intanto lungo la Teverina sono comparsi alcuni cartelli che invitano ad opporsi al biodigestore. “Proteggiamo il nostro territorio” e “Tuteliamo le nostre carni”, le ragioni scritte. Invece, qualche metro oltre, la doppia scritta “Ferento” sullo stesso cartello stradale. Sulla seconda, probabilmente aggiunta, c’è segnata anche la distanza del centro risalente all’epoca etrusco-romana.
Viterbo – La consigliera comunale Chiara Frontini
Qualche giorno fa, Frontini e comitato hanno incontrato il prefetto mettendo sul tavolo quelle che a loro avviso sono le criticità e i motivi a sostegno del “no al biodigestore tra l’Acquarossa e Ferento”. Due località del viterbese punto di riferimento per quanto riguarda gli studi e gli scavi sul mondo etrusco e romano. Con l’insediamento urbano per quanto riguarda il primo e il teatro, così come l’abitato, per il secondo.
Viterbo – I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore
Le criticità che solleva il comitato. Dalla vicinanza ad un’importante realtà occupazionale con oltre 200 lavoratori e una decina di aziende agricole ed agroalimentari fino alle criticità legate alla mobilità e viabilità di zona.
Viterbo – La zona di Ferento
Il progetto per il biodigestore ha mosso già i suoi passi in regione. E si sarebbero svolte due conferenze di servizi con la partecipazione del comune soltanto alla seconda. Una vicenda di cui poco si sapeva fino a qualche tempo fa.
Viterbo – Il teatro romano di Ferento
“Facciamo nostre le preoccupazioni degli imprenditori della zona – commenta Chiara Frontini – che si innestano in un quadro generale già critico inerente il tema rifiuti nella Tuscia. Con l’ampliamento dell’impianto di Monterazzano, già autorizzato e in via di costruzione, e gli impianti di compostaggio attualmente esistenti e autorizzati sul territorio, la nostra provincia è autonoma per il trattamento di tutta la frazione organica prodotta nell’ambito”.
I biodigestori sono stazioni di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici, che trasformano in energia. In Italia sono già presenti soprattutto al nord. Oltre 40 in tutto il paese. Un progetto era stato già presentato a Grotte Santo Stefano. La popolazione ha dato però vita a un comitato e l’impianto non è stato più fatto. La stessa strada che adesso stanno percorrendo diversi imprenditori e lavoratori dell’Acquarossa.
Viterbo – I cartelli lungo la Teverina che invitano ad opporsi al biodigestore
“Continuare ad autorizzare impianti – conclude infine Frontini – significa confermare l’idea di far diventare Viterbo e il suo territorio la pattumiera del centro Italia e questo non possiamo permetterlo. Tutte le forze politiche dovrebbero fare muro per impedire il verificarsi di questo scenario. Oltre a questi aspetti generali, ci sono poi delle criticità specifiche sollevate dal comitato che vanno tenute in attenta considerazione: rischio incendi ed incidenti stradali dovuti all’aumento del traffico su un’arteria già sollecitata come la Teverina non possono essere sottovalutati”.
Daniele Camilli
– Biodigestore tra Acquarossa e Ferento, imprenditori pronti a dare battaglia…
Copyright Tusciaweb srl - 01100 Viterbo - P.I. 01994200564PRIVACY POLICY